L’attenzione era concentrata su Theresa May, in vista del discorso della premier sulle condizioni poste da Londra alla Ue in vista della Brexit. Ma l’emergenza, inattesa, è partita dall’intervista di Donald Trump al Wall Street Journal, in cui, tra l’altro, il Presidente Usa ha sostenuto: a) che il progetto fiscale fin qui riferitogli è “troppo complicato”; b) che il dollaro è già “troppo forte”. I mercati hanno accusato il colpo: la valuta Usa è scivolata sui minimi da 6 settimane. Trump, in particolare, ha alzato i toni sull’eccessiva forza del biglietto verde contro lo yuan cinese, definito un fattore mortale per l’economia Usa.
Anche l’euro è risalito sopra quota 1,07 dollari per la prima volta dall’8 dicembre. La valuta unica, sempre intorno alle 14, sale di 0,8% a 1,0684 dollari. Inoltre, gli operatori stanno maturando la convinzione che Il Presidente Usa ami sorprendere, proprio quello che le Borse non vogliono. La sensazione è che, una volta consumata la luna di miele con il nuovo inquilino della Casa Bianca e la lunga anticamera della Brexit, si entro davvero in una terra incognita, potenzialmente rischiosa.
PREVISTA PARTENZA TORO, SALE L’ASIA
Meteo Borsa segnala un’apertura positiva per i mercati europei, grazie alla spinta di Londra e del Dax tedesco. Positivi anche i futures su New York. Il calo del dollaro ha dato intanto una spinta ai listini asiatici, a partire da Hong Kong (+1,2%) e da Shanghai (+0,2%). Recupera nel finale anche Tokyo (+0,5%). Ha chiuso in calo Sidney (-0,5%).
“I problemi del mondo non dipendono dalla globalizzazione. Ogni Paese deve affrontare le difficoltà senza trascurare gli interessi generali. Se ritiri la barca nel porto per paura delle maree non arriverai da nessuna parte”. Il presidente cinese Xi Jingping ha interpretato così, davanti alla platea di Davos, il ruolo di difensore dell’economia globale.
Il calo del dollaro, accompagnato dal ribasso del comparto finanziario, si è tradotto in un calo dei listini di Wall Street: il Dow Jones e l’indice S&P 500 hanno lasciato sul terreno lo 0,3%, Nasdaq in calo dello 0,6%.
BANCHE NEL MIRINO A WALL STREET, CROLLA MORGAN STANLEY
A guidare la frenata è stato il settore finanziario, giù del 2,3%, la discesa più profonda dal giorno dell’elezione di Trump. Particolarmente colpite le banche (-3,3%) a partire da Morgan Stanley (-4,2%), venduta nel giorno della sua miglior trimestrale dallo scoppio della crisi dei subprime. Oggi tocca ai conti di Citi e, soprattutto, di Goldman Sachs (-3,5%) la grande protagonista del rialzo di questi mesi.
Sotto tiro anche Biotech e settore pharma, giù del 2% dopo un’altra intervista di Trump, stavolta al Washington Post: il Presidente ha ribadito l’intenzione di intervenire sul prezzo dei medicinali e di esser pronto a rivelare il piano per sostituire la riforma sanitaria di Obama. Il miglior titolo di giornata è stato Wal-Mart (+1,9%) che ha in programma un piano di assunzioni.
È andata in porto la mega fusione del tabacco: Bat (British American Tobacco) ha acquistato per 49,4 miliardi (due in più rispetto all’offerta iniziale) l’americana Reynolds creando così il maggior gruppo mondiale del settore.
BARCLAYS PROMUOVE SAIPEM, PER JEFFERIES ENI È BUY
La frenata del dollaro ha avuto per effetto un rafforzamento dei prezzi del petrolio: il Wti sale a 52,65 dollari (+17 centesimi), il Brent tratta a 55,64 dollari al barile. A Piazza Affari recupera posizioni Saipem (+2,1%) grazie anche al giudizio di Barclays: gli analisti della baca inglese hanno alzato il prezzo obiettivo a 0,62 euro confermando il rating overweight.
