Uno dopo l’altro si arrendono i pretoriani di Donald Trump. Anche il procuratore generale Barr ha ammesso ieri che non esistono prove di brogli elettorali, mentre Rudy Giuliani, l’avvocato del presidente, sta già lavorando secondo il New York Times per garantirgli l’immunità. In questa cornice cadono i no agli stimoli fiscali finora frenati dai repubblicani: il gruppo bipartisan di senatori ha proposto un pacchetto di 908 miliardi in linea con quanto sollecitato dal presidente della Fed Jerome Powell e da Janet Yellen, prossima alla guida del Tesoro, che dichiara: “Siamo in presenza di una crisi storica ed è necessario muoversi con urgenza”.
Cade così uno dei pochi ostacoli al Toro, ancora in corsa dopo l’avvio brillante di dicembre. Il rally delle azioni, da Wall Street alla Cina, mette intanto sotto pressione il dollaro (trattato stamane a 1,207 sull’euro) e le obbligazioni, il cui rialzo suona come un primo campanello d’allarme per l’inflazione. Ma, almeno per ora, i mercati non se ne curano. Pesa di più il warning dell’Ocse: l’Economic Outlook vede per il 2020 l’economia globale in contrazione del 4,2% e avverte che rimane una significativa “incertezza sul prossimo futuro”, esortando i politici di tutto il mondo a “mantenere un sostegno mirato a settori e categorie particolarmente vulnerabili”.
ANCHE LA COREA TOCCA UN NUOVO RECORD
Stamattina in Asia sale ancora il Kospi di Seul (+1,5%, ai massimi di sempre). Sono sulla parità le piazze azionarie della Cina, in lieve rialzo il Nikkei di Tokyo e in calo dello 0,4% il BSE Sensex di Mumbai.
I future di Wall Street arretrano di poco all’indomani del record di S&P500 (+1,1%) e Nasdaq (+1,3%). In forte crescita i rendimenti dei Treasury a 0,91%.
SALESFORCE COMPRA SLACK PER 27 MILIARDI DI DOLLARI
Ieri in serata è arrivato l’annuncio del cambio di proprietà di Slack, un’app per le comunicazioni molto utilizzata in ambito aziendale: a comprarla, pagando un premio del 55% sui prezzi di chiusura, è SalesForce, colosso dei software per la gestione delle vendite. Il prezzo è di 27,7 miliardi di dollari, pagato in contanti e carta. Favorita dal massiccio ricorso al lavoro da casa, Slack è arrivata a 12 milioni di utenti attivi su base giornaliera, una cifra che l’ha resa appetibile agli occhi di molti: pare che anche altri l’avessero messa nel mirino.
Petrolio in calo di fronte alla difficoltà di un accordo in sede Opec+, ma anche per effetto delle prime indicazioni sull’andamento delle scorte di greggio degli Stati Uniti: la società di consulenza American Petroleoum Institute si aspetterebbe un incremento di 4,2 milioni di barili.
In forte ascesa il rame: è il segnale, dice Goldman Sachs, di un rally dell’industria.
VOLTAFACCIA DI BERLUSCONI SUL MES
A movimentare il quadro europeo, in attesa della Brexit, ci pensa l’Italia: Silvio Berlusconi ha fatto sapere che Forza Italia non sosterrà la riforma del Mes e i parlamentari azzurri, spiazzati dalla scelta in linea con la Lega, chiedono un chiarimento immediato alle due capigruppo. Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha avvertito: “Se qualche membro dell’opposizione appoggia la riforma, finisce di essere compagno di strada della Lega”.
SCHNABEL (BCE): POTREMMO DELUDERE I MERCATI
In attesa della prossima riunione della Banca centrale europea, Isabel Schnabel, membro tedesco del direttorio, mette le mani avanti: la Bce deve mantenere le condizioni attuali, non allentarle. “Se è necessario fare qualcosa che deluda le aspettative del mercato – ha precisato – lo faremo”. Una doccia fredda per gli operatori, convinti che la prossima settimana la Banca centrale aumenterà gli stimoli.
