La sospensione stabilita nella mattinata del 22 luglio non basta. Unicredit – almeno per il momento – si arrende e annuncia il ritiro dell’offerta su Banco Bpm. Dopo un lungo consiglio d’amministrazione, chiamato anche ad approvare i conti del primo semestre 2025, la banca guidata da Andrea Orcel annuncia il passo indietro “in quanto la condizione relativa all’autorizzazione golden power non è soddisfatta“, spiega l’istituto in una nota. Poi l’attacco, duro e perentorio: “Il processo di offerta è stato influenzato dalla clausola di golden power, insistentemente invocata dai vertici di Bpm, che ha impedito a Unicredit di dialogare con gli azionisti di BPM nel modo in cui un normale processo di offerta avrebbe consentito”.
Il ritiro arriva a 24 ore da quella che, senza lo stop della Consob, sarebbe stata la scadenza dell’offerta, fissata per il 23 luglio, ma anche alla vigilia della presentazione dei conti del secondo trimestre attesi in utile netto per 2,5 miliardi.
Cosa succederà adesso? Fino a ieri, l’ipotesi più accreditata prevedeva che Unicredit ritirasse l’offerta per poi ripresentarla in tempi brevi (tra luglio e settembre), con condizioni e caratteristiche diverse. Sempre che, nel frattempo, l’incertezza innescata dal golden power venga meno.
Le accuse di Unicredit
Le accuse di Unicredit non sono rivolte tanto al governo, quanto ai vertici di Banco Bpm, colpevoli secondo Piazza Gae Aulenti di aver “privato i propri azionisti del dialogo che normalmente avviene durante un periodo di offerta per comprendere il valore creato dalla combinazione e determinare le condizioni che sarebbero state accettabili per andare avanti”.
Attraverso una nota, Unicredit parla anche dei “progressi compiuti” grazie alla decisione del Tar, che ha che ha parzialmente accolto il ricorso della banca, annullando due delle restrizioni imposte all’operazione, ma anche dei passi avanti effettuati con la Dg Comp dell’Unione Europea, che dopo aver autorizzato l’operazione lo scorso 19 giugno ha inviato una lettera al Governo italiano criticando le condizioni imposte con il golden power che potrebbero costituire una violazione delle norme Ue. A questa lettera l’esecutivo dovrà rispondere indicativamente nella prima settimana di agosto.
Unicredit riferisce anche di progressi compiuti con il “Governo italiano”, ma ammette che “i tempi per una risoluzione definitiva della questione golden power vanno ben oltre la scadenza della nostra offerta e anche di quella della sospensione decisa oggi dalla Consob“, che ha deliberato ulteriori 30 giorni di stop, fino al 21 agosto.
“Pertanto, per fare chiarezza sulla situazione e tutelare gli interessi di Unicredit e dei nostri azionisti, abbiamo deciso di non rinunciare alla condizione del golden power, che non è stata soddisfatta, e di ritirare di conseguenza l’offerta”, conclude l’istituto guidato da Andrea Orcel.
Unicredit: “È un opportunità mancata”
Nel suo annuncio, Unicredit non nasconde l’amarezza per quella che definisce “un’opportunità mancata non solo per gli stakeholder di Bom, ma anche per le comunità imprenditoriali italiane e per l’economia in generale” e si dice “convinta che il consolidamento del settore bancario italiano porterebbe benefici sia al Paese che all’Europa nel suo complesso”.
“L’obiettivo principale di Unicredit rimane l’esecuzione della sua vincente strategia di trasformazione, che sta dando risultati tangibili ben al di sopra delle aspettative. Le fusioni e acquisizioni rimangono uno strumento da utilizzare solo se accelerano ulteriormente tale strategia e aumentano la creazione di valore”, conclude la nota.
Orcel: “L’incertezza sul golden power non giova a nessuno”
“La mia responsabilità principale è di agire nel migliore interesse di Unicredit e dei nostri azionisti”, ha commentato l’amministrato delegato Andrea Orcel, secondo cui “La continua incertezza sull’applicazione delle prescrizioni del Golden Power non giova a nessuno dei due. Abbiamo quindi deciso di ritirare la nostra offerta”.
“La strategia di Unicredit è eccellente e la sua esecuzione è sempre stata il centro della nostra attenzione. I risultati lo testimoniano – ha continuato il manager- Per questo continueremo a perseguire la nostra trasformazione con la stessa energia e determinazione che ci hanno aiutato a battere i record, a consolidare la posizione di leader nel settore e – cosa più importante – a operare come partner bancario affidabile per i nostri clienti e le loro comunità”.
Sulla questione si è espresso anche il presidente di Unicredit, Pietro-Carlo Padoan, secondo cui “La combinazione tra Unicredit e Banco Bpm avrebbe apportato un enorme valore aggiunto per tutte le parti interessate. Il processo di offerta deviato e la continua incertezza hanno reso questa situazione insostenibile“.