In positivo anche Eni (+0,5%). Jefferies ha alzato il giudizio a Buy dal precedente Hold. Il target price, pari a 18 euro, è ben più alto del target price medio espresso in questo momento dai 35 analisti che seguono la società petrolifera: la media è 16,2 euro. Il target precedente era fissato a 13,25 euro. Stamattina anche gli analisti di Mediobanca hanno rivisto il target portandolo a 20 euro da 18,5 precedenti confermando il giudizio Outperform. Tenaris ha perso lo 0,9%,
VOLA LA STERLINA, MILANO AL TOP D’EUROPA
L’attenzione dei mercati europei si è concentrata sul discorso in Parlamento di Theresa May, che ha illustrato il piano di uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Londra intende trattare con Bruxelles un nuovo accordo di libero scambio in piena reciprocità. Ma, a pochi giorni dal verdetto della Corte che dovrà esaminare il ricorso del governo sulla necessità di un voto parlamento che avalli la Brexit, la premier ha promesso un voto parlamentare sul divorzio dalla Ue.
La sterlina, già in rialzo di oltre l’1% quando May ha iniziato a pronunciare il suo discorso, ha accelerato bruscamente fino ad un progresso del 3,1% sul dollaro e dell’1,7% sull’euro. Stamane la valuta della Regina tratta a 1,2335 sulla moneta Usa.
Seduta positiva per Piazza Affari, grazie alla spinta dei bancari. L’indice Ftse Mib ha archiviato la seduta a 19.296 punti, in rialzo dello 0,2% davanti a Parigi (-0,3%) e a Francoforte (+0,03%). Il rimbalzo della sterlina ha frenato Londra (-1,2%).
La Commissione europea ha inviato al governo italiano una lettera in cui chiede la correzione del deficit strutturale di circa 3,4 miliardi, ritenendo che il bilancio 2017 si discosti dal cammino di riduzione del rapporto debito/Pil.
IL TESORO EMETTE UN BTP A 15 ANNI
Il Tesoro ha annunciato la prossima emissione del nuovo Btp a 15 anni confermando i rumors degli ultimi giorni. Il mandato per il collocamento del nuovo Btp 1 settembre 2033 è stato affidato a un pool di banche composto da Imi, Barclays, Credit Agricole, Ing Bank e Natwest. Il lancio dell’operazione, spiega la nota di via XX settembre, avverrà a breve, in relazione alle condizioni di mercato.
Sull’onda della notizia il tasso del decennale italiano e lo spread Btp/Bund sono saliti ai massimi di giornata, rispettivamente a 1,94% e a 169 punti base. Il titolo a 15 anni marzo 2032 ha chiuso in lieve calo (-0,045) a 91,42, per un rendimento del 2,34% dopo un massimo di 2,37%.
Nessun movimento di rilievo in vista del direttorio della Bce di domani: il Tesoro belga ha collocato un nuovo decennale da 6 miliardi, raccogliendo ordini per oltre 21,5. Domani sono in calendario aste in Francia e Spagna per un’offerta complessiva di 15 miliardi.
BOOM DI UNICREDIT, MUSTIER RINUNCIA ALLA CHAMPIONS LEAGUE
Il settore bancario, barometro del listino, ha guidato il rialzo dell’indice: il paniere è salito dell’1,11%. Si profila un duro confronto tra via Nazionale e Francoforte. Bankitalia ha preso le distanze da Bce sulla valutazione dei crediti deteriorati di Banca Monte dei Paschi. Motivo del dissenso sarebbero i criteri utilizzati nell’analisi degli Npl, che sono stati penalizzanti e non condivisi all’interno del team di ispettori e revisori esterni.
In grande evidenza Unicredit (+3,5%): Capital Group, primo azionista dell’istituto con il 6,7% detenuto da Capital Research and Management, che ha riferito di voler scommettere sul rilancio della banca sotto la regia del ceo francese, Jean Pierre Mustier. Il ceo intanto ha annunciato la fine della sponsorizzazione della Uefa Champions League. Il contratto con la Uefa non sarà rinnovato una volta arrivato a scadenza nella primavera del 2018.
