Al vertice di Unicredit per ora è tregua ma la partita tra le diverse parti in campo resta aperta anche dopo il summit di lunedì dei grandi soci e si gioca tutta sulle due sfide incrociate che stanno davanti alla banca: aumento di capitale e cambio dell’ad. Le due cose vanno di pari passo.
Di fronte alla sofferenza del titolo in Borsa (in un anno il titolo Unicredit ha perso il 55,5%) e ai persistenti dubbi del mercato, c’è una scuola di pensiero che è pronta a varcare il Rubicone e a lanciare un congruo aumento di capitale per rafforzare i ratios patrimoniali e mettere maggiormente in sicurezza la banca, come chiede la Bce, anche a prezzo di una relativa diluizione delle partecipazioni dei soci attuali. Per accrescere l’appeal sui mercati è però convinzione diffusa che occorra un nuovo ad, avendo Ghizzoni più volte ribadito la sua contrarierà alla ricapitalizzazione.
Finora però i numeri al vertice di Unicredit giocavano a favore dei difensori dello status quo, garantito dall’asse Ghizzoni-Palenzona: nè aumento nè cambio della guardia. Da qualche tempo però si scorgono mosse di riposizionamento del vicepresidente della banca, Fabrizio Palenzona, alla ricerca di una nuova legittimazione dopo le vicende giudiziarie che ne hanno appannato l’immagine e dopo il divorzio dai Benetton che gli è costata la presidenza degli Aeroporti di Roma.
Secondo i beni informati, l’asse tra Palenzona e Ghizzoni potrebbe incrinarsi e spingere l’attuale ad verso l’uscita o verso la presidenza. Ma i soci arabi, rappresentati al vertice del board dal vicepresidente Luca Cordero di Montezemolo, i soci tedeschi e i soci internazionali non hanno intenzione di lasciare le scelte del futuro nelle mani di Palenzona e la scelta del nuovo ad e del complesso organigramma della banca appare ad oggi ancora molto incerta.
Per la successione a Ghizzoni circolano diverse candidature e autocandidature italiane ed estere ma i giochi non sono ancora fatti. E prima ancora dei nomi dei nuovi top manager i soci dovrebbero forse decidere senza incertezze la strategia del nuovo corso.