Unicredit ha emesso due bond: il primo è a tasso fisso e ha un ha un importo di 2,5 miliardi di dollari, il secondo è a tasso variabile e l’importo è pari a 500 milioni. L’ammontare complessivo arriva dunque a 3 miliardi di dollari. Entrambe le obbligazioni scadranno il 14 gennaio 2022.
“Questa transazione – fa sapere la banca guidata da Jean Pierre Mustier – è la terza sul mercato dei bond Senior Non-Preferred collocati da Unicredit, dopo la prima emissione nel gennaio 2018 di un bond a 5 anni per un importo di 1,5 miliardi di euro e di quella a 5 anni per un importo pari a 3 miliardi di dollari a novembre 2018”.
I bond saranno computabili ai fini TLAC e l’istituto di piazza Gae Aulenti prevede un impatto positivo di ca. 72 punti base. L’operazione appartiene infatti al piano di Funding ai fini TLAC (Total-Loss Absorbing Capacity) che stabilisce come obiettivo quello di emettere strumenti per un importo compreso tra i 3 e i 5 miliardi entro il primo trimestre dell’anno in corso.
Lo spread comunicato, inizialmente fissato a 430 punti base sul US Treasury a 3 anni, ha registrato un significativo miglioramento di 30 punti base ed è è stato pari a T + 400 punti base per la tranche a tasso fisso e 390 punti base + US Libor per la tranche a tasso variabile, all’incirca equivalente a Euribor a 3 mesi + 365 punti base. “Si tratta – spiega ancora Unicredit – della riduzione più marcata in termini di spread registrata sul mercato USD fino ad ora nel 2019, sia presso investitori statunitensi che europei”.
Per quanto riguarda i dettagli, l’obbligazione a tasso fisso a 3 anni, avrà una cedola al 6,572%, pagata semestralmente, con un prezzo di emissione/riofferta di 100%. Quello a tasso variabile ha una cedola al US Libor a 3 mesi + 390 punti base, pagata trimestralmente, con un prezzo di emissione/riofferta di 100%.
“I Titoli sono emessi in regime di esenzione dall’obbligo di registrazione dello United States Securities Act del 1933, come some successivamente modificato (il “Securities Act”), e possono essere venduti solo (i) negli Stati Uniti ad investitori istituzionali qualificati, come definiti ai sensi della Rule 144A del Securities Act, in regime di esenzione dall’obbligo di registrazione ai sensi del Securities Act e (ii) al di fuori degli Stati Uniti ai sensi della Regulation S del Securities Act o di altre esenzioni applicabili alla registrazione”, si legge nella nota.