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Unicredit e Mediobanca: oggi i conti e Nagel fa shopping in Inghilterra

Finalmente una buona notizia per l’economia cinese: l’indice dell’attività del settore servizi è in forte crescita, un dato che ha permesso un rimbalzo dei prezzi delle commodities, petrolio in testa.

Intanto, in attesa dei dati sul mercato del lavoro di venerdì, ad alzare la tensione sul fronte dei tassi Usa ci h pensato Dennis Lockhart, presidente della Fed di Atlanta: l’economia americana è “pronta per un aumento del costo del denaro”.

A condizionare l’andamento dei listini europei, in ribasso, sono state le notizie in arrivo dalle banche greche e dal Crédit Agricole. Oggi al centro delle attenzioni ci saranno i conti di Unicredit e di Mediobanca.

MIGLIORA LA CINA. CONTINUA LA FRANA DI APPLE 

In ripresa stamane i listini asiatici. Sale Tokyo +0,8%, grazie anche alla spinta del Pmi servizi, largamente al di sopra di quota 50. Avanza anche Hong Kong +0,8%. Contrastati i listini cinesi, protagonisti ieri di un balzo nel finale (+3,5% Shanghai) sull’onda dell’ultimo provvedimento a difesa dei prezzi, cioè il divieto di vendita allo scoperto intra-day.

Caute le Borse Usa dopo le parole di Lockhart: S&P 500 e Nasdaq -0,2% , Dow Jones -0,3%.

Pesa sul listino la frenata di Apple, ieri – 3,4%, che ha accumulato negli ultimi giorni una perdita del 15% dai massimi del 23 febbraio. La discesa si spiega, in parte, con la caduta delle vendite sul mercato cinese ove l’iPhone è stato superato da Xiaomi e da Huawei. Ora il mercato si aspetta che la Mela riprenda gli acquisti di azioni proprie. La capitalizzazione di mercato cala a 650 miliardi di dollari.

Avanza il dollaro contro lo yen (124,41) e l’euro (1,0862). Sono sotto pressione le valute del Brasile, Messico, Corea del Sud. Il ringitt malese è ai minimi dal 1998.

LE BANCHE FRENANO MILANO. IL BTP AI LIVELLI DI MAGGIO

La giornata no delle banche ha condizionato le Borse europee. Piazza Affari, la più sensibile all’andamento del settore del credito, ha sofferto più degli altri listini. A Milano l’indice FtseMib scende dell’1% come Madrid. Anche Parigi scivola dello 0,2%, Londra in parità. Avanza solo Francoforte +1,2%.

Tiene bene il mercato dei titoli di Stato. Il titolo a due anni italiano è sceso allo 0,08%, nuovo record. Intanto il Btp 10 è stato trattato a 1,75% ai livelli di inizio maggio.

Mediobanca ha effettuato la prima acquisizione oltre frontiera della sua storia: l’istituto di piazzetta Cuccia ha comprato da Royal Bank of Scotland il 51% di Cairn Capital, che amministra assets per 5,6 miliardi di sterline più altri 9,1 “under long term advice”.  E’ un acquisto di modeste dimensioni ma con un forte valore simbolico, sostiene il Financial Times, che affianca l’operazione allo sbarco degli Agnelli in Partner Re.

CREDIT AGRICOLE E BANCHE GRECHE: UN GIORNO NERO

Due focolai di crisi spiegano la giornata nera delle banche europee: il tracollo del Crédit Agricole e le nuove, pesanti vendite sulle banche greche. L’indice Eurostoxx Banks ha ceduto il 2,2%.

A Parigi il Crédit Agricole ha chiuso in ribasso del 10,17% nonostante i buoni risultati trimestrali: Una crescita dell’utile a 920 milioni (meglio delle stime ferme a 900 milioni) e ulteriori accantonamenti per 350 milioni per far fronte alle controversie legali.

A fare scattare le vendite sul titolo è stata la notizia che le autorità europee hanno bloccato il piano di riorganizzazione della banca che dovrebbe trasferire l’organo centrale della struttura quotata, Crédit Agricole SA, sotto il controllo delle Casse regionali.

Intanto alla Borsa di Atene s’aggrava la crisi delle banche greche, sull’orlo del fallimento in attesa che vengano prese decisioni sul loro capitale. I quattro gruppi principali (National Bank of Greece, Alpha Bank, Eurobank e Bank of Piraeus) accusano perdite attorno al 30% per il secondo giorno consecutivo. Assai più stabile l’indice, che ha chiuso con un ribasso dell’1,6%.

La caduta dei titoli bancari ha coinvolto anche Milano alla vigilia del cda di Unicredit -0,99% e del preconsuntivo di Mediobanca -1,36% approvato ieri pomeriggio.

Intesa è scesa del 2,6%, MontePaschi -2,3%. Cali consistenti anche per Banco Popolare -2,2%, Pop.Emilia -2,7% e Ubi -2,4%. Mediolanum è la migliore, con un ribasso dello 0,07%, dopo il balzo di ieri sulla promozione a ‘Buy’ da parte di Citigroup.

MALE I TITOLI OIL, BENE SARAS E LE RINNOVABILI

Tra le cause della discesa dell’indice spicca il calo di Eni -1% e degli altri petroliferi: Tenaris -0,6% e Saipem -1,5%.

Continua il dramma di Trevi ancora in calo del 2,6%. La perdita in tre sedute sfiora il 25%. Il calo dei prezzi del greggio fa bene alle società di raffinazione: Saras guadagna il 3,5% e si riporta oltre la soglia dei 2 euro (2,0480 euro).

In attesa della trimestrale, in programma per venerdì, la società ha comunicato che la scorsa settimana il margine di raffinazione medio dell’area Mediterraneo è risalito a 4,50 dollari il barile dai circa 4 dollari della settimana precedente.

Gli analisti di Equita hanno calcolato che ogni dollaro in più di margine, nell’arco di un trimestre, si traduce in circa 24-25 milioni in più sul margine Ebitda per Saras.

Enel arretra dello 0,7%, Enel Green Power -1,4%. Positive Falck Renewables +2,7% e Terni Energia +1,7%. 

MORGAN STANLEY LANCIA PRYSMIAN. BALZO DI ASTALDI 

Giornata contrastata per i titoli industriali. Brilla Prysmian +2,3% la miglior blue chip spinta da Morgan Stanley che ha alzato il target price. Continua invece la debolezza di StM -2,4%, dopo le indiscrezioni su contrasti fra l’a.d. Carlo Bozotti e il governo francese, azionista a pari grado con il governo italiano. 

Finmeccanica scende dell’1,8%, Fiat Chrysler ha chiuso in parità, Cnh Industrial -0,3%.  L’utile inferiore alle attese ha innescato vendite su Salini Impregilo, in ribasso del 4,5%. Al contrario vola Astaldi +6,49%. Kepler Cheuvreux ha alzato il prezzo obiettivo sul titolo da 9,5 a 10,5 euro, confermando la raccomandazione buy. A detta degli esperti i conti del secondo trimestre sono stati significativamente superiori alle attese.

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Sale Atlantia +0,2%. Kepler Cheuvreux ha alzato il target price a 27 euro da 25,2 sul titolo, confermando la raccomandazione buy. Bene il lusso, con l’eccezione di Yoox -2,19%. In terreno positivo Luxottica +0,68%, Tod’s +0,44% e Ferragamo +0,31%.

Categories: Finanza e Mercati