Commerz o non Commerz, per fare cassa e alimentare nuovi sogni strategici l’Unicredit di Jean Pierre Mustier non ha alcuna intenzione di cedere la sua partecipazione dell’8,4% in Mediobanca.
In realtà la recente vendita di un altro 17% di Finecobank, l’accenno dello stesso Mustier alla “vendita di alcuni asset” e la ripetuta insistenza di Unicredit nel qualifcare come puramente finanziaria e non strategica la propria partecipazione in Mediobanca avevano ancora di recente fatto pensare che ai vertici della banca di Piazza Gae Aulenti ci potesse essere un ripensamento e una disponibilità, a determinate condizioni, a vendere la quota detenuta nell’istituto di Piazzetta Cuccia.
In realtà, per ora, nulla autorizza a pensare che Unicredit voglia lasciare Mediobanca, anche se mancano commenti ufficiali in tal senso. In effetti la cessione di Mediobanca è, in questo momento, del tutto improbabile per due almeno due ragionI. In primo luogo perchè il titolo Mediobanca, che oggi quota a 8,8 euro, si è avvicinato al valore di carico (10,2 euro) al quale Unicredit l’ha in portafoglio ma è ancora sotto e vendere significherebbe accusare una minusvalenza. In secondo luogo perchè, restando il primo azionista di Mediobanca, Mustier spinge Alberto Nagel e tutto lo stato maggiore di Mediobanca a fare da scudo a Generali nel caso si manifestassero dall’estero propositi aggressivi sul Leone.
Quanto a Commerz, gli occi sono invece tutti rivolti all’imminente consiglio straordinario della banca tedesca del prossimo 21 maggio quando gli azionisti metteranno probabilmente sotto pressione l’Ad Martin Zielke per capirne le intenzioni strategiche dopo il fallimento del progetto di fusione con Deutsche Bank.