Dalla Commissione europea arriva il terzo ed ultimo pilastro per l’unione bancaria europea, il progetto approvato ormai tre anni fa. Dopo la supervisione comune e la risoluzione unica adesso tocca al terzo pilastro: l’introduzione dello schema unico di assicurazione dei depositi (Edis).
L’obiettivo dell’Edis è di creare un fondo unico, per tutte le banche europee, a cui rivolgersi per proteggere i conti sotto i 100.000 euro in caso di risoluzione di una banca di crisi e di attivazione del bail-in, il meccanismo che prevede la partecipazione al salvataggio dell’istituto di azionisti e correntisti. Ma in questa eventualità i correntisti con conto corrente inferiore ai 100.000 euro saranno tutelati dal fondo comune. L’entrata in vigore definitiva del fondo unico, finanziato coi le risorse delle banche europee, è prevista per il 2024 e nei primi anni uno Stato potrà attingervi quando il suo fondo nazionale di tutela non sarà sufficiente.
“Abbiamo scelto un approccio bilanciato, dove la condivisione del rischio si accompagna alla mutualizzazione del rischio, quindi chi è preoccupato, quando vedrà la proposta capirà che è tutto bilanciato e progressivo” a dirlo il commissario ai servizi finanziari Jonathan Hill presentando la proposta di schema unico per l’assicurazione dei depositi. “Non credo che dobbiamo andare dritti verso la mutualizzazione senza prima ricostruire la fiducia, che al momento è bassa”. Bisogna, quindi, “diminuire il rischio, e il modo migliore è farlo passo dopo passo e affrontare le preoccupazioni degli scettici” conclude Hill.
Sistema europeo di assicuazione dei depositi: cosa prevede
Il nuovo sistema di protezione dei depositi, svelato oggi dalla Commissione europea, avrà le seguenti caratteristiche:
- avrà come base il sistema attualmente in vigore basato sui sistemi di garanzia nazionali;
- i correntisti avranno la stessa tutela attuale, avranno il conto corrente protetto fino alla somma di 100.000 euro;
- sarà sostanzialmente neutrale in termini di costi per il settore bancario perchè i contributi dovuti dalle banche all’EDIS potranno essere dedotti dai loro contributi ai sistemi nazionali di garanzia dei depositi;
- l’entità del contributo chiesto alle singole banche sarà calcolato in base al rischio della banca stessa: le banche maggiormente a rischio verseranno un contributo maggiore;
- assicurerà solo i sistemi di garanzia dei depositi nazionali che rispettano le norme UE e vengono istituiti in base a tali norme;
- sarà accompagnato da una comunicazione contenente misure volte a ridurre i rischi;
- sarà obbligatorio per gli Stati membri della Zona Euro le cui banche sono attualmente coperte dal meccanismo di vigilanza unico, ma aperto agli altri Stati membri che desiderano aderire all’Unione bancaria.
Sistema europeo di assicurazione dei depositi: tre fasi
Le fasi che porteranno all’attivazione del sistema unico a garanzia dei depositi e il suo finanziameto da parte delle banche europee, sono tre:
fase 1: “riassicurazione” di durata triennale, fino al 2020. In questa fase i fondi nazionali di garanzia dei depositi possono accedere all’Edis ma solo quando hanno esaurito le proprie risorse nazionali, e soltanto se sono in regola con il livello di contribuzione stabilito. E comunque, nei primi anni, l’Edis interverrà solo fino ad un certo livello.
Fase 2: “coassicurazione” fino al 2024. Il fondo comune interviene, con il 20%, non appena c’è bisogno di rimborsare i correntisti. L’Edis diventa così un sistema di mutualizzazione progressiva, ancora soggetto ad alcune limitazioni utili per evitare gli abusi. Questa seconda fase segna l’inizio dell’era della “condivisione del rischio” tanto osteggiata dalla Germania.
Fase 3: “riassicurazione totale” che inizia nel 2024. La quota dei rischi assunti dall’EDIS aumenterà gradualmente per arrivare al 100%, quando l’EDIS assicurerà integralmente i fondi di garanzia dei depositi nazionali.