Intervistato da Repubblica sui temi caldi dell’ultima settimana, Jean Pierre Mustier, ad di Unicredit, ha parlato a tutto campo riguardo alla situazione di Mps, all’imminente aumento di capitale del gruppo da lui guidato e, infine, allo stato di salute di Mediobanca.
Secondo il numero uno del colosso milanese, se Mps e altre banche diventassero pubbliche non ci sarebbero effetti negativi sul prossimo aumento di capitale di Unicredit; “La cosa importante per l’economia italiana è avere banche di qualità e forti, senza troppi cattivi crediti e con patrimoni solidi. […]Qualunque soluzione sarà trovata, sono certo che dopo Natale l’Italia avrà banche più forti e in grado di sostenere le esigenze dei clienti”. Mustier si è detto anche fiducioso per le sorti delle banche venete (Unicredit tramite Atlante è socio di peso di Vicenza e Veneto Banca).
In merito al decreto del Tesoro, approvato in Parlamento mercoledì mattina, Mustier si è detto aperto a “ogni decisione di supportare il sistema bancario e migliorare il contesto in cui si opera”.
Parlando di Unicredit e del piano lanciato martedì scorso, basato su un aumento di capitale sul mercato da 13 mld in agenda a febbraio, il manager parigino ha invitato gli azionisti a condividere l’obiettivo che Unicredit sia forte e paneuropea. “Dopo l’aumento di capitale – ha dichiarato Mustier – il centro di gravità azionario probabilmente sarà più internazionale, ma rimarrà lo stesso focus”.
A margine dell’intervista, rispondendo alla domanda relativa alla natura della partecipazione di Unicredit in Mediobanca, Mustier è stato molto chiaro, escludendo un’uscita da Mediobanca ma allo stesso tempo lanciando un segnale forte: “(la partecipazione) non è né strategica né finanziaria. Vogliamo che Mediobanca migliori la redditività. Ne siamo il primo azionista e vogliamo che abbia la migliore strategia possibile. Consideriamo Mediobanca un po’ la nostra 15esima banca: come le altre deve creare adeguato valore”.