I conti di Unicredit non piacciono alla Borsa. In una giornata già difficile per il comparto bancario sin dal mattino, la pubblicazione della trimestrale della banca di piazza Gae Aulenti contribuisce ad appesantire le perdite dell’indice Ftse Mib fino a oltre il -3% dopo le 14. La stessa Unicredit precipita perdendo circa il 4% sotto quota 3 euro per azione. La trimestrale ha rivelato che l’utile netto di gruppo raggiunge 1,7 miliardi di euro nell’esercizio 2015, in calo del 15% rispetto al 2014 e pari ad oltre 2,2 miliardi escludendo componenti non ricorrenti per circa 540 milioni legate principalmente agli oneri di ristrutturazione relativi al Piano Strategico, all’accordo sulla cessione di Ukrsotsbank, ai contributi straordinari per i nuovi oneri per rischio sistemico in Italia e in Polonia e a maggiori accantonamenti su crediti denominati in franchi svizzeri in Croazia.
Nel quarto trimestre l’utile è stato di 153 milioni, in netto calo di quasi il 70% rispetto al trimestre precedente e del 10% su base annua. I ricavi del gruppo risultano stabili rispetto all’anno precedente, mentre gli utili della core bank sono anche loro in netta flessione: 640 milioni di euro, -28% su base trimestrale, -25% su base annua. In miglioramento l’andamento dei crediti deteriorati, e Unicredit ha anche comunicato che proporrà all’assemblea annuale dei soci, in programma il 14 aprile, il pagamento di un dividendo da riserve di utili per l’esercizio 2015 di 12 centesimi per azione ordinaria e di risparmio, mediante attribuzione di azioni di nuova emissione oppure, su specifica richiesta degli azionisti, mediante versamento in contanti. Il dividendo è invariato rispetto a quanto versato per l’esercizio 2014 che era ugualmente ‘scrip’ o in contanti. Per l’esercizio 2013 l’unica opzione possibile era quella dello ‘scrip dividend’ mentre per il 2014 era stata data, come anche ora per il 2015, la possibilità di optare per il versamento in contanti.
“Si conferma la nostra capacità di generare capitale attraverso la gestione – commenta l’amministratore delegato Federico Ghizzoni -: una crescita di oltre 90 punti base che ci consente di rafforzare in maniera significativa i coefficienti patrimoniali. Il CET 1 fully loaded pro-forma sfiora l’11% e supera già i requisiti che attualmente sono previsti per il 2018. Unicredit ha chiuso il 2015 con un utile di oltre 2,2 miliardi, escluse le componenti non ricorrenti che scontano già gran parte degli oneri di ristrutturazione legati al Piano Strategico, nonché alcune voci straordinarie come il contributo per il salvataggio di quattro banche in Italia. Questo è un risultato di grande valore considerato il contesto macroeconomico difficile a livello europeo, in particolare per il settore bancario. L’attuazione del nostro piano procede a ritmi sostenuti e in questi pochi mesi sono stati affrontati e risolti nodi importanti come l’Austria e l’Ucraina; stiamo inoltre lavorando al taglio dei costi con rapidità e determinazione. La qualità dei nostri crediti è in costante miglioramento, la situazione di quelli deteriorati e delle sofferenze è totalmente sotto controllo e assai gestibile per un gruppo di dimensione internazionale come il nostro che può vantare livelli di copertura molto elevati.”
Il gruppo ha anche confermato di aver ridotto gli organici di 3.511 unità in tutto il mondo nel 2015 e ha chiuso 582 filiali. E’ quanto si legge nella nota di accompagnamento ai dati di bilancio. A fine 2015 il numero totale dei dipendenti del Gruppo è, quindi, sceso a 125.510 unità da 129.021 un anno prima e contro 126.849 nel terzo trimestre dell’anno scorso (-1.339 il calo nel quarto trimestre). Le chiusure di sportelli sono state pari a 582 in tutto il 2015 a 6.934 a fine anno contro 7.516 un anno prima e 7.055 nel terzo trimestre del 2015 (-121 nel IV trimestre). In data 5 febbraio, si ricorda, Unicredit ha siglato un accordo con i sindacati per l’uscita di 2.700 dipendenti su base volontaria.
Ecco altri dati:
Il RoTE è al 4,1% nell’esercizio 2015 (5,4% escludendo le componenti non ricorrenti). Il CET1 ratio fully loaded pro-forma3 migliora a 10,94% con una significativa generazione di capitale di 92pb a/a. Il CET1 ratio transitional pro-forma raggiunge 10,73% (+32pb a/a), il Tier 1 ratio transitional pro-forma si attesta a 11,64% e il Total Capital ratio transitional pro-forma a 14,36%. Il Leverage ratio Basel 3 transitional pro-forma è pari a 4,69% e il fully loaded pro-forma a 4,53%.
La qualità dell’attivo di gruppo risulta migliorare nel quarto trimestre, con i crediti deteriorati lordi in ulteriore calo a 79,8 miliardi (-1,2% trim/trim, -5,5% a/a) con un solido coverage ratio al 51,2% (pari al 52,5% escludendo le cessioni di crediti deteriorati del 2015). Le sofferenze lorde sono sostanzialmente stabili trim/trim a 51,1 miliardi, grazie principalmente alle cessioni di portafogli, con un coverage ratio del 61,0% (pari al 62,2% escludendo le cessioni di crediti deteriorati del 2015). Il rapporto Sofferenze Nette/Crediti Totali Netti è pari a 4,2% nel IV trimestre 2015.
Gli altri crediti deteriorati lordi sono in ulteriore calo del 4,7% trim/trim e dell’11,0% a/a, principalmente per via dei minori flussi in entrata dai crediti in bonis. In Italia, la qualità dell’attivo continua a registrare progressi, con un trend dei crediti deteriorati di Unicredit decisamente migliore rispetto a quello del settore bancario italiano (campione ABI) a fine dicembre 2015 e con il più alto coverage ratio dei crediti deteriorati lordi pari al 50,9% (al 52,5% escludendo le cessioni di crediti deteriorati del 2015).
La Core Bank registra un utile netto di 894 milioni nel IV trimestre (escluse componenti straordinarie per circa 254 milioni) e di oltre 3,7 miliardi nell’esercizio 2015 (escluse componenti straordinarie per circa 492 milioni). Positivo l’andamento dei ricavi (+5,9% trim/trim, +0,6% FY/FY) grazie alla buona crescita delle commissioni (+3,2% trim/trim, +4,7% FY/FY). Le Attività Finanziarie Investite (AFI) salgono a 916 miliardi grazie all’ottimo incremento della raccolta netta (+31,8 miliardi o +28,0% FY/FY) sostenuto dai prodotti di risparmio gestito (AuM) e dai depositi.
Al termine dell’odierna riunione, il Cda di Unicredit ha espresso unanimemente “piena fiducia” all’amministratore delegato Federico Ghizzoni. “Alla luce dei risultati conseguiti nel 2015, migliori delle attese del mercato, soprattutto per quanto riguarda i ratio patrimoniali, – si legge nella nota – il presidente Giuseppe Vita unitamente al consiglio di amministrazione ritengono opportuno esprimere l’apprezzamento al management per il lavoro svolto”.
“In particolare, – prosegue il comunicato – i requisiti di capitale raggiunti in via organica confortano sulla possibilità di affrontare le sfide poste dalla realizzazione del piano pluriennale con maggiore fiducia, soprattutto perché questo risultato è stato ottenuto in un contesto di mercato decisamente negativo per il settore bancario”