Salta – per ora – la fusione tra il colosso americano Kraft-Heinz e Unilever. Il gruppo anglo-olandese ha infatti rifiutato l’offerta di fusione presentata dal totem dell’alimentare statunitense, che era arrivato a proporre 143 miliardi di dollari (134 miliardi di euro), una cifra che Unilever, altro gigante dell’alimentare (possiede decine di marchi importanti nel campo dell’alimentazione, bevande, prodotti per l’igiene e per la casa, e nel 2015 ha rilevato l’italiana Grom), ha ritenuto “sottostimata”.
“Anche se Unilever ha rifiutato l’offerta, continuiamo a lavorare per raggiungere un accordo sui termini di una transazione”, ha però dichiarato Kraft, fiduciosa di riuscire a portare a termine l’operazione, in una nota rilasciata dal London Stock Exchange, in cui è quotata Unilever. Alla Borsa di Londra a metà pomeriggio il titolo Unilever guadagna il 12% a 3,749.50 sterline per azione. Sale anche Kraft-Heinz a Wall Street, dove guadagna in apertura di seduta quasi il 7% a 93.35 dollari per azione.
L’offerta per la fusione, pari a 134 miliardi di euro, sarebbe stata sulla carta la terza più grande della storia. Nello stesso settore agroalimentare si è chiusa l’anno scorso un’altra operazione da record, quella che ha visto il matrimonio tra SABMiller e AB Inbev, per un valore di 120 miliardi di dollari circa. Il fatturato aggregato di Kraft-Heinz e Unilever raggiunge i 77,6 miliardi di euro: quasi 25 quello degli americani, intorno ai 52,7 quello del gruppo europeo.