Donne protagoniste nel rispondere alla crisi con le armi del business. Delle 6.140 imprese in più nate tra settembre del 2012 e settembre di quest’anno ben 3.893 (il 63%) hanno infatti a capo una o più donne, spesso scese in campo per darsi da sole quel lavoro che non trovano. Questi, in sintesi, i dati dell’Osservatorio dell’Imprenditoria femminile di Unioncamere-InfoCamere, diffusi in occasione della sesta edizione “Giro d’Italia delle donne che fanno impresa”, l’appuntamento annuale in favore dell’imprenditoria femminile, promossa da Unioncamere in collaborazione con le Camere di commercio e i Comitati per la promozione dell’imprenditoria femminile.
Le donne hanno scelto in modo massiccio una forma giuridica ‘matura’ come la società di capitale (+9.789 unità nei dodici mesi, con un ritmo di crescita pari al 4,5%) a scapito della più semplice, ma più fragile, impresa individuale (-6.627 unità). I settori in cui le imprenditrici ‘rosa’ hanno cercato preferibilmente spazio sono stati quelli del turismo (cresciuto di 4.850 attività, ben oltre l’intero saldo del periodo) e dei servizi finanziari (+1.393 attività, pari ad una crescita-record del 5,3%). Oltre la metà della crescita delle imprese femminili si concentra nelle regioni del Centro-Italia (+2.380 unità, il 63% del saldo totale), mentre il Nord-Est è l’unica area a veder diminuire il numero di imprese guidate da donne (-291).
Alla fine di settembre di quest’anno, le imprese femminili registrate presso le Camere di commercio erano 1.431.167, il 23,6% sul totale. In termini relativi, l’incremento rilevato nei dodici mesi presi in esame corrisponde a un tasso di crescita dello 0,27%, quasi triplo rispetto alla crescita media del totale delle imprese italiane nel periodo (0,10%).
“Il paese, in questo momento, ha un estremo bisogno di tutte le sue migliori energie – ha detto il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello – e la risposta che le donne stanno dando alla crisi con il loro impegno nel fare impresa è un fatto che ci rassicura sul futuro dell’Italia. Abbiamo bisogno di persone che credano in se stesse, che abbiano una visione del loro domani e che si impegnino a realizzarlo mettendo insieme le forze, come accade spesso nelle imprese femminili. E’ nostro dovere creare le condizioni per sostenerle, in particolare con politiche del credito attente alle loro esigenze”.