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Unicredit, Orcel: “Commerzbank è un test per l’Europa, non vogliamo posti in cda”. E Deutsche Bank si sfila

Il Ceo Andrea Orcel, nel suo primo intervento dopo l’operazione Commerzbank, afferma di voler riaprire un dialogo con “tutti gli stakeholders” e che “tutti gli scenari sono aperti”. Un portavoce di Scholz: “Non spetta a noi fermare Unicredit”. La banca rivede al rialzo l’utile netto, “oltre 9 miliardi”. Il titolo sale in Borsa

Unicredit, Orcel: “Commerzbank è un test per l’Europa, non vogliamo posti in cda”. E Deutsche Bank si sfila

“La mossa su Commerzbank è un test di prova per l’Europa“. Lo ha detto chiaro e tondo Andrea Orcel, parlando alla conferenza di Bank of America a Londra nel suo primo intervento pubblico dopo il caos politico scatenatosi in Germania, e non solo, in seguito all’acquisto da parte di Unicredit di una quota potenziale del 21% della seconda banca tedesca. 

L’amministratore delegato di piazza Gae Aulenti ha sottolineato: “Non chiederemo posti nel cda di Commerzbank”, e ha chiarito che la l’istituto italiano perseguirà un accordo con Commerzbank solo in caso di ampio sostegno da parte degli azionisti e se ci sono le condizioni, altrimenti potrebbe decidere di liquidare l’investimento. Parole che sono piaciute al mercato con il titolo Unicredit che si è portato in vetta al Ftse Mib (+0,05%), segnando un rialzo dell’1,56% a 37,84 euro. 

Orcel: “Su Commerzbank tutti gli scenari sono aperti, ci sono 3 alternative”

Quello in Commerzbank “al momento è un investimento, nient’altro. Non ci sono offerte, siamo un grande azionista” e ora anche “un azionista strategico”, ma “abbiamo fatto un investimento dovuto al modo in cui Commerzbank si adatta ai nostri parametri”, ha spiegato Orcel, intervenendo alla 29esima Financials Ceo Conference di Bank of America. 

Il manager ha notato che al prezzo a cui la banca ha effettuato l’investimento prevede un ritorno “ben superiore al 15%”, ricordando inoltre che l’istituto ha messo in piedi coperture per proteggersi da eventuali flessioni del valore. 

Da qui in avanti ci sono quindi “tre alternative”, ha sottolineato l’amministratore delegato di Unicredit: “rimaniamo così e aiutiamo Commerzbank a cristallizzare il valore inespresso che crediamo ci sia, troviamo il modo di fare una cosa più grande, ma per farlo entrambe le parti devono volerlo”, o se tutto questo “non funziona vendiamo e auspicabilmente nel nostro capitale tornerà di più” di quanto ne sia uscito “e lo distribuiremo agli azionisti”..

Orcel ha invitato la platea a non “sottovalutare quanto siamo disciplinati: non abbiamo bisogno di fare qualcosa insieme” a Commerzbank, “non siamo obbligati a farlo”. “Se la domanda è se saremo costretti a farlo a termini che non convincono, la risposta è no”, ha concluso, ribadendo che “tutti gli scenari sono aperti, non ce n’é’ uno che predomina”.

Orcel: “Non chiederemo posti nel cda di Commerzbank”

Non chiederemo posti nel board” di Commerzbank, ha precisato poi il numero uno di Unicredit, aggiungendo che “siamo un investitore” e “non credo che gli investitori debbano avere posti in cda e in questo caso sarebbe anche inappropriato perché siamo anche un concorrente”, ha aggiunto. “Finché saremo investitori quello che conta è agire come tali e avere accesso solo alle informazioni pubbliche – ha proseguito ancora Orcel – e il nostro ruolo può essere quello di suggerire cosa provare a fare anche in base all’esperienza già fatta con Hvb.

Orcel: “Vogliamo riaprire un dialogo, è un investimento da 3,5 miliardi”

Nel corso del suo intervento il ceo ha lanciato un ramoscello d’ulivo al Governo tedesco, che nei giorni scorsi non ha nascosto la sua forte contrarietà all’operazione. Sulla questione era intervenuto addirittura il cancelliere tedesco Olaf Scholz, parlando di “Attacchi non amichevoli” e “acquisizioni ostili”, mentre mercoledì il portavoce del governo, Steffen Hebestreit, rispondendo alla domanda se il governo Scholz intenda evitare l’acquisizione di Commerzbank da parte di Unicredit, ha detto: “Non spetta a noi, noi non siamo attori, il governo detiene delle quote”. “Non c’è una ulteriore riflessione per evitare qualcosa e questo dipende adesso dagli attori del mercato dei capitali”, ha aggiunto. Martedì, un portavoce della commissione Ue non ha voluto commentare direttamente l’operazione, ma ha affermato che le fusioni tra banche sono utili perché le rendono “più resilienti agli shock grazie alla maggiore diversificazione degli asset” e rappresentano anche un vantaggio per l’economia.