MA AI GRANDI INVESTITORI PARLERÀ LA COLOMBA LANE
Per ora aumentala distanza tra falchi e colombe, con il risultato di rendere più difficile cogliere i messaggi di Francoforte. Per evitare equivoci e incomprensioni, la Bce ha preso l’abitudine di chiamare le grandi banche e i grandi investitori tramite il proprio capo-economista Philip Lane, per “spiegare” in modo personalizzato le decisioni di politica monetaria. La novità è stata introdotta a marzo dopo la gaffe della presidente della Banca centrale (“le variazioni dello spread non sono di nostra competenza”, aveva detto Lagarde al debutto in conferenza stampa) e altri errori di comunicazione, seppur meno gravi. Di qui lo strappo alla neutralità della Banca centrale, gelosamente rispettata da Mario Draghi, che, peraltro, sapeva farsi capire (per quel che voleva). Il gossip, rilanciato dal Wall Street Journal a due giorni dal direttorio, è una prova della cautela (o dell’insicurezza) dei vertici della Banca in un momento particolare: l’euro veleggia verso i massimi, la congiuntura non decolla, il rischio di deludere i mercati sale.
UNICREDIT FRENA MILANO, LONDRA FA SCORTE PRIMA DELLA BREXIT
Le vendite su Unicredit (-8,02%) frenano Piazza Affari, che limita il rialzo allo 0,18% a quota 22.099.
L’attività manifatturiera in Italia è cresciuta per il quinto mese di fila a novembre, ma a un ritmo più lento rispetto al mese precedente, zavorrata dalle restrizioni introdotte per contenere il coronavirus. L’indice Pmi elaborato da Ihs Markit si è attestato a 51,5 da 53,8 di ottobre.
Sugli altri mercati è invece ripresa a pieno regime la corsa del Toro. Londra chiude con un balzo dell‘1,91%. Il Pmi della Gran Bretagna a novembre è salito a 55,6, il livello più alto da 35 mesi. La spiegazione sta anche nell’addio alla Ue. Secondo Chris Williamson di Ihs Markit, “la fine del periodo di transizione della Brexit ha portato a livelli crescenti di acquisto di merci, accumulo di scorte di materie prime e maggiori guadagni in nuove attività di esportazione, poiché i clienti con sede nell’Ue hanno anticipato gli ordini”.
VOLKSWAGEN, BRACCIO DI FERRO TRA DIESS E IL SINDACATO
Bene Parigi (+1,14%); leggermente più arretrate Madrid (+0,76%) e Francoforte (+0,76%). Oggi farà caldo al consiglio Volkswagen. Il ceo Herbert Diess è intenzionato a chiedere il rinnovo anticipato del suo mandato, che scadrà nel 2023, per rafforzare la posizione del suo staff all’interno del gruppo. Diess, stratega della rapida transizione all’elettrico, è contestato da una parte della dirigenza e in particolare da Berndt Osterloh, l’uomo forte del sindacato.
Alla corsa dei listini azionari ha fatto ieri da contrappeso la pioggia di vendite sui mercati obbligazionari innescata dal ritorno della propensione al rischio. Il tasso del decennale risale a 0,64% da 0,58% dell’ultima chiusura, con un massimo a 0,65%, ai massimi da oltre 10 giorni, mentre il rendimento dell’omologo Bund tocca quota -0,53%. Lo spread tra i due tassi sul tratto a 10 anni mostra solo un leggero rialzo a 117 punti base, da 116.
L’USCITA DI MUSTIER COSTA 2,5 MILIARDI IN DUE GIORNI
La giornata è stata dominata dal ribaltone annunciato in Unicredit, che ieri ha lasciato sul terreno 1,5 miliardi di capitalizzazione (più un altro miliardo lunedì). L’amministratore delegato Jean Pierre Mustier si dimetterà alla fine del suo mandato nell’aprile 2021, dopo uno scontro con il consiglio di amministrazione della Banca sulle strategie, a partire dalla fusione con Banca Monte Paschi (+3%), che appare oggi l’esito più probabile.
