La guidance sul 2023 di UniCredit “sarà sostanzialmente migliorata” con la presentazione dei conti del terzo trimestre. Lo ha annunciato l’amministratore delegato di Unicredit Andrea Orcel nel corso della 27esima Financials Ceo Conference annuale di Bank of America Merrill Lynch. Il banchiere ha notato che l’istituto è “a buon punto sulla guidance per il 2022 indipendentemente dal contesto”. “Raggiungeremo tutti i target anche in caso di una lieve recessione e se ci sarà una grave recessione siamo pronti ad affrontare ogni shock e ad avere performance migliori della media dei nostri competitor”, ha aggiunto.
Unicredit: le ragioni del balzo in avanti
L’aumento dei tassi di interesse “sta catapultando in avanti le performance” delle banche, ha sottolineato Andrea Orcel. In effetti il 2022 per le banche, ha spiegato il banchiere, “sarà il miglior anno mai avuto da tanto tempo. Non è giusto, c’è una guerra in corso, ma è una constatazione” ha proseguito, sottolineando l’impatto positivo del costo del credito ai minimi (“per noi è quasi a zero”) nonché appunto della risalita dei tassi che sostiene il margine di interesse come non avveniva da anni. La banca al momento non registra segnali di rallentamento dell’economia anche se Orcel riconosce che “è inevitabile che nel 2023 un rallentamento ci sarà. Ma dobbiamo sempre ricordarci – è la conclusione – che il punto di partenza era molto alto” ha concluso, riferendosi ai tassi di crescita registrati dall’Italia prima dello scoppio della guerra in Ucraina.
A Piazza Affari, il titolo scatta in avanti e mette a segno la migliore performance non solo nel settore bancario, ma nell’intero paniere delle blue chip: alle 11:05 il titolo segna un +4,94%, superando quota 11 euro.
Orcel: “No focus su M&A, solo se vantaggioso”
“Perché dovrei concentrarmi sull’M&A, a meno che non sia un affare molto vantaggioso, rischiando di far deragliare la crescita di valore realizzata organicamente da UniCredit?”. È la domanda retorica posta da Orcel nel corso della conferenza. Il banchiere ha anche ricordato la difficoltà di valutare gli istituti in un contesto in cui le Borse quotano le azioni a una frazione del patrimonio e in cui i mercati sono estremamente volatili.
Orcel: “Studiamo uscita Russia ma non sia un regalo”
Un’uscita affrettata dalla Russia sarebbe stata “una reazione emotiva e anche immorale perché sarebbe stato un regalo alle persone a cui stai cercando di opporti”, ha aggiunto Orcel, ricordando le iniziative realizzate dall’istituto per limitare l’esposizione a Mosca e azzerare l’impatto di ogni scenario futuro sul capitale. “Stiamo cercando di contenere in modo ordinato quello che abbiamo in Russia ed eventualmente un’uscita, ma non deve essere un regalo”, ha ribadito il top management, sottolineando inoltre di doversi prendere cura dei 4mila dipendenti “che sono stati con noi per oltre 15 anni”.