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Unicredit avverte Banco Bpm: “Ci ritiriamo se cambia l’offerta su Anima”. Castagna: “Accuse pericolose per influenzare i soci”

Imagoeconomica

È un avvertimento chiaro, senza giri di parole, quello di Unicredit ai soci di Banco Bpm: il rilancio della banca guidata da Giuseppe Castagna su Anima potrebbe spingere Piazza Gae Aulenti a ritirare l’ops lanciata lo scorso novembre.

“Un incremento del prezzo dell’Opa su Anima” da parte di Banco Bpm “e la rinuncia, in tutto o in parte delle condizioni dell’offerta o anche ad una sola di esse potrebbe determinare la risoluzione o l’inefficacia” dell’offerta di Unicredit su Piazza Meda. Tuttavia “nessuna decisione è stata ancora presa”. Questo quanto si legge in una lunga nota diffusa questa mattina dall’istituto guidato da Andrea Orcel. 

Unicredit-Banco Bpm: lo scenario 

Il 25 novembre, Unicredit ha stupito il mercato lanciando un’offerta totalitaria su Banco Bpm da 10,1 miliardi di euro. Qualche settimana prima, il 6 novembre, Piazza Meda aveva a sua volta un’offerta pubblica su Anima da 6,2 euro per azione. Dopo mesi di tensioni, la scorsa settimana è arrivato il rilancio atteso dal mercato, con Banco Bpm ha alzato il prezzo di opa su Anima da 6,2 a 7 euro per azione. Una decisione che dovrà essere confermata dall’assemblea ordinaria dei soci convocata per il prossimo 28 febbraio. C’è però un aspetto importante da considerare: il rilancio è arrivato prima di aver ottenuto dalla Bce il beneficio contabile del Danish Compromise. Ed è proprio qui che sta il nodo della questione secondo Piazza Gae Aulenti. 

Unicredit: “Opa potenzialmente incoerente”

In vista dell’assemblea della settimana prossima, Unicredit spiega che gli azionisti di Bpm devono “assumere le proprie determinazioni in relazione alla delibera nella piena consapevolezza dei rischi e delle incertezze sottesi alle proposte che sono state loro formulate e delle possibili conseguenze delle loro decisioni che potrebbero interessare l’offerta”, si legge nella nota di Unicredit.

L’Opa su Anima, infatti “eseguita alle nuove potenziali condizioni, potrebbe potenzialmente risultare incoerente con quanto annunciato al momento della presentazione al mercato dell’operazione il 6 novembre 2024”, secondo Unicredit, per cui “l’operazione era descritta come tale da assicurare ‘un elevato ritorno sull’investimento con limitati assorbimenti patrimoniali’”.

Unicredit: “Pronti a rinunciare se cambia offerta su Anima”

“Un punto essenziale al riguardo è che una rinuncia alle condizioni dell’Opa Anima potrebbe essere esercitata anche qualora non si applicasse a Bpm, nell’acquisto di Anima, il regime favorevole di capitale regolamentare noto come il c.d. Danish Compromise. Nonostante siano già trascorsi più di tre mesi dall’annuncio dell’OPA Anima, non è stata fornita nessuna informazione circa la probabilità che tale più favorevole regime possa trovare effettiva applicazione”. Tradotto: se il Danish Compromise non fosse applicabile, l’opa su Anima avrebbe un impatto molto più significativo sul capitale di Banco Bpm, con una riduzione stimata di 268 punti base sul Cet1, che scenderebbe dal 13% al 12,32% se non addirittura all’11%, incidendo sulla stabilità patrimoniale del gruppo.

Non è chiaro – rincara la dose Unicredit – quali siano le azioni di mitigazione ipotizzate al fine di mantenere il ratio Cet1 di Bpm più alto del 13% nel corso del piano, indipendentemente dal trattamento regolamentare dell’acquisizione di Anima, mantenendo altresì un ratio di pay-out sulla distribuzioni pari all’80% dell’utile netto”.

Da qui la conclusione: “un incremento del prezzo dell’Opa su Anima” da parte di Banco Bpm “e la rinuncia, in tutto o in parte delle condizioni dell’offerta o anche ad una sola di esse potrebbe determinare la risoluzione o l’inefficacia” dell’Ops da parte di Unicredit su Piazza Meda. Parlando in parole povere: senza Danish Compromise o in caso di aumento del prezzo, Unicredit potrebbe ritirare l’offerta sul Banco Bpm. E le conseguenze sul titolo potrebbero essere pesanti.

La risposta di Castagna: “Accuse pericolose”

“Penso che siano delle accuse pericolose. Stanno cercando di influenzare il voto degli azionisti nell’assemblea” sull’acquisizione di Anima, ha detto il ceo di Banco Bpm Giuseppe Castagna, in una intervista a Bloomberg Tv. “Il ragazzo sta facendo il suo gioco ed è bravo a farlo – ha detto in riferimento al ceo di Unicredit Andrea Orcel – sta mettendo pressione sul nostro titolo in favore del suo titolo. Ma risponderemo anche legalmente a questo tipo di accuse”.

In questo contesto a Piazza Affari il titolo Unicredit sale del 1,95% a 47,775 euro, mentre le azioni Banco Bpm salgono dello 0,68% a 8,82 euro. 

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