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Unicredit affila le armi: si opporrà al maxi sequestro russo (con l’aiuto di una sentenza inglese)

Secondo Milano Finanza, la banca guidata da Orcel starebbe studiando diverse opzioni legali per opporsi al sequestro di 463 milioni di euro imposto dal tribunale di San Pietroburgo

Unicredit affila le armi: si opporrà al maxi sequestro russo (con l’aiuto di una sentenza inglese)

Unicredit affila le armi contro il sequestro dei 463 milioni di euro di asset da parte della Russia. Secondo Mf-Milano Finanza, la banca guidata da Andrea Orcel vorrebbe opporsi alla decisione del tribunale arbitrale di San Pietroburgo e della regione di Leningrado e avrebbe già allo studio diverse opzioni legali per cercare di ribaltare il provvedimento che ha colpito conti e proprietà nell’ambito di una vertenza che si trascina da quasi un anno.

La decisione del tribunale russo e la possibile contromossa di Unicredit

Il sequestro è stato stabilito del tribunale arbitrale di San Pietroburgo e della regione di Leningrado in seguito a un’istanza della Ruskhimalyans, un’impresa per la produzione di gas liquido partecipata di Gazprom, nell’ambito di un contenzioso avviato nell’agosto 2023 contro Unicredit. In particolare, il progetto riguardava la costruzione di un complesso di trattamento e liquefazione del gas a Ust-Luga. I lavori erano stati appaltati alla tedesca Linde per la quale Unicredit svolgeva il ruolo di banca garante. Dopo il blocco imposto dalle sanzioni internazionali, Unicredit si è rifiutata di pagare le garanzie legate al progetto, arrivando così allo scontro aperto con la controllata di Gazprom. 

La misura decisa dal tribunale russo riguarda Unicredit Russia e Unicredit Ag, la banca tedesca del gruppo che controlla la filiale russa. Tra gli asset sequestrati ci sono titoli, proprietà immobiliari e fondi, incluse le partecipazioni in Unicredit Leasing Llc e Unicredit Garant.

Il sequestro diventerà effettivo tra circa 12 mesi e nel frattempo Unicredit starebbe preparando le contromosse che potrebbero basarsi su una recente sentenza della Corte Suprema inglese che va in una direzione opposta a quella seguita dai giudici russi. 

La sentenza della Corte Suprema inglese

Come spiega Mf, inizialmente il procedimento era stato affidato alla Corte di Arbitrato di San Pietroburgo e della regione di Leningrado ma, nelle scorse settimane, la Corte Suprema inglese si è espressa chiedendo a RusKhimAlyans di non portare avanti la causa in Russia. 

Secondo i giudici britannici, infatti, in base a quanto previsto dal contratto, le controversie dovranno essere sottoposte ad arbitrato in Francia. RusKhimAlyans ha cercato di ribaltare questa decisione presso la Corte Suprema del Regno Unito, ma l’appello del gruppo è stato respinto. Unicredit dunque potrebbe avviare una serie di azioni legali contro la sentenza dei giudici di San Pietroburgo, ma anche rivalersi sulla tedesca Linde, mossa quest’ultima considerata però al momento un extrema ratio.

Tajani: “Valutiamo come avere risarcimenti per le imprese colpite dalle sanzioni della Russia”

Sulla questione si è espresso anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani che ha espresso preoccupazione per il provvedimento di sequestro emesso in Russia nei confronti di UniCredit e ha ribadito la volontà di tutelare “attraverso ogni possibile iniziativa” gli interessi delle aziende italiane in territorio russo. 

Tajani ha presieduto lunedì una nuova riunione del tavolo di lavoro per le imprese italiane in Russia. “Questo tavolo è convocato su base permanente e si riunirà regolarmente e ogni qual volta vi siano sviluppi di rilievo da affrontare attraverso un lavoro di squadra tra istituzioni e imprese”, si legge in una nota diffusa dopo l’incontro.

Parlando con il Corriere Tajani ha aggiunto che “stiamo valutando anche come poter far avere risarcimenti alle imprese colpite dalle contro sanzioni della Russia”.

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