Dopo i processi Mills, Mediaset e Ruby, Silvio Berlusconi è stato rinviato a giudizio per rivelazione di segreto d’ufficio nel caso Unipol-Bnl e sarà giudicato ancora una volta dal Tribunale penale di Milano. Il Gup, prima di accogliere le richieste della Procura, aveva rigettato l’eccezione di incompetenza territoriale a vantaggio della magistratura di Monza. Il procedimento inizierà il prossimo 15 marzo.
In Aula il Cavaliere si è difeso sostenendo di non ricordare l’episodio: “Io ad Arcore ricevo tanta gente e molte telefonate, non ho mai ascoltato quel nastro, non ho mai ordinato di pubblicarlo. L’avessi ascoltato me lo ricorderei”.
I fatti risalgono al dicembre 2005, quando il Giornale (il quotidiano in mano a Paolo Berlusconi, fratello di Silvio) pubblicò un’intercettazione telefonica tra Piero Fassino e Giovanni Consorte, all’epoca rispettivamente segretario dei Ds e numero uno di Unipol.
“Allora… Abbiamo una banca?“, queste le parole pronunciate dal politico torinese in quella conversazione, che fu registrata nel corso delle indagini sul tentativo di scalata a Bnl da parte di Unipol. La registrazione non era stata ancora trascritta agli atti dell’indagine al momento della pubblicazione sul Giornale. Il testo fu portato ad Arcore il 24 dicembre 2005 da due imprenditori – era presente anche Paolo Berlusconi -, e una settimana dopo pubblicata sul Giornale.
Anche il fratello del Cavaliere è sotto processo con rito ordinario. Il processo contro di lui riprenderà il prossimo 6 marzo e quasi certamente sarà unificato a quello a carico di Silvio Berlusconi. Ma per il numero uno del Pdl l’accusa cadrà in prescrizione già a metà dell’anno prossimo.