Unicredit ha chiuso il primo trimestre con un utile netto in calo del 28,1% a 512 milioni ma in linea con le attese (511 milioni). Ma il dato è in aumento del 201% rispetto ai 170,4 milioni dell’ultimo trimestre del 2014. E per il ceo Federico Ghizzoni si tratta di un trimestre “decisamente positivo”.
I principali contributori sono il Commercial Bank Italy con 564 milioni di euro (+35,1% trimestre su trimestre) e le divisioni CIB e CEE con un ammontare totale di €611 mln (+15,6% trim/trim). Il RoTE1 è salito al 4,8%. L’impatto del nuovo Single Resolution Fund è stato invece di 91 milioni di euro.
Il margine operativo netto è più che raddoppiato grazie ai maggiori ricavi, al controllo dei costi e al minore costo del rischio (-62 punti base). Le rettifiche sui crediti sono scese del 42,2% a 980 milioni di euro rispetto al trimestre precedente.
Le masse gestite toccano il livello più alto di sempre pari a circa 300 miliardi di euro (+10,4% trimestre su trimestre).
Il CET1 ratio transitional si attesta a 10,50% includendo l’operazione su Pioneer, (9,5% il requisito minimo fissato dalla Bce) in seguito all’adozione delle regole del phase-in per il 40%, mentre il CET1 ratio fully loaded è pari a 10,35%.
“Dopo gli importanti risultati conseguiti nel 2014, considero decisamente positivo il primo trimestre del 2015 – ha detto il ceo Federico Ghizzoni – In un contesto che mostra alcuni segnali di ripresa, il gruppo UniCredit ha conseguito un utile netto in linea con le aspettative. La qualità del credito migliora e si conferma la nostra solidità patrimoniale. Proseguiamo nella realizzazione del nostro piano strategico e i profitti sono trainati da buoni risultati operativi nelle diverse aree ed attività della banca. Nonostante il quadro macroeconomico difficile, la CEE si conferma un contributore chiave ai risultati del Gruppo”.