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Unicredit-Mps al test di Piazza Affari

Il colpo d’ala di Orcel all’esame della Borsa – Negli Usa frena Amazon mentre l’Asia chiude il peggior mese da marzo

Unicredit-Mps al test di Piazza Affari

L’Asia si avvia a chiudere il peggior mese da marzo. Il Pil Usa sale meno del previsto anche se i consumi segnano +11,8%. Emergono segnali di stanchezza dopo la lunga corsa: rallenta Amazon, regina dell’e-commerce, e i day traders tradiscono Robinhood, la piattaforma che fa il suo esordio a Wall Street con un calo dell’8,4%. Non mancano certo i temi da sviluppare in avvio dell’ultima seduta di luglio, ma il titolo di copertina tocca d’obbligo a Unicredit/Montepaschi, salita ieri sulla rampa di decollo.

ORCEL CHIEDE UNA DOTE DI 6 MILIARDI

Alla vigilia della trimestrale, la prima della gestione Orcel, il Tesoro ha sottoposto all’istituto la proposta definitiva per la privatizzazione del Montepaschi. La banca di piazza Gae Aulenti (che nel pomeriggio ha riunito il cda per discutere di questo tema) ha approvato i presupposti per una potenziale operazione. Il deal, spiega una nota, dovrebbe avere “ad oggetto le attività commerciali di Mps, attraverso la definizione di un perimetro selezionato e di adeguate misure di mitigazione del rischio. A tal fine, avvieranno interlocuzioni in esclusiva per verificare la fattibilità dell’operazione”.

In cifre, Unicredit chiede una dote pubblica che, tutto compreso, si stima superiore ai 6 miliardi. Ora si avvierà un negoziato esclusivo, da chiudere “nel giro di 40 giorni”. Nel frattempo, Unicredit ha comunicato i risultati trimestrali che hanno battuto le attese. Nel secondo trimestre ha realizzato un utile netto di 1,03 miliardi di euro contro stime di consenso a 736 milioni. Confermata per l’intero 2021 una guidance di oltre 3 miliardi. Sempre oggi, Mps uscirà dagli stress test europei con un deficit patrimoniale vicino ai i 2 miliardi.

LUGLIO AMARO PER I LISTINI D’ORIENTE: -6%

Accantonate le faccende di casa nostra, c’è da registrare la performance negativa dell’Asia, cui non fa bene l’Olimpiade, funestata dall’aumento dei contagi.

L’indice MSCI ASia-Pacific ex Japan ha accumulato una perdita superiore al 6%: per trovare di peggio bisogna risalire al marzo 2020. Sono in calo anche il Kospi di Seoul (-0,9%) e il Nikkei di Tokyo (-1,7%). In controtendenza il Sensex di Mumbay (+0,2%).

Le rassicurazioni dei regolatori cinesi e dei media ufficiali hanno contribuito a calmare i nervi degli investitori, ma nel finale di seduta di oggi le blue chip cinesi scendono dell’1% e l’Hang Seng di Hong Kong del 2%, con i titoli tecnologici ancora una volta nel mirino dei venditori. L’indice Hang Seng Tech ha esteso le perdite della settimana a oltre il 17%.

USA: LISTINI RECORD, PIL “SOLO” +6,5%

Previsto un avvio in calo anche per Wall Street. Ieri S&P500 (+0,45%) e Dow Jones (+0,42%) hanno toccato il nuovo massimo storico. Nasdaq +0,1%.

Nel secondo trimestre dell’anno il Pil Usa è salito del 6,5%, al di sotto delle aspettative, che avevano stimato un 8,4%. Le richieste di sussidi di disoccupazione sono scese a 400mila nella scorsa settimana.

AMAZON -5%, RICAVI VISTI IN FLESSIONE

Amazon ha ceduto il 5% nell’afterhours, dopo aver fornito previsioni sotto le stime per il terzo trimestre. Il gruppo ha chiuso il secondo trimestre con un utile netto in aumento a 7,8 miliardi di dollari, dai 5,2 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno. I ricavi sono saliti del 27%, a 113,1 miliardi di dollari, sotto le attese degli analisti, che prevedevano circa 115 miliardi. Per il terzo trimestre, Amazon prevede ricavi fra 106 e 112 miliardi di dollari, sotto le previsioni di 118,70 miliardi del mercato.

