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Unicredit, l’Ad di Intesa Messina parla di Commerzbank e Banco Bpm: “I governi non devono interferire nel risiko bancario”

Ufficio Stampa Intesa Sanpaolo

I governi non devono interferire nelle operazioni bancarie. È questa l’opinione di Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, dopo le mosse di Unicredit su CommerzBank e Banco Bpm, criticate in entrambi i casi dai governi di Germania e Italia.

Messina su Unicredit-Commerzbank-Banco Bpm

La scorsa settimana Unicredit ha annunciato di aver aumentato la sua quota in Commerzbank al 28% del capitale attraverso strumenti derivati, un intervento che il governo tedesco ha bollato come “non coordinato e non amichevole”. Pochi giorni prima, la banca guidata da Andrea Orcel aveva depositato alla Consob il prospetto relativo all’offerta pubblica di scambio volontaria (Ops) da 10 miliardi su tutte le azioni ordinarie di Banco Bpm, un’altra operazione sgradita all’esecutivo, in questo caso italiano, che sta riflettendo sull’utilizzo del golden power.

Dopo la lettera di Andrea Orcel, stavolta ad intervenire sulle colonne del Financial Times è il Ceo della prima banca italiana che lo dice a chiare lettere, pur non nominando mai direttamente le operazioni in questione: “Sono gli azionisti, coloro che investono nelle aziende, a determinare il loro futuro”. I governi, da parte loro, “non possono scegliere in base al loro gradimento, dovrebbero intervenire solo nei casi in cui è in gioco la stabilità finanziaria”, sottolinea il Messina.

Parlando proprio di Unicredit, il banchiere ha aggiunto: “è evidente che oggi siamo in una fase in cui il consenso politico si costruisce difendendo i confini nazionali in determinati settori, ma Unicredit possiede già una grande banca tedesca (Hvb, ndr)”. 

Messina: l’Italia e il terzo polo

Nell’intervista al Ft, il banchiere parla anche della possibile nascita del terzo polo. In Italia, sostiene Messina, “emergerà comunque un terzo big player, poiché il mercato lo cercherà”. 

“Consideriamo positivamente un maggiore consolidamento e una maggiore concorrenza nel settore bancario italiano poiché ciò è fondamentale per garantire solidi investimenti nella sicurezza informatica e nella tecnologia, che contribuiscono alla forza dell’economia italiana”.

Quanto a Intesa Sanpaolo, che nel 2020 ha acquisito Ubi Banca, Messina spiega che quell’operazione è avvenuta “rispettando le posizioni delle diverse autorità e ricevendo il pieno consenso del mercato”.

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Categories: Finanza e Mercati