E’ stato presentato ieri, a Roma, presso la Sala Longhi, il rapporto Piq relativo al 2011, elaborato da Unioncamere e Fondazione Symbola. Il Piq è il prodotto interno di qualità, un indicatore correlato al Pil, ma che, invece del benessere, misura la qualità nel processo di produzione, in quanto sintomo della salute di un’economia.
Come recita la premessa di Ferruccio Dardanello, Presidente Unioncamere, ed Ermete Realacci, Presidente Symbola, l’esigenza reale, nelle economie più avanzate, “non è quella di aumentare il Pil, ma di elevarne la qualità”, bisogna, cioè, puntare su un prodotto unico e originale, oltre che sull’innovazione tecnologica. Una ricerca, questa, che spesso procede di pari passo con l’attenzione alla questione ambientale. Le aziende italiane “green”, infatti, sono le più propense all’innovazione: “il 37,9% delle aziende che investono in eco-sostenibilità ha introdotto innovazioni di prodotto o di servizio nel 2011, contro il 18,3% di quelle che non investono in tecnologie pulite”.
Il valore del Piq nel 2011 ammonta al 47,9% del Pil per il 2011, per un valore di circa 460 miliardi di euro, una quota, dunque, vicina alla metà del prodotto interno lordo italiano, e in crescita rispetto al 2010%, quando la quota del Piq si era attestata al 47,0%.
A crescere sono stati soprattutto i settori dei servizi (300 miliardi) e dell’industria (121 miliardi), seguiti da costruzioni e agricoltura. Tra le aree bene il Nord Ovest, dove il Piq rappresenta il 56,25 del Pil, mentre il Mezzogiorno si attesta al 30%. Ottimo il dato relativo alle esportazioni del Made in Italy, aumentate del 10,7% al netto dei costi di produzione.
