Unicredit si avvia all’assemblea del prossimo 12 aprile con il tandem confermato al vertice: il ceo Andrea Orcel e il presidente Pier Carlo Padoan. Viene invece cambiato metà board, lasciando fuori sette degli attuali componenti di Collegio sindacale e Cda, incluso il vicepresidente Lamberto Andreotti che nei giorni scorsi era finito nel mirino delle fondazioni azioniste per la gestione delle candidature. Per i 15 posti del nuovo cda (tre in più per il passaggio al sistema di governance monistico) ci saranno sei volti nuovi, con un aumento della quota rosa. Inoltre nel nuovo board, ed è un’altra novità, Allianz e Mubadala, non avranno rappresentanti diretti come in passato.
La nuova lista con “mix di esperienze e competenze” e “rafforzata dimensione internazionale”
Ecco dunque i candidati che verranno sottoposti all’approvazione dell’Assemblea, oltre a Pier Carlo Padoan e Andrea Orcel: Paola Bergamaschi Broyd, Elena Carletti, Marcus Chromik, António Domingues, Jeffrey Alan Hedberg, Beatriz Lara Bartolomé e Maria Pierdicchi. Per il Comitato di controllo sulla gestione, sono stati candidati Paola Camagni, Gabriele Villa e Julie Galbo. La lista mostra “una idoneità collettiva che garantisce un mix di esperienze e competenze”, offrendo “una comprensione completa dei principali ambiti di business e dei mercati primari di UniCredit”, spiega la banca di Piazza Gae Aulenti in una nota. “Ciò è in linea con gli indirizzi strategici che la Banca intende perseguire nei prossimi anni”. La banca evidenzia inoltre “una rafforzata dimensione internazionale del Consiglio, grazie all’inclusione di membri di nazionalità diverse, che arricchisce la comprensione del Consiglio dei vari mercati ed enfatizza un ampio spettro di diversità, tra cui l’equilibrio di genere (50%), il background culturale e l’età”.
Ecco chi invece non ci sarà
A uscire dal consiglio sono Luca Molinari (in quota Mubadala Investment Company), Renate Wagner (membro del Consiglio di Gestione di Allianz) e l’austriaco Alexander Wolfgring (ex Bank Austria e HVB Bank Slovakia) che ha raggiunto il limite dei tre mandati. Fuori dai giochi i membri del Collegio sindacale uscente, Navarra, Paolucci e Cacciamani.
Il passo indietro di Lamberto Andreotti. Le rimostranze delle Fondazioni
La sorpresa riguarda soprattutto il passo indietro di Lamberto Andreotti, presidente del comitato Corporate Governance, che non ha dato la propria disponibilità al rinnovo. Andreotti, figlio dell'ex premier Giulio ed ex ceo e presidente della Bristol-Myers Squibb, era nel cda Unicredit dal 2018, quando lo aveva chiamato l’ex ceo Jean Pierre Mustier. Secondo alcune fonti alla base della decisone ci sarebbero le polemiche dei soci sulla stesura della lista che Andreotti ha coordinato in qualità di presidente del comitato governance della banca. Nei giorni scorsi sia Crt che Cariverona hanno scritto a Padoan per lamentare uno scarso coinvolgimento nella lista. In particolare le due fondazioni avrebbero puntato il dito sulla mancata condivisione dei criteri quali quantitativi che hanno orientato la scelta delle candidature.
Fondazione Cassa di risparmio di Torino esprime apprezzamento per la mossa di Andreotti
Dopo la presentazione della lista, la Crt, presieduta da Fabrizio Palenzona, ha espresso apprezzamento per le scelte fatte dal board e lo dice in una nota. “Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, pur ribadendo le riserve espresse con riguardo al processo di formazione della lista del Consiglio di Amministrazione di UniCredit -in quanto realizzata senza un sounding strutturato degli azionisti e stakeholder – intende esprimere il proprio apprezzamento per il lavoro svolto dal Board uscente e per la sensibilità istituzionale dimostrata da parte dei consiglieri in carica che hanno rinunciato alla propria ri-candidatura. Tra questi, in particolare, il Presidente del Comitato Corporate Governance & Nomination, Lamberto Andreotti che ha accolto con senso di responsabilita’ la richiesta formulata nell’incontro con i vertici dell’Ente”.