Da lunedì pomeriggio, vale a dire da quando Olaf Scholz è entrato a gamba tesa sull’operazione Unicredit-CommerzBank, parlando di “attacchi non amichevoli” e “acquisizioni ostili”, tra Milano, Francoforte e Bruxelles serpeggia un certo imbarazzo. Sono infatti molti a chiedersi come possano coesistere la reazione del cancelliere tedesco da un lato e la necessità di spingere sul mercato dei capitali dall’altro. Solo poche settimane fa, tra l’altro, il Rapporto Draghi sulla Competitività aveva definito il mercato unico dei capitali come uno dei capisaldi per la crescita dell’Unione europea. Poi però, quando si va al dunque, la musica sembra essere molto diversa.
Il botta e risposta Tajani-Scholz
Nella mattinata di lunedì, Unicredit ha annunciato di aver aumentato la sua partecipazione in Commerzbank al 21% e di aver chiesto alla Bce di poter salire fino al 29,9%. Poche ore dopo, il cancelliere Olaf Scholz è intervenuto direttamente da New York, commentando in maniera durissima l’operazione: “Attacchi non amichevoli, acquisizioni ostili non sono una buona cosa per le banche. Il governo si è posizionato in modo netto e dice chiaramente: noi riteniamo che non sia adeguato in Europa e in Germania procedere con metodi non amichevoli, senza alcuno spirito di cooperazione e senza concordare nulla, per partecipare ad un’impresa”, ha detto.
Una presa di posizione netta contro la fusione a cui fanno da contraltare le parole del vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, secondo cui “essere europeisti soltanto a chiacchiere lascia un po’ a desiderare”. “Spesso – ha aggiunto – si chiede all’Italia di aprire le porte a privatizzazioni, a presenze di stranieri, e poi quando le imprese italiane vanno fuori i confini si dice ‘allora no’, bisogna difendere la realtà di quei paesi”.
Commissione Ue: “Fusioni potrebbero rendere le banche più resilienti”
Rispondendo a una domanda dei giornalisti durante il consueto incontro stampa giornaliero, la Commissione Ue non ha voluto commentare l’operazione Unicredit-Commerzbank, ma quale sia la posizione di Bruxelles si può dedurre (forse) dalle parole di un altro portavoce, secondo cui “le fusioni potrebbero rendere le banche più resilienti agli choc grazie a una maggiore diversificazione degli asset, consentirebbero alle banche europee di avere modelli di business più efficienti, perseguire strategie di crescita e investire nella digitalizzazione”.
“L’integrazione del mercato – ha continuato – dovrebbe sempre essere combinata con adeguate garanzie per proteggere la stabilità finanziaria in tutti gli Stati membri. Banche globali più grandi e diversificate andrebbero a vantaggio dell’economia europea, ma ovviamente le banche piccole e medie continuano a essere essenziali per le economie locali, per la concorrenza e quindi per i depositanti e i consumatori”.
Una posizione simile a quella espressa dalla presidente della Bce Christine Lagarde, che lo scorso 12 settembre, rispondendo a una domanda sull’acquisizione del 9% di Commerzbank da parte di Unicredit, disse: “Tipicamente non commentiamo su singole società” ma “il consolidamento bancario a livello europeo è qualcosa che è auspicato da molto tempo da varie parti e sarà interessante vedere come procederà nelle settimane che verranno”.
Il ministro Lindner: “Il governo non può restare coinvolto in una banca privata”.
“Il governo federale non può, non deve e non vuole essere coinvolto a lungo termine in una banca privata”. È quanto ha detto il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, secondo quanto riportato dal sito del Frankfurter Rundshau, nel corso di una tavola rotonda. Lindner ha poi spiegato che “il comportamento di Unicredit ha turbato molti azionisti in Germania, ed è per questo che il governo tedesco ha deciso di non vendere altre azioni” di Commerzbank. Alla domanda su come si possa impedire un’acquisizione di Commerzbank da parte di Unicredit, il ministro delle Finanze ha detto: “È una questione che riguarda il consiglio di amministrazione e il supervisory board di Commerzbank”. Inoltre, ha affermato che “il governo federale ha sempre chiarito che Commerzbank deve essere privatizzata”.
Bce e Bafin: operazione trasparente
Nel frattempo, sia Bafin, l’autorità di vigilanza tedesca, che Bce, giudicherebbero “trasparente” l’operazione portata avanti da Unicredit. Secondo il Sole 24 Ore, infatti, per le due autorità la banca italiana “si starebbe comportando in modo trasparente, rispettando dunque uno dei principi generali in materia di partecipazioni qualificate, che è appunto quello della trasparenza. Inoltre l’uso dei derivati è previsto nella procedura sulla partecipazione qualificata”.