Non è riuscita Piazza Affari ad inanellare il poker di rialzi. E ha chiuso in rosso del 2,04%, peggiore tra le Borse europee. Il Dax ha perso lo 0,89%, il Cac l’1,59%, il Ftse 100 lo 0,55%. Dopo il botto di inizio anno listini si sono infranti contro i nodi irrisolti della crisi del debito europeo e i timori di recessione in Europa. Nonostante i segnali di una ripresa dell’industria (dalla Cina agli Usa passando per la Cina e l’Australia) le Borse sono tornate a mostrare nervosismo in attesa della nuova tornata di incontri di settimana prossima tra i leader dei Paesi dell’Eurozona in preparazione dell’Eurosummit del 30 gennaio: il 9 gennaio si incontrano il Cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy, l’11 è il turno del premier Mario Monti che vedrà la Merkel mentre il 13 Monti vedrà Sarkozy.
I listini sono stati condizionati anche da un’apertura negativa di Wall Street e dal dato degli ordini dell’industria Usa di novembre positivi ma sotto le attese. Alla chiusura dei mercati in Europa il Dow Jones viaggiava in calo dello 0,18% mentre il Nasdaq poco sopra alla parità. A Wall Street Yahoo! ha annunciato che Scott Thompson sarà il nuovo ad dopo il licenziamento di Carol Bartz. Thompson arriva da eBay, dove era il presidente di Paypal.
Negli Stati Uniti i riflettori sono però accesi sulla corsa per le primarie (che ha visto in Iowa passare per il filo del rasoio, solo 8 voti, Mitt Romney e l’ascesa dell’ultraconservatore Santorum) che precedono le elezioni presidenziali di novembre, appuntamento che tradizionalmente si riflette positivamente sui listini azionari. Ma mai come nel 2012 è difficile fare previsioni, gli esperti non sono mai state così divisi: troppe le variabili e le incognite che giungono dalla crisi del debito europeo, con gli interventi della politica che continuano a modificare gli scenari per i mercati.
Non da ultimo, la Grecia è tornata ad agitare gli animi: o l’Unione Europea dà il via libera entro fine gennaio all’invio dei 30 miliardi già promessi, oppure Atene lascerà l’euro. E la moneta unica è scesa ai minimi da 15 mesi sulla sterlina (ricordiamo che la Gran Bretagna è stata la protagonista del no all’accordo sul fiscal compact dell’8-9 dicembre) a 0,8277 mentre il cambio euro dollaro arretra a 1,2926. Gli hedge fund, secondo quanto ha rivelato il Financial Times, si sono scatenati nelle scomesse contro la moneta unica nell’ultima settimana dell’anno.
Lo spread tra i Btp a dieci anni e il bund si mantiene volatile attorno a quota 500 punti, in leggera risalita dopo l’asta bund di oggi che ha visto la Germania piazzare 4,057 miliardi di titoli con rendimenti in discesa all’1,93% dall’1,98% della precedente asta. Sostenuta anche la domanda che ha raggiunto i 5,3 miliardi. In calo anche i rendimenti dei titoli portoghesi: Lisbona ha piazzato un miliardo di titoli con un rendimento in calo al 4,346% dal 4,873% di dicembre. Risultati che però non hanno allentato le tensioni con la Bce che sta comprando titoli di Stato di Italia e Spagna. Da ricordare che domani si terrà la prima offerta dei titoli triennali del fondo salva Stati per un ammontare di 3 miliardi.
UNICREDIT L’AUMENTO PARTE LUNEDI’
FONSAI SEMPRE PIU’ VICINA A UNIPOL
E’ Unicredit che affossa Piazza Affari. Il titolo, sospeso al ribasso, ha chiuso in calo del 14,45%. Le vendite sono scattate dopo che Piazza Cordusio ha comunicato il prezzo dell’aumento di capitale a 1,943 euro per azione, con uno sconto del 43%: l’offerta di azioni ordinarie Unicredit in opzione ai soci, che ha ricevuto il via libera dalla Consob, avrà ad oggetto azioni ordinarie di nuova emissione, senza valore nominale, da offrirsi in opzione agli azionisti titolari di azioni ordinarie e ai portatori di azioni di risparmio nel rapporto di opzione di 2 azioni ordinarie di nuova emissione ogni azione ordinaria e/o di risparmio posseduta. I diritti di opzione potranno essere esercitati dal 9 gennaio 2012 al 27 gennaio 2012 e saranno negoziabili sul MTA dal 9 gennaio 2012 al 20 gennaio 2012. I diritti di opzione non esercitati entro il 27 gennaio 2012 saranno offerti sul MTA. I grandi azionisti di Unicredit sono pronti a sottoscrivere fino al 24% delle azioni. Male però anche gli altri bancari: Mps perde il 4,65%, dopo l’entusiasmo per l’arrivo di Fabrizio Viola che ha lasciato la Bper, Intesa cede il 3,82%.
Corre invece Fondiaria Sai (+7,76%) che sembra sempre più vicina a Unipol in un progetto di integrazione dai contorni ancora da definire ma che darebbe vita a un campione nazionale nel campo delle assicurazioni, con il ridimensionamento della famiglia Ligresti che fino all’ultimo ha cercato di mantenere il controllo sulla compagnia assicurativa. Sul tavolo anche il nodo del rifinanziamento del debito di Premafin da 300 milioni che potrebbe passare anche da una conversione in azioni da parte delle banche creditrici e il ruolo che potrebbe avere il fondo Clessidra disponibile a sostenere Premafin con 200 milioni di euro ma che necessita di maggiore chiarezza sul futuro della controllata Fonsai (intervento che non verrebbe necessariamente escluso dall’unione tra Fondiaria e Unipol). Intanto, il prossimo appuntamento per Fondiaria Sai è il 27 gennaio, quando il consiglio di amministrazione dovrà decidere l’ammontare dell’aumento di capitale che si aggira tra i 600 e i 750 milioni di euro necessario per migliorare i margini di solvibilità.
FIAT, VOLANO LE VENDITE DI CHRYSLER NEGLI USA
MA BRILLA FIAT INDUSTRIAL
E’ boom negli Usa per le vendite di Chrysler che sono salite del 37% il mese scorso a 138.019 unita’, battendo le stime di un +33%. In particolare il marchio Jeep ha messo a segno il miglior dato dal 2007. Il titolo però chiude in calo del 2,39%: per alcuni analisti interpellati dall’agenzia Bloomberg il gruppo non raggiungerà il target di 6 milioni di auto vendute nel 2014 ma solo 4,9 milioni. In evidenza sul Ftse Mib è invece Fiat Industrial che in giornata sale fino al 2% circa per poi chiudere però con un rialzo più contenuto dello 1,28%.