X

Unicredit batte le attese: 9,3 miliardi (+8%) di utili nel 2024, ai soci 9 miliardi. Orcel: “Siamo oltre il 5% di Generali”

Imagoeconomica

In attesa che la doppia partita con Commerzbank e Banco Bpm entri nel vivo, Unicredit si presenta in campo con numeri in forte crescita e una “performance da record” nel 2024 che “corona il nostro sedicesimo trimestre consecutivo di crescita sostenibile e redditizia”. La banca guidata da Andrea Orcel ha infatti battuto le attese degli analisti sui risultati annuali e promesso ai soci la distribuzione totale di 9 miliardi di euro, dei quali 3,7 miliardi in dividendi. 

Tutti i numeri di Unicredit 

Unicredit ha chiuso l’esercizio 2024 con un utile netto contabile di 9,7 miliardi, in aumento del 2%, e un utile netto escluse le dta in crescita dell’8% a quota 9,3 miliardi. Nel solo quarto trimestre il risultato contabile è di 1,97 miliardi e il netto di 1,6 miliardi, in calo rispetto a 1,9 miliardi del pari periodo del 2023, ma sopra il consensus di 1,44 miliardi di euro.

Tornando all’intero anno, i profitti si sono attestati a 10,3 miliardi su base sottostante, ossia non considerando gli 1,3 miliardi relativi a oneri straordinari (al lordo delle imposte) dovuti ai costi di integrazione (0,8 miliardi) a garanzia della redditività futura e alla copertura completa del caso Rca.

I ricavi netti sono saliti del 4% a 24,2 miliardi, trainati da 8,1 miliardi di commissioni (+8%) grazie alla forte attività commerciale e offerta di prodotti. Il margine di interesse si è attestato a 14,4 miliardi, in rialzo del 3%, mentre i costi sono stati pari a 9,4 miliardi, in ribasso del 1% nonostante le pressioni inflazionistiche e gli investimenti, con un rapporto costi/ricavi al 37,9%. 

Unicredit: ai soci 9 miliardi tra dividendi e buyback

In virtù dei risultati raggiunti, Piazza Gae Aulenti aumenterà “la distribuzione agli azionisti a 9 miliardi per il 2024, previo ottenimento delle relative autorizzazioni. A riprova ulteriore della nostra generosa politica di distribuzione, stiamo aumentando il dividendo al 50% dell’utile netto a partire dal 2025”, sottolinea il ceo Andrea Orcel in una nota. Nel dettaglio, dei 9 miliardi di distribuzione previsti, 3,7 miliardi arriveranno sotto forma di dividendo, pari a 2,4 euro per azione a valere sui risultati del 2024.

La posizione patrimoniale

La qualità degli attivi resta solida, con un basso costo del rischio pari a 15 punti base, “mantenendo le nostre linee di difesa, inclusi i circa 1,7 miliardi di overlays”, spiega Unicredit. Il Cet1 ratio è pari al 15,9%, un risultato, si legge nella nota della banca “sostenuto dalla elevata generazione organica di capitale durante il trimestre, pari a 886 punti base, che ha portato il totale nel 2024 ad un risultato record di 12,6 miliardi, o 444 punti base, superando nettamente l’obiettivo di 150 punti base fissato con Unicredit Unlocked. Inoltre, abbiamo ancora una volta dato prova della nostra disciplina nella gestione degli RWA, in calo di 750 milioni trimestre su trimestre e pari a 277,1 miliardi, o 275,5 miliardi al netto dell’impatto degli investimenti strategici nel quarto trimestre, rafforzando così ulteriormente l’efficienza del nostro capitale”.

