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Unicredit conferma stipendio Orcel: 2,5 milioni fissi e fino a 5 milioni variabili nel 2022, ma legati al risultato

Imagoeconomica

L’amministratore delegato di Unicredit Andrea Orcel ha chiesto di lasciare invariata la componente fissa della propria remunerazione e di ancorare la maggior parte della retribuzione al raggiungimento dei risultati. Lo rende nota la Relazione sulla remunerazione e sui compensi preparata dal Cda in vista dell’assemblea dell’8 aprile.

Alla luce della significativa performance 2021, il consiglio di amministrazione ha esaminato il pacchetto di compensi dell’amministratore delegato e lo stesso Orcel ha indicato “la preferenza che il suo stipendio fisso rimanga invariato, e che la remunerazione variabile a lui attribuita sia strettamente legata al raggiungimento degli obiettivi di performance delineati nel piano strategico”, tanto più che altre considerazioni potranno essere riviste “su un periodo temporale più lungo”.

La decisione, quindi, è di mantenere il piano approvato nel 2021, quando però il bonus azionario di 5 milioni di euro era scollegato dai risultati finanziari della banca. Quest’anno la quota variabile sarà erogata “al raggiungimento degli obiettivi assegnati”, che riguardano per il 70% target finanziari e per il 30% “cultura e priorità strategiche”, a partire dalla sostenibilità.

Nel dettaglio, la relazione rileva che “la struttura del pacchetto attuale dell’ad, assieme al tetto regolamentare sul rapporto tra remunerazione variabile e fissa pari a 2 a 1, rende inevitabilmente la curva di remunerazione per la performance asimmetrica”, dato che la performance sopra il target non può essere remunerata.

Concretamente la retribuzione 2021 di Orcel è stata di 6,7 milioni (la parte fissa è stata pagata pro rata a partire dal 15 aprile, giorno del suo insediamento), vale a dire 121 volte la media dei dipendenti del gruppo (55mila euro). Nel 2020 lo stipendio dell’ex a.d. Jean Pierre Mustier (5,2 milioni) era 101 volte la retribuzione media dei dipendenti e nel 2019 (2,2 milioni) 43 volte. Unicredit si riserverà di riconsiderare la remunerazione dell’Ad prima dell’assemblea del 2023.

Al momento Unicredit cede il 7,4% a 9,3 euro. Il gruppo ha reso noto di potersi vedere costretto ad affrontare perdite ingenti a causa del conflitto russo-ucraino per circa 7 miliardi di euro nello “scenario estremo” se le sue attività russe dovessero venire cancellate. Ma ha anche detto agli investitori che quest’anno dovrebbe essere in grado di mantenere il dividendo promesso.

Stipendio Orcel:

Orcel è considerato uno dei più grandi esperti di M&A in ambito bancario e la quota variabile sarà assegnata in azioni. È stata comunque adottata una soluzione mitigante per il 2022, dato che il consiglio di amministrazione ha deliberato “di calcolare il prezzo azionario di riferimento al momento del lancio del sistema incentivante – ossia il mese precedente l’approvazione del sistema incentivante all’inizio del 2022 – e non al momento della valutazione della performance (come da prassi precedente), così da allinearsi completamente agli interessi degli azionisti durante l’anno”.

Questo, inoltre, consente al management “di beneficiare assieme agli investitori di incrementi del prezzo azionario durante l’anno, e mitiga l’impedimento di premiare l’amministratore delegato per la performance sopra i target”.

Export e Caro Energia: da Unicredit 3 miliardi alle Pmi

Unicredit mette in campo un nuovo pacchetto del valore di 3 miliardi di euro per aiutare le imprese impattate dal rincaro dei costi energetici e dalle criticità generate nel commercio internazionale. A disposizione una nuova linea di finanziamenti, con importo minimo di 10mila euro e durata 12 mesi comprensiva di pre-ammortamento fino a 6 mesi.

Inoltre, la Banca implementerà anche nuove attività di consulenza alle imprese e incontri informativi sui territori per approfondire il contesto di mercato e per aiutarle a fronteggiare l’attuale scenario economico internazionale.

“Con questa iniziativa offriamo nuovi strumenti di sostegno per le esigenze di liquidità delle Pmi dei settori maggiormente colpiti dai rincari delle materie prime (manifatturiero, metalmeccanico, trasporti, edilizia, ecc.) che rischiano una ulteriore compressione del proprio capitale circolante”, ha affermato Massimiliano Mastalia, Responsabile Corporate di Unicredit Italia.

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Categories: Finanza e Mercati