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Unicredit, Orcel al Financial Times: “La pace in Ucraina può accelerare la nostra uscita dalla Russia”

Imagoeconomica

Unicredit potrebbe accelerare l’uscita dalla Russia in caso di una svolta nella guerra in Ucraina. Lo ha detto l’amministratore delegato di Piazza Gae Aulenti, Andrea Orcel, in un’intervista al Financial Times.

Unicredit, protagonista assoluta del risiko bancario europea con la scalata di Commerzbank, l’Ops su Banco Bpm e gli acquisti su Generali che l’hanno portata al 5,2%, è una delle poche grandi banche occidentali ad essere rimasta in Russia dopo l’invasione dell’Ucraina, avvenuta nel febbraio 2022.

Orcel: “Se il quadro politico cambia potremo uscire dalla Russia a prezzi migliori”

Secondo Orcel la fine delle ostilità potrebbe consentire a Unicredit di assicurarsi condizioni migliori per l’uscita, dopo che la scorsa settimana aveva escluso una cessione dell’asset russo a un prezzo “non equo”.

“Se la politica cambia, la nostra capacità di vendere (la filiale russa ndr.) a condizioni più interessanti migliora, perché la situazione si normalizza per tutti, da entrambe le parti”, ha dichiarato Orcel, aggiungendo che, come conseguenza, “il nostro percorso di uscita si velocizza e i numeri sembrano molto migliori”. 

Le considerazioni di Orcel arrivano in un momento molto delicato dopo il primo summit tra Russia e Usa in Arabia Saudita e il vertice tra i leader europei sull’Ucraina tenutosi a Parigi. Mercoledì, tra l’altro, il presidente Usa si è scagliato contro il suo omologo ucraino, Volodymyr Zelensky, definendolo un “dittatore” e un “comico mediocre”.  

Il peso della Russia

La banca, ha spiegato Orcel a Ft, si era impegnata “seriamente negli ultimi tre anni con un numero significativo di controparti per esplorare tutte le opzioni’ per le sue attività in Russia, “ma date le varie complessità e le sanzioni, non siamo stati in grado di andare avanti”. Tuttavia, Unicredit ha ridotto in modo significativo i prestiti e i depositi nel Paese, spiegando di essere in linea con le richieste della Bce. Tanto che i profitti delle attività russe saranno “marginali” entro il 2027.

Nel 2024, la Russia ha inciso per il 5% dei ricavi totali del gruppo, sono saliti del 9% a 1,3 miliardi di euro nel 2024 e ha contribuito con 577 milioni di euro di utile netto annuale su 9,3 miliardi totali. 

Fine guerra positivo per l’Europa

Il Ceo di Unicredit ha affermato inoltre che il potenziale recupero dell’economia europea dalla fine della guerra in Ucraina sia stato sottovalutato: “La fine della guerra, che spero avvenga alle giuste condizioni, eliminerà l’incertezza geopolitica e i livelli di investimento e rimbalzo saranno davvero significativi. I mercati lo hanno ignorato per ora, ma lo vedremo”.

Parlando dei difficili rapporti tra Usa e Europa, Orcel ha aggiunto che Trump sta dicendo alla Ue di “reggersi sulle proprie gambe”, un “invito” che però potrebbe diventare anche “un campanello d’allarme positivo”. “Se vogliamo difendere i nostri ideali e la nostra democrazia, dobbiamo diventare un blocco economico forte”, ha aggiunto il banchiere, dicendosi ottimista sul futuro.

Orcel: “Mosse su Banco Bpm e Commerz degenerate in attacchi personali”

“Le due operazioni” di Unicredit su Banco Bpm e Commerzbank  “sono degenerate in dibattiti politici, che non dovrebbero esserci, e in una certa misura, forse in larga misura, in attacchi personali”, ha spiegato Orcel al Financial Times. “Nonostante – ha proseguito – si tratti di due operazioni di mercato, hanno scatenato un dibattito che riguarda l’Europa, l’Unione europea, l’unione bancaria e l’unione dei mercati dei capitali’. Da questo punto di vista, sottolinea Orcel, “considerando tutto il dibattito su come l’Europa debba stare in piedi, e unirsi per creare il valore per cui è nata, il dibattito intorno a queste operazioni è piuttosto destabilizzante per questo concetto”.

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Categories: Finanza e Mercati