Unicredit supera gli obiettivi del piano

Attraverso una nota, la banca sottolinea inoltre che “la performance da record del gruppo nel 2024 corona il nostro sedicesimo trimestre consecutivo di crescita sostenibile e redditizia. Questo risultato eccezionale riflette il significativo potenziale inespresso che abbiamo sprigionato durante la fase iniziale di Unicredit Unlocked: tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissati sono stati superati in modo significativo in ognuna delle nostre regioni, facendo leva su un modello paneuropeo unico: crescita diversificata delle commissioni e ricavi netti di alta qualità, elevata generazione organica di capitale, RoTE elevato, distribuzioni totali generose”.

Le stime per il 2025

La guidance sul 2025 prevede un utile netto “sostanzialmente in linea”  con quello del 2024, mentre i ricavi netti sono previsti a oltre 23 miliardi, con una moderata riduzione anno su anno del margine di interesse nel corso del 2025, “che riflette le aspettative di un contesto di minori tassi di interesse e di una ulteriore compressione della Russia”.

“Le distribuzioni relative al FY25 sono attese in aumento rispetto a quelle relative al FY24, con un dividendo incrementato al 50% dell’utile netto (dal 40%). A novembre 2025 è previsto il pagamento di un acconto sul dividendo relativo al FY25 per un ammontare pari al 45% del dividendo totale atteso per l’anno (aumentato dal 40% del 2024)”, fa sapere la banca.

Per il 2027 Unicredit l’obiettivo di un utile netto pari a circa 10 miliardi di euro, insieme ad un RoTE superiore al 17% e ad una generazione organica di capitale media nel periodo 2025-2027 “sostanzialmente in linea con l’utile netto”.

Il titolo scivola in Borsa su ipotesi vendita Delfin

Dopo la pubblicazione dei conti a Piazza Affari, il titolo viaggia in fondo al Ftse Mib, segnando un ribasso del 3% a 45,8 euro. A pesare sulla performance non sono tanto i numeri del 2024, positivi e sopra le attese, quanto le indiscrezioni relative alla possibile uscita di Delfin dal capitale della banca. Secondo il Corriere, infatti, la holding della famiglia Del Vecchio potrebbe vendere con un accelerated book building, o altre formule, la sua quota del 2,7% ‘in Unicredit e “sciogliere così ogni legame diretto con la banca”, si legge. Una mossa che sarebbe in relazione alla partita sulle Generali. 

Per quanto riguarda gli analisti i risultati del quarto trimestre 2024 sono “leggermente migliori delle attese” secondo Equita, che vede “sorprese positive su capitale, remunerazione (9 miliardi contro gli 8,6 stimati) e guidance 2025”. Parla invece di risultati “in linea” a livello operativo Intermonte, che nota come l’ultima riga di bilancio sia superiore alle previsioni “per minor carico fiscale”. 

Orcel: “Unicredit ha superato il 5% di Generali

“Per trasparenza, stiamo per annunciare che la nostra partecipazione complessiva in Generali, includendo posizioni che deteniamo per conto dei nostri clienti, ha superato la soglia del 5%“, ha l’Ad di Unicredit, Andrea Orcel, nel corso della conference call di presentazione dei conti 2024. “Questo – ha aggiunto – non cambia la nostra posizione sulla quota, che rimane finanziaria e non implica alcun interesse ad acquisire la compagnia o cose del genere”. Una posizione ribadita anche in un’intervista alla Cnbc, in cui il manager ha spiegato che quello in Generali è “un investimento finanziario effettuato nel corso di mesi”. Il Leone, ha continuato, “è una buona società italiana, sono nostri partner in molti Paesi dell’Europa centrale e orientale e abbiamo pensato fosse la cosa giusta da fare”. “Voglio assicurare che non abbiamo ambizioni di comprare Generali”, ha ripetuto.

Orcel su Delfin, Banco Bpm e Commerzbank

Delfin e Leonardo Del Vecchio sono stati “un eccellente azionista” di Unicredit “per molto tempo nella buona e nella cattiva sorte”, ha detto Orcel alla Cnbc, parlando della possibile vendita del 2,7% di Unicredit da parte della holding. “Rispetto le loro decisioni – ha aggiunto -. Il mio lavoro è far sì che sia la decisione sbagliata se davvero stanno considerando di vendere. Perché finora non l’hanno fatto” ha detto.

