Unicredit, fresco di dati di bilancio 2022 che ha visto l’utile netto balzare ai massimi dal 2018, ha potuto raccogliere un miliardo di euro tramite l’emissione di un bond senior non preferred offrendo un rendimento del 4,45% Il bond è a 6 anni (scadenza 16 febbraio 2029) e ha la possibilità di rimborso anticipato dopo 5 anni.
La domanda per il bond, destinato agli investitori istituzionali, ha superato i 2,1 miliardi di euro da parte di 150 investitori a livello globale e le richieste hanno permesso di abbassare lo spread sul midswap a 5 anni a 160 punti base rispetto ai 185 della guidance iniziale. Il prezzo di emissione/re-offer è di 99,842%.
Il bond senior non preferred fa parte di quella tipologia di senior bond nati dopo la normativa BRRD che risultano assorbibili in caso di bail-in, ma che mantengono seniority rispetto a tutte le emissioni subordinate.
Dopo 5 anni l’emittente può richiamare il bond
“L’obbligazione prevede la possibilità di una sola opzione call da parte dell’emittente al quinto anno, al fine di massimizzare l’efficienza dal punto di vista regolamentare” spiega la nota della società. Se dopo 5 anni l’obbligazione non verrà richiamata, le cedole per i periodi successivi fino alla scadenza verranno fissate sulla base dell’Euribor a 3 mesi più lo spread iniziale di 160 punti base, pagate trimestralmente”.
Il titolo sarà soggetto ad un rating baa3/bbb-/bbb-
Collocamento per lo più presso i fondi
L’allocazione finale ha visto la prevalenza di fondi (67%), banche e private banks (20%), hedge funds (7%) assicurazioni (3%), istituzioni e banche centrali (3%). In termini di ripartizione geografica il bond e’ stato allocato a investitori con base in Italia (27%), Francia (22%), Regno Unito (16%), Germania/Austria (13%), Benelux (9%), paesi nordici (5%), Spagna/Portogallo(4%) e Svizzera (1%).
Il titolo Unicredit a Piazza Affari quota 18,876 euro in calo dello 0,52% dopo un rialzo ieri del 3,64%. Nell’ultimo mese ha guadagnato il 29,18%
Il bond ha un taglio minimo di 150.000 euro (Isin XS2588885025) e sarà quotato alla borsa del Lussemburgo, sotto legge italiana.Bookrunners dell’operazione sono Unicredit, Citi, Deutsche Bank, Mediobanca, NatWest Markets, Santander, SocGen.