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Unicredit, Banco Bpm alza gli scudi: 7 euro il prezzo dell’Opa su Anima, sì di Poste e Fsi. Potrebbe raggiungere il 43%

Banco Bpm, forte di un piano industriale che punta a utili di quasi 8 miliardi al 2027, alza la posta su Anima e raccoglie l’appoggio di Poste e Fsi per un numero di azioni complessivo pari al 21% del capitale sociale di Anima

Unicredit, Banco Bpm alza gli scudi: 7 euro il prezzo dell’Opa su Anima, sì di Poste e Fsi. Potrebbe raggiungere il 43%

Banco Bpm alza gli scudi per difendersi da Unicredit: il cda ha deciso per un aumento del prezzo dell’opa su Anima da 6,2 a 7 euro e ha ricevuto impegni di adesione da parte di Poste e Fsi per un numero di azioni complessivo pari al 21% del capitale sociale di Anima. Sommando queste nuove adesioni con le azioni che già sono nel portafoglio del di Banco Bpm pari al 22%, la banca guidata da Giuseppe Castagna dovrebbe salire al 43% della società di risparmio gestito guidata da Alessandro Melzi d’Eril., lo dice una nota. Oltre a Poste Italiane con il 11,95% e a Fsi Sgr con il 9,77%, l’altro azionista rilevante di Anima è Caltagirone con il 3,46%. La società di risparmio gestito detiene poi 9.441.730 azioni proprie, pari al 2,96% del capitale.

La banca ha convocato per il 28 febbraio l’assemblea che dovrà approvare l’aumento del corrispettivo dell’Opa. e autorizzare la possibilità “di rinunciare, in tutto o in parte, a una o più delle condizioni di efficacia dell’offerta non ancora soddisfatte”.

A sua volta ieri Andrea Orcel, in merito all’offerta per Banco Bpm, su cui il mercato si aspetta un rilancio,è apparso possibilista: “Non l’ho mai escluso sin dal primo giorno. Vediamo cosa succede nel primo trimestre, poi valuteremo se l’offerta è finale oppure no. Dipende da come Banco Bpm performa sulla normalizzazione dei tassi, sull’inflazione, sui costi”.

I miglioramenti dell’operazione, anche sui dividendi

Castagna ha ribadito che l’operazione è di “rilevanza strategica” per il gruppo. Un nuovo assetto che permetterà “una stabile e duratura crescita del conto economico”, anche per una diversificazione dei ricavi in un contesto di tassi di interesse in calo. Se l’opa andrà in porto, a fine piano l’incidenza dei proventi non da interessi sul totale dei ricavi si porterà dall’attuale 40% al 50% e l’apporto complessivo ai ricavi del gruppo delle fabbriche prodotto, che nel piano precedente era stimato pari a 1,2 miliardi di euro al 2026, aumenterà a 1,7 miliardi al 2027. Rispetto al dato del piano è anche previsto un incremento del 10% dell’utile per azione.

Sono previsti ulteriori benefici: l’opportunità di incrementare il livello di penetrazione dei prodotti di Anima all’interno della base clienti del Banco, la promozione di nuove partnership da parte di Anima nei segmenti retail e istituzionale, la valorizzazione delle rispettive best practice nella gestione sia della clientela private di Banca Aletti e Kairos sia degli investimenti alternativi. Banco Bpm ha già ottenuto l’autorizzazione Antitrust, Golden Power e Modifica statutaria, invece devono ancora avverarsi le condizioni relative alla soglia di adesioni all’offerta (l’ottenimento di almeno due terzi del capitale sociale della società milanese di asset management) e quella connessa al via libera da parte della Bce dell’applicabilità del danish comprise, che consente alla banca di mantenere condizioni regolamentari favorevoli. Proprio sul fronte regolamentare nelle scorse settimane era emerso qualche ritardo sulla tabella di marcia: la Bce ha chiesto chiarimenti in merito a un’interpretazione fornita dall’Eba lo scorso anno.

