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Unicredit, Orcel su Banco Bpm: “Mai escluso rilancio, ma gli sviluppi sono negativi”

Imagoeconomica

“Se saremo convinti che c’è più valore non abbiamo mai escluso di poter rilanciare l’Ops su Banco Bpm”, ma da quando l’operazione è stata annunciata “quello che è successo è uno sviluppo negativo, non positivo”. Lo ha detto a chiare lettere l’amministratore delegato di Unicredit, Andrea Orcel, parlando alla Morgan Stanley European financials conference 2025. 

Unicredit, Banco Bpm e l’incognita Danish Compromise

Qual è lo “sviluppo negativo” a cui si riferisce il manager? Il via libera dei soci del Banco alla realizzazione e al rilancio dell’Opa su Anima prima dell’arrivo del responso della Bce sull’applicazione del Danish Compromise. Prima dell’assemblea, d’altronde, Orcel aveva lanciato un avvertimento chiaro: l’aumento del prezzo e la rinuncia, in tutto o in parte delle condizioni dell’offerta o anche ad una sola di esse (leggasi proprio Danish Compromise ndr.) avrebbe potuto “determinare la risoluzione o l’inefficacia” dell’offerta di Unicredit su Piazza Meda. Ma il rilancio è arrivato comunque, l’opa di Banco Bpm su Anima è partita lunedì e il nodo relativo al compromesso danese non è ancora stato sciolto, anche se il Ceo della banca Giuseppe Castagna martedì ha rassicurato tutti, intervenendo proprio da Londra “Siamo sicuri che il via libera della Bce arriverà, anche perché siamo già un conglomerato finanziario sotto l’ombrello del Danish Compromise, si tratta solo di aggiungere qualcosa”.

“Con il Danish Compromise la transazione” Anima “ha un ritorno sull’investimento di oltre il 15% senza consumare molto capitale, ma senza il Danish Compromise il ritorno sull’investimento e’ all’11% e consuma miliardi di capitale”, ha spiegato Orcel. Nel secondo caso “quello che compreremmo sarebbe molto meno capitalizzato di quanto si pensava prima” e quindi “se succede non è un elemento positivo, ma negativo”. Senza il Danish Compromise, ha notato ancora Orcel, ci sarebbe “una significativa diluizione del ritorno sull’investimento”.  

Orcel: “Decideremo su Banco Bpm alla fine dell’operazione”

Orcel ha poi chiarito di aspettarsi le ultime autorizzazioni all’Ops “alla fine di questo mese” e che quindi “il periodo di offerta potrà essere in qualunque momento tra la prima settimana di giugno e l’inizio di luglio”. 

Ogni decisione sulla revisione dei termini o sul ritiro dell’offerta potrà essere presa fino a due giorni prima della chiusura e quindi, ha proseguito, “sarebbe totalmente irrazionale da parte nostra fare discorsi su cosa fare prima di essere vicini alla chiusura”. “Allora decideremo se c’è valore nel fare l’operazione del tutto e se c’è qualche ragione per rivedere il prezzo – ha concluso -. In caso lo faremo, altrimenti no”. Nel frattempo si spera che da Francoforte arrivino novità sul compromesso danese che potrebbero essere decisive.

Orcel su Commerzbank: “La pazienza è la cosa più importante”

Alla conferenza di Morgan Stanley di Londra, Orcel ha parlato anche della seconda grande operazione in cui è coinvolta Unicredit: la scalata di Commerzbank. Su questo fronte, “la pazienza in questo momento è la cosa più importante’”, ha affermato il manager.

Pochi giorni fa, Piazza Gae Aulenti ha ottenuto il via libera della Bce a salire fino al 29,9% della banca tedesca “e questo è un fattore positivo”, ha chiarito il Ceo. “Stiamo aspettando altre approvazioni, alcune delle quali stanno richiedendo più tempo di quanto ci aspettavamo”, ha aggiunto, notando quindi che “ci possono volere mesi”. “Solo per avere tutte le approvazioni raggiungeremo l’estate o l’inizio dell’autunno”, ha notato ancora, precisando che “una cosa è avere il 30%, un’altra è un’eventuale aggregazione” per la quale è necessario anche “intavolare discussioni col governo tedesco, quando si sarà formato”. 

A quel punto sarà anche questione di considerare il valore dell’operazione: “Da quando abbiamo iniziato a comprare la banca ha raddoppiato il valore e quindi è una transazione diversa”, ha puntualizzato Orcel, precisando però che “la questione non è se ha raddoppiato il valore ma se questo raddoppio è giustificato oppure no”. Anche perché nel frattempo UniCredit può contare su una “significativa” plusvalenza implicita sulla sua quota. Se non ci saranno le condizioni per l’M&A, la banca potrà quindi “rimanere ferma” fino al 2027 e ottenere i frutti del piano di Commerzbank, se sarà realizzato, oppure “vendere esercitando le nostre opzioni put e restituire il capitale agli azionisti”.

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Categories: Finanza e Mercati