Replicando alla domanda di un giornalista che gli chiedeva se nel percorso che ha portato a acquistare una quota potenziale del 21% in Commerzbank la banca si sia confrontata con il governo tedesco, Orcel ha risposto: “Direi, più genericamente, che abbiamo parlato, ripetutamente, con molti stakeholder di Commerzbank e quindi quando siamo stati invitati a comprare il 4,5%” dello Stato tedesco “ci è parso che fosse la normale conseguenza di quel processo”. 

“Credo che ogni banca che fa una mossa del genere ha la tendenza di parlare a tutti gli stakeholder rilevanti e non solo una volta, ma più di una volta, per verificare se almeno nella valutazione iniziale la maggior parte degli stakeholder sia nel posto giusto’”, ha sottolineato il banchiere. “Qualsiasi strada abbiamo davanti richiede di continuare il dialogo e avere un dialogo. Siamo più che disponibili a riaprire quel dialogo e ad avere un dialogo costruttivo con tutti gli stakeholder”, anche perché, ha ricordato, “abbiamo 3,5 miliardi investiti in Commerzbank“.

Deutsche si sfila e Commerz cambia Ceo

Novità importanti arrivano anche dalla Germania: Deutsche Bank si sfila ufficialmente dall’operazione Commerzbank: “Penso che abbiamo ancora del lavoro da fare prima di essere davvero pronti a partecipare al consolidamento”, ha detto il direttore finanziario della prima banca tedesca, James von Moltke, che ha di fatto escluso la possibilità di un interesse per Commerzbank, eliminando un potenziale concorrente di Unicredit nella gara per la banca tedesca. Lo scorso 16 settembre l’agenzia Bloomberg aveva rivelato che il Ceo Christian Sewing e i suoi manager stavano studiando diverse opzioni, tra le quali anche il possibile acquisto di una parte o della totalità della restante quota del 12% di Commerzbank detenuta ancora dal governo tedesco allo scopo di mettere i bastoni tra le ruote a Unicredit e impedire la nascita di un enorme concorrente sul mercato bancario nazionale. 

“Abbiamo la nostra strategia da eseguire, abbiamo fatto promesse ai nostri investitori – ha aggiunto  von Moltke – non pensiamo che siamo pronti, che siamo nella posizione. Il management crede che ci sia un grande potenziale di upside” in Deutsche Bank “che dobbiamo dimostrare ai nostri investitori, prima di volerlo condividere con un altro gruppo di azionisti”. 

Nel frattempo, nella serata di martedì, CommerzBank ha annunciato un cambio ai vertici, con la cfo Bettina Orlopp che diventerà ceo dell’istituto bancario. Il Consiglio di Sorveglianza di Commerzbank l’ha poi nominata anche nuova presidente del Consiglio di gestione, con le dimissioni dell’attuale presidente Manfred Knof. L’assunzione della carica, si legge in una nota, avverrà “nel prossimo futuro”. Inoltre, il Consiglio di sorveglianza ha deciso di nominare Michael Kotzbauer vicepresidente con effetto immediato.

Unicredit rivede i target: utile sopra i 9 miliardi

“Sono sicuro che siate tutti interessati all’investimento che stiamo facendo in Commerzbank, ma per prima cosa voglio sottolineare che l’attenzione della squadra è su Unicredit, lo spettacolo principale è Unicredit”, ha detto Orcel alla Bofa conference, annunciando che nel 2024, l’utile netto di Unicredit sarà di ‘”oltre 9 miliardi”, alzando così l’asticella rispetto alle previsioni che indicavano il risultato netto sopra 8,5 miliardi. L’ad della banca ha espresso fiducia sul fatto che, tolti investimenti, la banca segni un utile di 10 miliardi: “questo è il numero pulito”, ovviamente escludendo le dta”, ha detto. Tuttavia, ha spiegato, “abbiamo detto che faremo investimenti e siamo più vicini alla fine dell’anno, quindi abbiamo più visibilità su cosa possono essere questi investimenti – ha proseguito – Pensiamo che l’anno segnerà un utile netto di oltre 9 miliardi”. “Questo numero si confronta con gli 8,6 miliardi del 2023“. 

Nello stesso frangente, la banca ha annunciato di aver rivisto gli accordi di bancassicurazione: rileverà le quote di Cnp Assurances e Allianz nel Vita che alla fine verranno fuse e poste sotto la guida di Alessandro Santoliquido. 

(Ultimo aggiornamento: ore 16.45 del 25 settembre).

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