IPO FLOP PER ROBINHOOD (-8,4%)

Robinhood -8,3% all’esordio a Wall Street per l’app di trading simbolo dei “meme stock”.

Il petrolio è in calo dello 0,5%, dal +1,7% di ieri.

L’oro a 1.827 dollari consolida il brillante +1,4% di ieri, dovuto anche alla debolezza del dollaro.

SALE LA FIDUCIA, EUROZONA IN RALLY

Petrolio in salita e trimestrali con il segno più sono stati i propellenti di una nuova giornata positiva per i listini del Vecchio Continente. A favorire il clima sereno hanno contribuito le conclusioni del vertice della Fed e la ripresa dei mercati cinesi. Nell’Eurozona, inoltre, l’indice di fiducia economica è salito a 119 punti a luglio dai 117,9 di giugno. Anche la Bce ci ha messo del suo: la Banca centrale ha ribadito che il nuovo obiettivo sull’inflazione della zona euro potrebbe comportare una fase transitoria in cui la dinamica dei prezzi al consumo sarà superiore. Lo si legge nei verbali della riunione del consiglio terminata l’8 luglio, incontro nel corso del quale Francoforte ha illustrato le conclusioni della sua prima “strategy review”, fortemente voluta da Christine Lagarde. Nel testo diffuso ieri dalla Banca centrale si ripetono inoltre i messaggi già numerose volte veicolati, tra cui quello che la guidance sui tassi, il programma di acquisto di asset sul mercato e i finanziamenti a lungo termine restano parte integrante degli strumenti di politica monetaria.

MILANO +1,01%: 7 RIALZI NELLE ULTIME 8 SEDUTE

La Borsa di Milano ha messo a segno il settimo rialzo in otto sedute: + 1,01%, a 25.516 punti.

SHELL DÀ LA CARICA ALLA CITY

Londra +0,88%. Acquisti robusti anche sulla sterlina: il cross Euro/GBP è sceso intorno a 0,85, il livello più basso da aprile. I nuovi contagi restano sotto controllo, intorno a 25mila al giorno, dimezzati rispetto al picco di metà luglio.

Royal Dutch Shell (+3% stamattina) ha alzato il dividendo e ha lanciato un buyback da 2 miliardi di dollari in seguito al balzo degli utili del secondo trimestre, saliti ai massimi di oltre due anni grazie all’aumento dei prezzi di gas e greggio.

In evidenza anche i minerari: Antofagasta +4,4%.

VOLA DANONE, TONFO DI ORANGE

Parigi + 0,55%, ai massimi da giugno. In grande salute Danone (+5,8%), che ha anticipato l’intenzione di lanciare un buy back da 800 milioni entro l’anno.

Bene Bic (+4,6%). Soffre al contrario Orange (-3,5%), dopo aver accusato perdite legate alla svalutazione di un’operazione in Spagna.

NUOVI MASSIMI PER VOLKSWAGEN

Francoforte +0,45%. Volkswagen (+1,57%) raggiunge nuovi massimi dopo aver ritoccato al rialzo la guidance per la seconda volta in tre mesi.

I prezzi al consumo sono saliti del 3,1% questo mese, in accelerazione dal +2,1% di giugno, contro il +2,9% atteso dal consensus. Cresce l’occupazione a luglio in Germania rispetto al mese precedente. I disoccupati sono 2,59 milioni, 24mila in meno di giugno e il tasso di disoccupazione scende al 5,6%. “Continua a migliorare il mercato del lavoro”, ha detto il presidente dell’Agenzia federale del lavoro Detlev Scheele, aggiungendo che “la disoccupazione è diminuita ancora significativamente nonostante la pausa estiva. Si mantiene la crescita dell’occupazione. Le imprese sono sempre più alla ricerca di nuovo personale”.

CORRE NOKIA, DELUDONO I CONTI NESTLÉ

Da segnalare Nokia (+7,4%) dopo aver aumentato l’outlook per l’intero anno in seguito a una forte inversione di rotta.

