Vola Unicredit in Borsa +7,19% grazie all’utile del secondo trimestre salito del 29,5% a 522 milioni e sopra alle stime del consensus degli analisti. Nel semestre i profitti si sono fermati a 1,034 miliardi in calo del 7,3% con ricavi a 11,5 miliardi. Sul fronte patrimoniale il Cet1 transitional è migliorato al 10,52% e, includendo l’operazione su Pioneer, si attesta al 10,92%. Il Cet1 ratio fully loaded proforma è migliorato al 10,37% e si attesta al 10,84% includendo il valore corrente delle riserve disponibili per la vendita e l’operazione su Pioneer.
Nuove regolamentazione sul fabbisogno di capitale delle banche in Europa “continueranno ad arrivare e non saranno più morbide per noi ma piuttosto ci saranno nuove richieste di capitale aggiuntivo”, ha commentato in conference call con gli analisti l’amministratore delegato Federico Ghizzoni aggiungendo che per questo motivo la banca mantiene una attenzione costante sulla generazione di capitale. “Il problema – ha spiegato – è che non si sa mai quali siano i numeri giusti. Con la Bce “il dialogo è molto aperto, diretto e trasparente e non sono particolarmente preoccupato sulla Srep”, la Supervisory Review and Evaluation che la Bce sta conducendo ad hoc sulla banca. Ghizzoni si è detto fiducioso di potere migliorare i coefficienti patrimoniali oltre i livelli attuali grazie a una generazione di capitale organica.
“Abbiamo annunciato il piano industriale nel marzo 2014 – ha ricordato Ghizzoni – e il target da raggiungere per il 2016 era del 10%. Ora siamo già molto al di sopra e questo malgrado l’elevata volatilità registrata in alcuni trimestri da allora”. Il livello di capitale necessario in futuro dipenderà dalle decisioni della Bce e dall’esito dello Srep condotto da Francoforte che verrà reso noto nella seconda parte dell’anno.
La Srep, ha infatti spiegato Ghizzoni agli analisti, prevede l’avvio dell’esame a fine settembre, seguito dall’invio di una prima proposta alle banche verrà discussa con la Vigilanza europea. I numeri e le comunicazioni finali sono previsti per novembre. “Guardando al nostro bilancio e alle comunicazioni fatte finora, ci sentiamo fiduciosi. Non perche’ – ha continuato Ghizzoni – conosciamo già i numeri e nemmeno perché siamo ingenui, ma perché il nostro bilancio non si é deteriorato nel frattempo, al contrario, é migliorato. Quindi, non ci sono motivi per essere particolarmente preoccupati”.
In ogni caso Ghizzoni ha indicato che la banca sta “studiando tutta una serie di misure per ridurre i costi e rafforzare la redditività del Gruppo, e di conseguenza, la patrimonializzazione” che verranno presentate nel secondo semestre dell’anno.
Nel Cda che ha approvato la semestrale sono arrivate sul tavolo anche le dimissioni del direttore generale Roberto Nicastro che, dopo diciotto anni nel gruppo, dal primo ottobre lascerà le proprie deleghe a Paolo Fiorentino, Marina Natale e Gianni Franco Papa. “In relazione a del tutto serene e composte divergenze di opinione sulla direzione strategico-organizzativa dell’azienda e alla volontà del gruppo di continuare il processo di semplificazione del proprio modello, UniCredit e Roberto Nicastro hanno deciso di comune accordo di separare le proprie strade dal primo ottobre prossimo”, si legge nel comunicato della banca che ha riconosciuto al manager una buonuscita di 5,39 milioni di euro.
Via Nicastro, la banca varerà un nuovo modello organizzativo che non prevederà più la figura del direttore generale. La decisione di Nicastro, ha infatti commentato Ghizzoni nbella conference call con gli analisti, “ci dà la possibilità di semplificare la struttura manageriale, rendendo così più incisivo il processo decisionale”.