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Unicredit, utile netto raddoppiato nel semestre. Per il titolo +4% in Borsa

Utili netti quasi raddoppiati per il gruppo Unicredit, che chiude il primo semestre guadagnando 1,321 miliardi di euro, il 97,5% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quando si era fermata a 669 milioni. Il risultato è stato conseguito “grazie alla diversificazione geografica e di business”, spiegano dall’istituto. Sulla scia di questi numeri le azioni di Unicredit volano a Piazza Affari, invertendo la tendenza negativa delle ultime settimane. Intorno alle 15 il titolo guadagnava circa il 4%, a 1,172 euro.

Solo nel periodo aprile-giugno, l’utile della prima Banca italiana è arrivato a quota 511 milioni, contro i 148 milioni del secondo trimestre 2010. La cifra è superiore anche alle stime del consensus degli analisti, che prevedevano un utile di 471 milioni. Il dato di quest’anno è inoltre influenzato negativamente da un indebolimento di 105 milioni sui titoli governativi greci (impatto al netto delle tasse). Senza considerare questa voce, il risultato semestrale ammonterebbe a 1,426 miliardi e quello trimestrale a 616 milioni.

Rimangono poi sostanzialmente stabili il margine di intermediazione e i costi. Il primo ha raggiunto nel semestre i 13,383 miliardi, in crescita dell’1,6% rispetto al 2010. Sui tre mesi la cifra arriva invece a 6,455 miliardi, in discesa del 6,8% rispetto al periodo gennaio-marzo. Numeri legati “al calo del risultato di negoziazione, copertura e fair value, che nel primo trimestre 2011 aveva mostrato livelli eccezionalmente elevati”. I ricavi del trimestre erano attesi dagli analisti a 6,487 miliardi.

Il Core Tier 1 si è attestato al 9,12%, il Tier 1 ratio era al 9,92% ed il Total Capital Ratio al 13,49%. Quanto al risultato di gestione, nel semestre ha raggiunto i 5,6 miliardi (+3,1%), mentre fra aprile e giugno è sceso a quota 2,53 miliardi (-17,6% rispetto al primo trimestre). Le rettifiche nette sui crediti e sugli accantonamenti per garanzie e impegni sono scese decisamente nel primo semestre, passando da 3,507 a 2,685 miliardi. Nel solo secondo trimestre sono calate a 1,181 miliardi, contro i 1,504 miliardi dei primi tre mesi del 2011. A fine giugno, infine, i crediti deteriorati lordi erano pari a 69,908 miliardi (+1,4% fra i due trimestri).

Guardando alla distribuzione geografica su scala internazionale, si nota una diminuzione dei crediti deteriorati in Germania e in Austria e una decelerazione nel deterioramento del portafoglio italiano. Le sofferenze lorde sono cresciute del 2,7% nel trimestre, mentre le altre categorie di crediti problematici mostrano un dato in diminuzione dello 0,5%. Nel secondo trimestre i crediti hanno raggiunto 561,8 miliardi, contro i 558,8 miliardi del marzo 2011. Il maggiore contributo alla crescita è derivato dall’Est Europa (+3,2%), mentre i Paesi occidentali hanno fatto registrare variazioni minime. I debiti verso la clientela a giugno ammontavano a 406,7 miliardi (erano 401,9 a marzo 2011).

La crescita è derivata dall’Europa occidentale (+1,5%), mentre l’area centrale e la Polonia sono rimaste stabili (+0,6%). L’amministratore delegato Federico Ghizzoni ha fatto inoltre sapere che la Banca ha realizzato a fine luglio l’85% del piano di funding annuale. Dei 27,2 miliardi di emissioni, 9,3 sono stati di retail bond ed il 63,7% è stato realizzato in Italia, dove è stato conseguito anche il 90% del funding. Nel secondo semestre ci saranno quindi opportunità “di finanziamento, non solo con l’obiettivo di sostenere la crescita potenziale ma anche in un’ottica di pre-funding” sul 2012. “Siamo abbastanza fiduciosi”, ha concluso Ghizzoni.

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