Petrolio tra 45 e 55 dollari nel 2016. E’ questa la stima dell’Unione Petrolifera che ha riunito a Roma l’assemblea annuale rilanciando l’allarme sull’aumento di contrabbando e furti, un fenomeno in forte escalation nel 2015 e proseguito nella prima metà di quest’anno. Per gli italiani è una buona notizia perché la bolletta energetica nazionale sarà contenuta tra 13 e 15 miliardi di euro e perciò si manterrà inferiore ai 16 miliardi dello scorso anno. “E’ uno dei valori più bassi degli ultimi 20 anni in termini reali”. L’intera fattura energetica dovrebbe, invece, oscillare fra 28 e 29 miliardi.
Limitandosi ai carburanti, secondo L’Unione Petrolifera, lo scorso anno il calo del petrolio si è trasformato in un risparmio complessivo per gli automobilisti italiani di circa 8 miliardi di euro. Nei primi cinque mesi del 2016 sono stati risparmiati ulteriori 3 miliardi di euro.
“Nei primi cinque mesi del 2016 i consumi petroliferi sono apparsi in leggera crescita, con un progresso dell’1,1%” su anno, si legge nella relazione diffusa in occasione dell’assemblea annuale.
L’associazione delle imprese energetiche italiane spiega che “in questi primi mesi del 2016 il surplus produttivo si è notevolmente ridotto, sia per il rallentamento della produzione degli Stati Uniti che per una ripresa della domanda. Ciò avrà un effetto rialzista sui prezzi soprattutto nella seconda parte del 2016, che si stimano per l’intero anno nella forchetta 45 e 55 dollari/barile”.
Con questa forchetta, per il 2016, Up prevede una fattura petrolifera “ancora in discesa: fra i 13 e i 15 miliardi in base all’andamento del cambio e del prezzo del greggio”.
Il risultato sconta anche “il maggior esborso dovuto alla fermata da aprile della produzione nella Val D’Agri, il cui mancato contributo al saldo complessivo può pesare tra gli 800 e i 900 milioni di euro”.
L’inchiesta della procura di Potenza sul presunto traffico e smaltimento illecito di rifiuti ha spinto Eni a sospendere l’attività produttiva di Val D’agri, che vale 75.000 barili di petrolio al giorno.
In parte per effetto della crisi, in parte per effetto del risparmio energetico, è un fatto che la dinamica dei consumi petroliferi abbia imboccato la china discendente da molti anni. Nel 2015 si è registrato un modesto incremento dell’1,3% sul 2014 ma è da notare che sono stati venduti complessivamente 10 miliardi di litri di carburanti in meno rispetto al 2005. E ancora: i consumi petroliferi totali (autotrazione, riscaldamento, bunkeraggi, etc.) sono saliti a 59,6 milioni di tonnellate lo scorso anno (+3,6%) ma risultano in calo del 31% rispetto a dieci anni prima: sono rimaste sul campo 27 milioni di tonnellate che, a detta della stessa Unione Petrolifera, non saranno più recuperati. E’ dunque ragionevole pensare che si stia affermando un nuovo modello di consumo dei prodotti energetici e che ciò che abbiamo visto finora sia solo la punta di una rivoluzione più ampia.