Unicredit non utilizzerà la finestra anticipata di uscita dal patto di Mediobanca che vale fino alla fine di settembre. Nella riunione del board di ieri della banca di Piazza Gae Aulenti, l’ad Jean Pierre Mustier ha informato dell’intenzione di restare per ora nel patto di sindacato di Mediobanca perchè un’uscita anticipata comporterebbe una minusvalenza per Unicredit. Ad oggi infatti l’azione Mediobanca vale 9,17 euro mentre Unicredit, che detiene l’8,4% dell’istituto di Piazzetta Cuccia, ha in carico i titoli a 10,2 euro.
Tutto ciò non cambia il giudizio di Unicredit sulla partecipazione dell’8% in Mediobanca, che viene considerata puramente finanziaria e perciò smobilitabile non appena le condizioni di mercato lo renderanno conveniente in quanto Unicredit e Mediobanca, diversamente dal passato, sono oggi sempre più concorrenti.
Malgrado il patto di sindacato di Mediobanca, che raccoglie il 28% del capitale scada nel 2019, Mustier chiederà di poter inserire una deroga che permetta di svincolarsi prima della scadenza, qualora maturassero condizioni favorevoli.
Restando per ora nel patto, Unicredit eviterà perdite in conto capitale e soprattutto influirà sulle nomine al vertice di Generali, la principale partecipata di Mediobanca che ne detiene il 13%, facendo valere il proprio peso sia sulla scelta del futuro presidente che sulla conferma dell’ad Philippe Donnet.
Ieri, intanto, il cda di Mediobanca ha approvato il progetto di bilancio da presentare all’assemblea del 27 ottobre (impossibile, perchè domenica, mantenere la tradizionale data del 28 ottobre, nella quale Enrico Cuccia soleva convocare l’assemblea in sfregio alla festività fascista) con la conferma di un risultato netto di 337 milioni di euro per la capogruppo e di 863,9 milioni per l’intero gruppo. Conferrmato anche il dividendo di 0,47 euro ad azione in distribuzione dal 21 novembre.