Nuovo piano industriale: al 2027 utili oltre 7,7 miliardi

Banco Bpm ha inoltre approvato il nuovo piano industriale che punta a realizzare utili netti cumulati nel periodo 2024-2027 superiori a 7,7 miliardi di euro, nonostante il forte calo dei tassi di interesse, e ad assicurare ai soci una remunerazione complessiva superiore ai 7 miliardi di euro, di cui oltre 6 miliardi garantiti indipendentemente dal trattamento regolamentare relativo all’acquisizione di Anima. L’obiettivo al 2027, si legge in una nota, è di realizzare 2,15 miliardi di utili, grazie alla crescita ’stand alone’ del Banco (1,95 miliardi) e all’integrazione di Anima (0,2 miliardi).

“Con la pubblicazione degli eccellenti risultati del gruppo e l’aggiornamento degli obiettivi di piano” l’offerta di Unicredit “contrasta in maniera sempre più evidente con la dimostrata capacità di BancoBpm di produrre performance eccellenti, con prospettive di ulteriore crescita e profittabilità concrete, credibili e realizzabili”. Lo affermano l’ad di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, e il presidente, Massimo Tononi, nella nota sui risultati e il nuovo piano della banca, il cui “quadro complessivo” e le “prospettive di sviluppo e crescita” date dagli “straordinari risultati” confermano il giudizio negativo già espresso sull’Ops di Unicredit.

Nel 2024 utile netto in aumento del 52%, dividendo di 1 euro

La banca ha chiuso il 2024 con un utile netto di 1,9 miliardi di euro, in crescita del 52% sull’esercizio precedente, e con un utile netto adjusted salito del 18% a 1,7 miliardi, superiore del 24% rispetto alla guidance 2024 e del 13% rispetto al target 2026.

Intanto la banca ha inoltre deliberato un dividendo di 1 euro ad azione, con una percentuale di utile destinato a cedola (pay-out) dell’80%, in crescita rispetto al 67% del 2023. Nel 2024 sono stati distribuiti dividendi per 1,5 miliardi, 650 milioni in più del 2023. Si tratta di “risultati senza precedenti, sia in termini di redditività sia di remunerazione agli azionisti”.

Castagna a tutto tondo su Unicredit

Unicredit di recente “si sta muovendo molto sul mercato” in molte partite finanziarie, “non sappiamo cosa vogliano fare in merito alla nostra decisione di andare avanti su Anima”, ha detto . Castagna, replicando a un analista che gli chiedeva se a suo parere il rilancio sulla Sgr potrebbe portare UniCredit a rinunciare alla sua Ops su Piazza Meda. “Comunque non credo guardino solo ad Anima, ma anche a una migliore comprensione del nostro Piano e delle nostre potenzialità – ha aggiunto -, a quanto in più debbano spendere per il successo della loro offerta che ora non è un’offerta perchè è a sconto”, ha aggiunto. 

 “Sul tema Russia ci sono dei regolatori istituzionali che dovranno verificare la situazione. Noi constatiamo che a parte Raiffeisen l’unica banca occidentale rimasta in Russia è Unicredit’, ha detto il numero uno di Bsnco Bpm. “i numeri che ha dato ieri UniCredit non li capiamo” ha proseguito: “Hanno ridotto del 90% l’esposizione alla Russia, ma continuano a fare 560 milioni di utili, quindi mi viene da chiedere quanto facevano prima”. “Questo riguarda soprattutto chi deve vigilare si queste operazioni – ha ammesso -. Noi auspichiamo che venga fatta chiarezza su questi temi perché ci sono di mezzo i nostri azionisti”.

Nel corso della presentazione alla stampa dei risultati 2024 e del piano industriale aggiornato, Castagna ha spiegato inoltre che l’investimento di Banco Bpm nel capitale di Mps era un segnale per poter proseguire con un’eventuale operazione di “sistema” sull’istituto senese, ma l’Ops lanciata da UniCredit ha poi bloccato queste ipotesi. “Eravamo disponibili ad allargare il discorso con loro”, ha detto l’Ad in riferimento alla quota del 5% in Mps rilevata lo scorso novembre nell’ambito del collocamento di una parte della partecipazione effettuata dal Tesoro. “Quell’operazione è stata resa neanche più ipotizzabile dall’offerta di UniCredit e quindi ora siamo qui a discutere della nostra strategia”, ha concluso.

(Ultimo aggiornamento: ore 17.18 del 12 febbraio).

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