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Unicredit, i profitti corrono ma la speculazione ribassista non molla

La banca guidata da Moustier archivia un semestre che registra 1,3 miliardi di utili (+27,7%) con uno sprint nel secondo trimestre (+75% di utili netti annualizzati) ma gli hedge fund mettono la banca nel mirino per le incertezze sull’aumento di capitale e il titolo prima sale in Borsa del 2,8% e poi inverte precipitosamente la rotta scendendo all’inizio del pomeriggio del 4,3% – Accordo con Sia sui pagamenti elettronici

Unicredit, i profitti corrono ma la speculazione ribassista non molla

Unicredit ha chiuso il primo semestre con un utile netto contabile di 1,3 miliardi (+27,7% sul semestre precedente). Ancora più significativa la performance registrata soltanto nel secondo trimestre, che la Banca archivia con profitti per 916 milioni di euro, in aumento del 75,3% su base annua. Sempre fra aprile e giugno i ricavi sono stati pari a 6,1 miliardi (+7,1% su anno).

La Banca ha annunciato inoltre di aver siglato un accordo per vedere a Sia le sue attività di elaborazione dei pagamenti tramite carte in Italia, Germania e Austria a mezzo miliardo di euro in contanti. L’operazione genererà un utile netto consolidato di circa 440 milioni di euro per UniCredit nel 2016, con un impatto positivo atteso sul Cet1 ratio fully loaded di circa 12 punti base. La chiusura dell’operazione è attesa per la fine del 2016, una volta ottenute le consuete autorizzazioni regolamentari.

Tornando ai conti, l’utile netto di gruppo rettificato si attesta a 687 milioni nel secondo trimestre, escluse le componenti straordinarie nette pari a circa 230 milioni. Nel semestre, invece, l’utile netto rettificato è stato pari a 1,3 miliardi (+28,7% semestre su semestre) e Rote a 6,4%. I ricavi sono stati pari a 11,6 miliardi (+1,1% sul semestre precedente).

Nel secondo trimestre il Cet1 ratio fully loaded di UniCredit si è attestato al 10,33% e sale al 10,53% su base pro-forma comprensivo di 20 punti base generati dalle recenti cessioni delle quote di FinecoBank e Bank Pekao. Altri 12 punti, come detto, arriveranno dalla vendita delle attività delle carte di pagamento a Sia.

Per quanto riguarda l’andamento a Piazza Affari, dopo il forte calo delle ultime due sedute i titoli del gruppo bancario crolla del 4,3% all’inizio del pomeriggio, a 1,764 euro, in una giornata di fortissima volatilità che li aveva spinti in forte rialzo prima dei conti (+2,8%, a 1,897 euro).

Nella seduta di ieri, Unicredit aveva risentito non solo della debolezza generale del comparto – sulla scia degli esiti degli stress test e del profit warning di Commerzbank – ma soprattutto le indiscrezioni stampa riguardo un possibile aumento di capitale, che dopo l’esito degli stress test è stato quantificato fino a 7-8 miliardi di euro.

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