Il banchiere è intervenuto poi sul tema di un possibile adeguamento dell’offerta su Banco Bpm: “Un rilancio su Banco Bpm? Non l’ho mai escluso, ma per farlo ci deve essere un shift significativo che deve rispettare le nostre metriche per i nostri azionisti”. “Vogliamo vedere quanto Banco Bpm è preparata ad affrontare quello che stiamo affrontando anche noi, cioè la normalizzazione dei tassi, l’aumento del costo del rischio, l’inflazione dei costi. Vedremo tutto questo e determineremo se quello che abbiamo offerto è definitivo o no”, ha proseguito Orcel che ha citato inoltre l’operazione su Anima “che non è ancora fatta”. Per una revisione dell’offerta, ha concluso, “ci dovrà essere un cambiamento significativo che renda le nuove condizioni in linea con i nostri parametri di redditività per gli azionisti. Altrimenti non la faremo”.

E infine, Orcel ha fatto riferimento anche l’ultimo (o al primo in ordine di tempo) capitolo, vale a dire la scalata di Commerzbank: “Aspettiamo le elezioni” tedesche e che “ci sia un nuovo governo per avere l’opportunità di sederci a parlare di fatti. Sono piuttosto ottimista di riuscire a convincere tutti che la combinazione tra le due banche” porterà a una “grande creazione di valore, non solo per azionisti e stakeholder ma anche per la Germania e l’Europa”, ha detto il numero uno di Piazza Gae Aulenti alla Cnbc.

Orcel: “Ampiamente superato gli obiettivi, Unicredit banca per il futuro dell’Europa”

“Tre anni fa abbiamo annunciato Unicredit Unlocked con degli obiettivi finanziari che in molti giudicarono troppo ambiziosi. Oggi abbiamo ampiamente superato ciascuno di quegli obiettivi, sovraperformando in ogni metrica inclusi gli obiettivi di redditività e distribuzione, e stiamo entrando nella fase successiva della nostra strategia. In questa fase accelereremo la nostra crescita, aspirando ad ampliare ulteriormente la distanza dai nostri concorrenti, chiuderemo il divario che ci separa in termini di valutazione, consolidando Unicredit come la banca per il futuro dell’Europa e come il punto di riferimento del settore bancario”, commenta il Ceo Andrea Orcel in una nota.

“Abbiamo concluso il 2024 con un solido quarto trimestre, a coronamento di sedici trimestri di crescita redditizia e di qualità” continua il manager, sottolineando che “l nostro caso d’investimento stand-alone, basato su crescita e distribuzione, è convincente grazie ad una appetibile diversificazione geografica, una clientela e un business mix di qualità, mentre le nostre linee di difesa ci garantiscono protezione e le nostre distinte iniziative conseguiranno risultati sempre migliori. Continueremo a dimostrare eccellenti performance finanziarie e creazione di valore per gli azionisti. Qualsiasi crescita inorganica deve migliorare il nostro caso d’investimento stand-alone e rispettare i nostri rigorosi criteri finanziari e strategici”.“Il contesto macroeonomico e geopolitico rimane complicato e imprevedibile. Noi siamo in ogni caso estremamente ben posizionati per assorbire una normalizzazione dei tassi di interesse, del costo del rischio e dell’inflazione dei costi. La nostra diversificazione, insieme alle iniziative del management, ai costi di integrazione e agli overlays già accantonati ci dà un vantaggio significativo. Questo ci permetterà di mantenere una solida redditività e distribuzione”, conclude Orcel.

(Ultimo aggiornamento: ore 12.29 di martedì 11 febbraio).

Related Post
Categories: Finanza e Mercati