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Unicredit cade (-9%) sull’aumento di capitale e trascina giù la Borsa

L’aumento di capitale di Unicredit, con sconto del 43%, trascina giù il titolo (-9%) e Piazza Affari – La speculazione si sposta sull’asse Parigi-Madrid – Grandi manovre attorno alla galassia Ligresti con Unipol e Clessidra in pista – Mps prepara l’arrivo di Viola

Unicredit cade (-9%) sull’aumento di capitale e trascina giù la Borsa

UNCREDIT, AUMENTO E CROLLO

La definizione dell’aumento di capitale, con sconto del 43%, non ha salvato il titolo in Borsa dove perde circa il 9% e ha trascinato giù tutto il listino di Piazza Affari, che lascia sul campo più delluno per cento.

LA TENSIONE SI SPOSTA A PARIGI. OGGI IL PREZZO DI UNICREDIT. SCONTO DEL 40%

L’allarme sul debito sovrano, l’aria di recessione in sud Europa, il rischio default per la moneta unica. Questi fattori negativi hanno fatto passare in secondo piano una realtà non meno importante: l’industria sta recuperando un po’ dappertutto. Nei primi due  giorni del 2012, l’attività manifatturiera ha battuto le previsioni in  Cina, Germania, Australia. E soprattutto negli Usa. Non stupisce, in questa cornice, il rally di inizio anno di cui sta beneficiando anche Piazza Affari. A Milano l’indice Ftse Mib ha chiuso in rialzo dell’1,24%, Londra (che recupera la chiusura di ieri) +2,2%, Francoforte +1,5%. Anche a New York trionfa il segno più: Dow Jones +1,47, S&P 500 +1,61, Nasdaq +1,67%. Lo stesso vale per Tokyo, l’ultima delle grandi Borse ad aver inaugurato l’anno borsistico con un incremento dell’1,27%.  Il miglior stato di salute dell’industria si riflette sull’aumento delle materie prime. Petrolio ed oro, però, salgono per effetto della sindrome Iran.
L’euro è in rialzo contro il dollaro a 1,306 da 1,293 di ieri. Il Financial Times ha segnalato che le scommesse degli hedge funds contro la moneta unica hanno raggiunto livelli record nell’ultima settimana dello scorso anno.

METEOBORSA. PIAZZA AFFARI TENTA IL POKER.  Mai come quest’’anno i guru dei mercati appaiono così divisi. Adam Parker di Morgan Stanley, l’esperto che ha centrato più di tutti il trend 2011, prevede un calo della Borsa Usa del 7,2% sull’ond della “volatilità crescente” dell’Europa. Byron Wien, che ogni anno tenta di indovinare il futuro in dieci mosse, vede al contrario una crescita del pil Usa al 3%, la disoccupazione in discesa all’8%, oltre al calo del petrolio a 85 dollari al barile. Il risultato sarà lo S&P oltre quota 1,400 e una congiuntura migliore del previsto anche in Europa. Piazza Affari, in mezzo a tanta incertezza, tenta oggi un piccolo record: quattro sedute di rialzo consecutive. Le premesse sembrano positive, anche se si addensano i primi nuvoloni neri sui cieli di Eurolandia. La Grecia fa sapere che si è arrivati al capolinea: o l’Unione Europea dà il via libera entro fine gennaio all’invio dei 30 miliardi già promessi, oppure Atene lascerà l’euro. Infine, il 5 gennaio si terrà la prima offerta dei titoli triennali del fondo salva Stati: 3 miliardi da destinare ad Irlanda e Portogallo.

