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Unioncamere, nel 2022 48 mila imprese in più (+0,8%). Il settore delle costruzioni è stato trainante

Rallenta però la nascita di nuove imprese (-6%) e aumentano le chiusure (+7,5%). Il report Unioncamere e InfoCamere

Unioncamere, nel 2022 48 mila imprese in più (+0,8%). Il settore delle costruzioni è stato trainante

Tornano a nascere in massa le imprese. Dopo il brusco stop del 2020 (quando il saldo si fermò a solo + 19mila imprese) e il rimbalzo del 2021 (+87mila), con il 2022 il bilancio tra aperture e chiusure torna su valori medi degli ultimi quindici anni, attestandosi a 48mila attività in più tra gennaio e dicembre. A questo saldo corrisponde una crescita dello 0,8% che, al netto del +1,42% del 2021, rappresenta il dato migliore dell’ultimo decennio. Il contributo più rilevante al risultato annuale è venuto dal settore delle costruzioni, cui si deve oltre il 40% del saldo nazionale.

Sono le principali evidenze sull’andamento della demografia delle imprese nel 2022 che emergono dai dati Movimprese, elaborati da Unioncamere e InfoCamere sulla base del Registro delle imprese delle Camere di commercio. 

“Dopo il rimbalzo, anche in termini di crescita imprenditoriale, registrato nel 2021, il saldo tra iscrizioni e cessazioni del 2022 è il miglior risultato in valori assoluti e in termini percentuali dal 2011” – sottolinea il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli -. Un terzo del saldo del 2022 si deve alle imprese del Mezzogiorno, aumentate di oltre 17mila unità soprattutto grazie alla spinta delle Costruzioni (che proprio al Sud segnano il tasso di crescita più elevato, +2,61%), e alla ripresa del turismo (+1,76% a fronte di un dato medio del +0,85%)”. 

Rallenta la nascita di nuove imprese e aumentano le chiusure

Spostando l’attenzione dal saldo ai flussi che lo hanno determinato (aperture di nuove imprese e chiusure di imprese esistenti), il rientro delle “tensioni” sulla demografia d’impresa è avvenuto con un arretramento delle nascite (diminuite del 6% rispetto al 2021) e un’accentuazione delle cessazioni (+7,5%), con valori assoluti (313mila nuove aperture e 265mila chiusure) in entrambe i casi tra i più contenuti degli ultimi quindici anni.

La geografia delle imprese italiane 

In tutte e quattro le macro-aree del Paese il tasso di crescita del 2022 presenta risultati positivi ma più contenuti rispetto al 2021, con il Centro che fa segnare il maggiore ampliamento della base imprenditoriale (+0,9%) rispetto all’anno precedente. Tra le regioni, il Lazio si conferma quella più dinamica, con un tasso di crescita pari all’1,6% anche se in lieve rallentamento rispetto al 2021 (quando era cresciuta del 2,2%). Complessivamente nessuna regione fa meglio del 2021. Marche e Molise invece chiudono l’anno in negativo fecendo registrare rispettivamente un saldo di -929 e -45 imprese.

Bene le costruzioni, in rosso commercio, agricoltura e manifatturiero

Quanto ai settori, oltre alle costruzioni (+20.509) quelli che nel 2022 hanno fatto registrare gli aumenti maggiori nel numero di imprese registrate sono stati le attività professionali scientifiche e tecniche (+10.474) e i servizi alle imprese (+4.968). A chiudere in rosso, invece, sono stati il commercio (-8.756), l’agricoltura (-3.363) e le attività manifatturiere (-2.549).

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