Il gruppo Unipol nel 2017 ha registrato un risultato netto consolidato negativo per 169 milioni di euro (dai +535 milioni del 2016). Escludendo gli effetti legati alla ristrutturazione del comparto bancario (completata con la good bank operativa dallo scorso 1 febbraio), il gruppo avrebbe realizzato un utile netto normalizzato di 655 milioni. Per il bilancio civilistico viene stimato un utile netto di 213 milioni per il 2017: per questo verrà proposto all’assemblea dei soci del prossimo 24 aprile, un dividendo di 0,18 euro per azione
La raccolta diretta assicurativa è pari a 12,3 miliardi (dai 14,8 milioni del 2016), soprattutto a causa del calo del Vita (-36,8% a 4,4 miliardi) mentre il Danni è stabile a 7,9 miliardi (+0,7%). Il Solvency Ratio consolidato basato sul capitale economico è pari al 169%. Per quanto riguarda Unipol Banca, che ha un CET1 del 31,5%, “nell’ambito della ristrutturazione è stata creata Unipol ReC, società specializzata nel recupero di crediti deteriorati, a cui è stata trasferità la quasi totalità delle sofferenze di Unipol Banca”.
Per quanto riguarda soltanto la compagnia assicurativa UnipolSai, il Cda ha approvato i conti preliminari consolidati 2017 che vedono un risultato netto consolidato pari a 537 milioni (+1,8%), che al netto degli oneri di ristrutturazione della banca sarebbe stato di 649 milioni (+23%). La raccolta diretta assicurativa è pari a 11,1 miliardi (dai 12,5 miliardi del 2016) con il Danni che è salito dell’1,9% a 7,4 miliardi e il Vita che è sceso di quasi il 30% a 3,7 miliardi. Il Solvency ratio individuale è pari al 241% mentre quello consolidato basato sul capitale economico è pari al 206%.
Sulla scorta di questi numeri e sulla stima di un utile netto d’esercizio di 577 milioni, il Cda propone all’assemblea l’ipotesi di un dividendo unitario pari a 0,145 euro per azione, in crescita del 16% e per un dividend yield del 7,4%. Infine, il Cda ha autorizzato l’emissione, a valere sul programma Emtn ed entro fine anno, di un bond subordinato di livello 2 (Tier 2), ai sensi della direttiva Solvency 2, dell’importo massimo di 500 milioni.