Citigroup ha abbassato il rating sul titolo a neutral da buy. “Il passo indietro potrebbe aumentare l’incertezza sulla strategia del gruppo”, ha sottolineato la banca d’affari americana. Anche Fidentiis ha declassato il titolo a neutral; Mediobanca da neutral a underperform. La Banca ha nominato Adeline De Metz responsabile degli affari regolamentari del gruppo. Molti i nomi dei possibili successori di Mustier, tra cui l’ex ad di Ubi Victor Massiah, Alberto Nagel, Giuseppe Castagna o Marina Natale di Amco, oltre a vari candidati interni.
SALE MPS IN VISTA DELLA FUSIONE
Dal canto suo, Banca Mps sale del 3%. L’ad Guido Bastianini ha proposto al Mef, primo azionista della Banca, un piano per permettere all’istituto di stare sul mercato da solo oltre la scadenza del 31 dicembre 2021, indicata dall’Europa per la privatizzazione. Il piano prevede 3 mila esuberi, meno dei 6-7 mila ipotizzati in una fusione con UniCredit.
Bene il resto del comparto bancario: Intesa San Paolo +2,68%, Mediobanca +1,45%, Bper +1,43%, Banco Bpm +1,38%.
MUSK SPINGE STM IN ORBITA
Miglior performance di giornata sul listino di Piazza Affari per il titolo Stm, che ha chiuso la seduta con un guadagno del 4,5%, a quota 34,35 euro. Il titolo dell’azienda attiva nella produzione di componenti elettronici a semiconduttore continua l’ottima performance di novembre, che l’ha visto guadagnare oltre il 30%. Stm ha firmato di recente un contratto da 2,4 miliardi di dollari con Space X, azienda aerospaziale di Musk, grande protagonista della nuova corsa allo spazio, e questo elemento sta sicuramente spingendo al rialzo il titolo.
ATLANTIA +2,7%, L’ACCORDO CON CDP SLITTA AL 15
Atlantia +2,7%. La controllata Autostrade per l’Italia (Aspi) ha scelto un gruppo di aziende guidate dalla società di ingegneria Proger per la sorveglianza di tutte le 4.500 infrastrutture della rete, destinando 67,5 milioni di euro alle attività di monitoraggio nei prossimi 5 anni. Potrebbe essere il giorno 15 la nuova scadenza per la presentazione di un’offerta finale per Aspi da parte di Cdp, Blackstone e Macquarie.
Bene Fiat Chrysler (+1,3%). Nonostante un netto calo per l’intero mercato delle quattro ruote nostrano (-8,3% a novembre), il gruppo registra una leggera crescita delle immatricolazioni nel corso del penultimo mese del 2020, un anno difficilissimo per il mercato automotive.
Tim +0,5%. Il fondo sovrano di Abu Dhabi sta trattando con Kkr e il governo italiano un investimento nell’ultimo miglio della rete fissa di Telecom Italia, riferiscono tre fonti vicine alla situazione.
MOODY’S PROMUOVE NEXI, CORRE SESA
Nexi -1%. Moody’s ha alzato l’outlook sul merito di credito della società dopo l’annuncio della firma di un framework agreement per l’acquisizione di Nets, confermando il credit family rating a Ba3. Allo stesso tempo Moody’s ha messo il rating di Nets sotto analisi per un possibile miglioramento dopo l’annuncio della possibile combinazione con Nexi.
Tra le mid cap in luce Sesa (+5,36%): Equita ha avviato la copertura con rating buy e un target price di 110 euro. In rally Esprinet (+7,07%), dopo che la società ha stipulato un accordo vincolante per l’acquisto del 100% del capitale sociale di Dacom.