In ribasso a Zurigo Nestlé: -0,37% dopo la trimestrale.

SPREAD A 107, IL 10 ANNI IN ASTA A 0,66%

Lo spread si attesta in area 107 punti, mentre il rendimento del Btp decennale, in sintonia con il Bund, è in calo allo 0,618%.

Dal lato del primario, collocato questa mattina l’importo massimo di 8,75 miliardi tra Btp a 5 e 10 anni insieme al Ccteu.

Assegnato al tasso lordo di 0,02% – minimo da novembre – il nuovo 5 anni agosto 2026 gira sulla piattaforma Refinitiv intorno a 0,015%. Quanto al decennale dicembre 2031, collocato a 0,66% (record negativo da gennaio) il valore del tardo pomeriggio è intorno a 0,67%.

STM SUPERSTAR, STELLANTIS GUIDA L’AUTO

La regina del listino è stata Stm: +5,56% a 35,04 euro in scia ai risultati del secondo trimestre sopra le attese del mercato e al miglioramento della guidance per i ricavi del terzo.

Segue Stellantis (+3,36%), forte Exor (+2,7%). Equita segnala che dalla conference call di PartnerRe è emersa l’indicazione di un dividendo annuale ricorrente di 160 milioni di dollari, interamente incassati da Exor, a cui sarà aggiunto uno special dividend in base alla performance operativa. Cnh +2,77%. Nell’automotive brilla anche Brembo (+5,5%).

Debole Interpump (-0,28%). Berenberg ha avviato la copertura con rating buy e target price di 62 euro.

BIDEN DÀ LA CARICA AL CEMENTO

Il settore cemento costruzioni festeggia il via libera al piano Biden per le infrastrutture. Si avvantaggia Buzzi (+2%), ben presente sul mercato Usa così come WeBuild (+1,8%).

Cementir +4,5% dopo la revisione al rialzo della guidance per l’anno in corso. Positivo il giudizio di Equita e di Kepler Chevreux.

NON SI FERMA CARIGE (+41,16%)

È proseguita la corsa di Banca Carige, sotto la spinta di acquisti individuali. Il titolo ha messo a segno un nuovo rialzo del 41,16%. Il fondo interbancario di garanzia ha reso noto che sta proseguendo nelle attività per la cessione della quota dell’80% detenuta nella banca e che su alcune manifestazioni di interesse, anche parziali, ha in corso approfondimenti.

FINECO SFIORA IL RECORD, UTILI MEDIOBANCA PER 203 MILIONI

FinecoBank ha chiuso in rialzo del 3% a un massimo di 15,38 euro, a soli 4 centesimi di distanza dal record storico. Mediobanca ha chiuso il trimestre aprile-giugno con utili per 203 milioni di euro, quadruplicati rispetto a quelli di un anno fa.

ENEL CONFERMA I TARGET, RICAVI LEONARDO +7,9%

Enel -0,5% prima dei conti annunciati a Borsa chiusa. Per l’esercizio in corso il gruppo guidato dall’ad Francesco Starace prevede un ebitda ordinario compreso tra 18,7 e 19,3 miliardi di euro, un utile netto ordinario tra 5,4 e 5,6 miliardi di euro e una cedola per azione pari a 0,38 euro.

Quasi triplicato l’utile netto di Leonardo nel primo semestre dell’anno, i ricavi segnano un +7,9%.

BILANCI RECORD, MA CHIUDONO IN ROSSO MAIRE E AMPLIFON

Bene Eni (+1,6%). Cambia rotta invece Maire Tecnimomt (-0,45%) dopo essere salita di oltre il 3% all’annuncio di un balzo dell’utile netto semestrale (+99,2%) a 40 milioni di euro su ricavi pari a 1.327,4 milioni (+9,2%), sopra le attese degli analisti.

Un altro caso di “sell on news” riguarda Amplifon (-2,8%) nonostante il balzo di utili e ricavi nel secondo trimestre e l’ottimismo per l’anno in corso. Sul fronte dei ribassi, Mediaset cede il 2,8% e Tod’s l’1,4%.

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