I BTP MIGLIORANO: NONOSTANTE LA CITY.  Riaprono i battenti Wall Street e la City, ripartono, copiose, le vendite “short” sui titoli di Stato europei. E’ ormai evidente che la finanza anglosassone ha messo nel mirino la fortezza euro, ieri in ripresa (1,306 contro il dollaro). Intanto il Financial Times continua a segnalare i punti deboli dell’area euro: oggi si dà grande risalto all’ammontare dei prestiti a breve delle banche presso la Bce, 14,8 miliardi di euro, tanto per dimostrare che “la tensione resta su livelli eccezionalmente alti, anche in paragone agli ultimi mesi già così turbolenti”.
La novità è che, oltre a tener sotto pressione Milano, dove lo spread resta a quota 496 bp e il decennale rende il 6,85%, la speculazione sta facendo rotta verso Parigi e Madrid: il rendimento dei titoli a 10 anni francesi ieri, al contrario dei Btp, è salito  di 6 punti base al 3,2%, gettando una luce inquietante sulle prossime aste del Tesoro, già turbate dalla possibile, anzi probabile, perdita della tripla A. Intanto la Spagna ha ammesso che il deficit pubblico 2011 potrebbe superare l’8% del Pil rispetto al target fissato al 6% dal precedente governo Zapatero: lo spread Btp decennale/Bono  spagnolo è sceso a 165 punti base dai 202 del record negativo di fine anno. L’ansia da spread  rischia di sviare l’attenzione da Il rendimento del BOT a 3 mesi (oggi 1,9%) è sceso per la prima volta da metà ottobre sotto il 2%, era al 2,85% il 30 dicembre scorso e al 6% a metà novembre quando esplose il “rischio Paese”. Sono stati recuperati quasi 100 punti base in tre giorni.

FED SENZA VELI PER VOLERE DI BERNANKE. A partire dalla prossima riunione del Fomc, fissata per il 24-25 gennaio, la Fed renderà pubbliche le previsioni sul futuro dei tassi di interesse e delle altre decisioni price sensitive. Lo si è saputo ieri in occasione della pubblicazione del resoconto della riunione di dicembre della banca centrale. Ben Bernanke è convinto che la maggior trasparenza servirà a trasmettere con più efficacia le sue raccomandazioni  ai mercati. A fine gennaio, dunque, si avrà la conferma ufficiale della scelta Usa di tenere i tassi vicini allo ero fino a  metà 2013. In questo modo, tra l’altro, Bernanke si mette al riparo dalle polemiche dell’anno elettorale.   

UNICREDIT, L’AUMENTO A SCONTO PARTE LUNEDI’. Continua la precoce primavera di Mps (+3,4%, il 7% in due giorni). Più dell’arrivo di Fabrizio Viola ai vertici dell’istituto, conta il nuovo piano industriale su cui starebbe lavorando il management è focalizzato su cessioni e cartolarizzazioni e punta ad evitare una ricapitalizzazione. Incerte durante la giornata, le banche sono salite tutte nel finale con l’eccezione di Unicredit in calo del 2,5% in attesa dei nuovi dettagli sull’aumento di capitale da 7,5 miliardi. Il Cda stamane fisserà il prezzo dell’operazione (conto sul Terrp del 40%). La banca, nonostante le richieste del consorzio di garanzia, ha deciso di far partire l’operazione già lunedì 9. Intanto i fondi Blackrock hanno ridotto la loro quota all’1,7% dal 4,024% precedente.
Intesa +0,4%, Banco Popolare +2,1%, Ubi +2,6%. Non festeggia Bpm+0,1%, nonostante l’arrivo di un nuovo socio forte, cioè il gestore di family office Raffaele Mincione che fa sapere di aver sclto la banca di piazza Meda “perché ho fiducia in Andrea Bonomi”- Investindustrial può così contare, oltre che sul suo 9.9, su un pacchetto alleato dell’8,6%: il nuovo amministratore delegato potrà avere alle spalle un azionariato ben diverso da quello controllato dagli Amici della Bpm.
La galassia Ligresti continua a far da traino all’intero settore assicurativo. Fondiaria ha ieri guadagnat  l’11,5% mentre Premafin, sospesa per eccesso di rialzo, registra un teorico +25% dopo che ieri ha chiuso a +42,8%. Milano Ass. +6%. Salgono anche Generali +1,8% e Unipol +3%. Mediobanca +0,35% sta lavorando a tappe forzate all’accordo tra gruppo Ligresti (debitore di 1,1 miliardi verso piazzetta Cuccia) Unipol (esposta per 400 milioni) e Clessidra. Sono sfumato, invece, i pini alternativi, compreso quello che prevedeva l’intervento della Sator di Matteo Arpe e di Carlo Puri Negri. 

Tra gli industriali, Pirelli segna un rialzo del 2%, Fiat Industrial +3,5%. Strappo nel finale per Fiat +3,7% e Finmeccanica  +2,1%. Stm ha messo a segno un rialzo del 5%. Il balzo del petrolio sospinge Eni +1,8%, Saipem +1,3%, Trevi +4,7% e Maire Tecnimont +8,8%. Si mette in luce il settore lusso con Tod’s +5%, Salvatore Ferragamo +1,8% e Luxottica che sale dell’1,5%.

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