Il gruppo Unicredit archivia il primo trimestre 2020 con una perdita netta contabile pari a 2,7 miliardi di euro, a fronte di un risultato netto sottostante di -58 milioni. Determiannete il peso di svalutazioni straordinarie legate all’effetto Covid-19. Lo fa sapere la Banca in un comunicato, precisando che ricavi si sono attestati a 4,37 miliardi di euro, in calo dell’8,2% su base annua e del 9,7% rispetto all’ultimo trimestre del 2019.
Sul versante della redditività, il margine d’interesse si è fermato a 2,5 miliardi, registrando una flessione del 3% tendenziale e dello 0,5% congiunturale. Le commissioni, invece, sono state pari a 1,6 miliardi, in crescita del 5,2% su anno.
Per quanto riguardai coefficienti, Unicredit afferma di avere “un livello di capitale Cet1 molto solido, al 13,44%, e un liquidity ratio al 143%”. Il Cet1 Mda buffer è salito a 436 punti base nel primo trimestre 2020, “nonostante l’aggiornamento dello scenario macro Ifrs9”. La banca conferma che il Cet1 Mda buffer target sarà “ben al di sopra” di 200-250 punti base per tutto il 2020.
In generale, il risultato del trimestre è stato condizionato “da poste non operative in linea con la guidance”: principalmente costi di integrazione in Italia (-1,3 miliardi), transazioni relative a Yapi (-1,7 miliardi) e cessioni immobiliari (+0,5 miliardi).
Unicredit scrive che l’inizio dell’anno è stato “eccellente, con un’ottima performance nei primi due mesi”, mentre le conseguenze della pandemia di coronavirus “sono state visibili a partire da marzo”.
Nel nuovo scenario, “alla luce dell’elevata incertezza del contesto”, Unicredit annuncia che lavorerà a un aggiornamento del piano strategico, da presentare “in un Capital Markets Day verso la fine dell’anno o l’inizio dell’anno prossimo”. In ogni caso, la Banca conferma che “i pilastri di Team 23 restano una priorità strategica: aumento e rafforzamento della base clienti; trasformazione e massimizzazione della produttività; gestione disciplinata del rischio e dei controlli; gestione del capitale e del bilancio”.
“Il primo trimestre 2020 ha confermato ancora una volta l’impatto positivo di Transform 2019 su tutto il nostro business – commenta Jean Pierre Mustier, amministratore delegato di Unicredit – La nostra performance commerciale nei primi due mesi è stata molto forte e abbiamo ora una posizione patrimoniale estremamente robusta, con un’ampissima posizione di liquidità, pari al 143 per cento alla fine del trimestre”.
In seguito all’esteso lockdown, “abbiamo preso la decisione proattiva di anticipare il nostro periodico aggiornamento dello scenario macroeconomico IFRS9 per il secondo trimestre – ricorda ancora il manager – e abbiamo annunciato 902 milioni di euro addizionali di rettifiche su crediti. Sulla base delle nostre assunzioni realistiche, stimiamo che il nostro costo del rischio si attesterà nel range 100-120 pb nell’esercizio 2020”.
Quanto alla remunerazione per gli azionisti, “non ci sono modifiche nella politica dei dividendi sul 2021 e oltre“, spiega Mustier in un briefing telefonico con i giornalisti, precisando che “non cambiano” le linee guida sul pay-out ratio, che “sarà al 40% sul 2022 e al 50% sul 2023”.
Quanto al dividendo relativo al 2019, “lo abbiamo sospeso e rivedremo la decisione nel quarto trimestre, dopo il primo ottobre, tenendo conto della situazione e delle raccomandazioni della Bce”.
Infine, “abbiamo tutti gli strumenti per far fronte alle sfide senza precedenti presentate dalla pandemia Covid-19 grazie ai nostri importanti punti di forza e al nostro modello di business focalizzato”, conclude Mustier.
Ad aprile Unicredit ha erogato in Italia quasi un miliardo di euro di prestiti garantiti dallo Stato, ma l’obiettivo è raggiungere quota 15 miliardi. Inoltre, al 24 aprile, la banca aveva approvato 28 miliardi di euro di prestiti a 279mila clienti in tutti i Paesi che hanno offerto la moratoria.