INTESA, SCATTA L’ASTA PER ALLFUNDS
Sotto i riflettori stamane Intesa Sanpaolo (ieri invariata). Secondo indiscrezioni, c’è un forte interesse per Allfunds, piattaforma per i fondi comuni messa in vendita dai due soci, Intesa e Santander, e per cui sono state presentate sette offerte non vincolanti da parte di soggetti del Regno Unito, dell’Asia e degli Stati Uniti. Tra i contendenti anche una mega-cordata formata da Bain Capital, Advent e dal fondo sovrano di Singapore Temasek. Allfunds è valutata oltre 16 volte l’Ebitda di 107 milioni nel 2015, cioè tra 1,7 e 1,8 miliardi di euro. Ieri Crédit Suisse ha alzato il prezzo obiettivo a 2,85 euro dai 2,5 euro precedenti.
Acquisti anche per Banco Bpm (+3,4%), Ubi (+2,2%) e Bper (+1,6%). Negative le assicurazioni: Generali -0,29%, Unipol Sai -0,84%. Meglio il risparmio gestito: Azimut +0,29% e FinecoBank -0,18%. Poste Italiane (-0,25%) ha stanziato 54 milioni di euro per tutelare i clienti che nel 2003 avevano acquistato quote del fondo immobiliare Irs e che da allora hanno visto perdere circa il 74% del valore.
RECUPERA FCA GRAZIE ALLE VENDITE EUROPEE
Prosegue il recupero di Fiat Chrysler (+1,02%) grazie alla buona performance delle vendite in Europa: il gruppo ha venduto 72.280 auto, con una crescita del 13,4% a fronte di un incremento del mercato del 3,2%. Sale in scia anche Exor (+1,55%).
MEDIASET PUNTA AL 39% DELLAPUBBLICITÀ E APRE PREMIUM
Seduta agitata per Mediaset (-0,6%), in forte calo nella prima parte della seduta per poi recuperare dopo che l’Agcom ha ribadito che l’istruttoria Mediaset-Vivendi è ancora in corso smentendo così le indiscrezioni sull’accoglimento del ricorso di Fininvest contro Vivendi. In tal caso l’eventuale Opa da parte dei francesi rischierebbe di essere nulla perché la società proprietaria di Telecom Italia (-1,7%) per legge non può possedere anche Mediaset.
Il Biscione ha intanto diffuso ieri i target del piano industriale al 2020, stamattina tiene una presentazione a Londra. La società si aspetta un miglioramento di 468 milioni di euro delle attività televisive italiane a livello di utile operativo: sulla base delle stime del consensus per l’anno passato (-85 milioni di euro), vuol dire che nel 2020 l’utile operativo sarà di circa 380 milioni di euro. La società si aspetta di aumentare la sua quota nel mercato italiano della pubblicità al 39% dall’attuale 37,4%.
Ipotizzando che la base costi sia la stessa, ne consegue che la crescita media annua della pubblicità dovrebbe essere del 3%. Infine, per quanto riguarda Mediaset Premium, la società anticipa che aprirà la pay tv ad altri operatori, in modo da condividere con altri soggetti gli ingenti costi dei diritti televisivi del calcio.
S&P PROMUOVE BUZZI, FRENA LUXOTTICA
Frena Luxottica: -0,8%, dopo il +8% di ieri. In calo anche Moncler (-1,5%) e Yoox (-1%), condizionata dal crollo della concorrente tedesca Zalando (-6% dopo vendite che hanno deluso gli analisti).
Rimbalzano le Utility: Enel +1,1%, Snam -0,5% e Terna+0,4%. S&P ha alzato l’outolook di Buzzi Unicem (-1,6%) a positivo da stabile, confermando il rating a BB+. L’azione è legata alla previsione di un miglioramento dei ratio dell’indebitamento, scrive l’agenzia, che potrebbero diventare compatibili con un rating investment grade.