La Serie A ha una nuova padrona. Virtuale, certo, ma l’Atalanta può godersi il primato in classifica almeno fino a domani sera, quando il Napoli proverà a riprenderselo contro la Lazio, e questa è già una notizia. La vittoria sul Milan (2-1), oltre a certificare le ambizioni scudetto della Dea, taglia definitivamente fuori i rossoneri dalla corsa, ormai troppo lontani per pensarci in modo realistico. Il Diavolo farà bene a concentrarsi sulla zona Champions, nella speranza che il Ranking Uefa conceda anche il quinto posto, cercando di sfruttare le prossime due gare con Genoa e Verona, decisamente più alla portata di quella di ieri.
È in piena bagarre invece l’Inter di Inzaghi, vittoriosa sul Parma nell’altro anticipo (3-1), spera di rientrarci anche la Juve di Thiago Motta, attesa dalla gara odierna contro il Bologna (ore 18). Nessuna velleità per la Roma, costretta a battere il Lecce (20:45) per non sprofondare ulteriormente e rischiare addirittura la zona retrocessione.
Atalanta – Milan 2-1: Lookman gela il Diavolo nel finale e porta la Dea al primo posto
La nona sinfonia è quella più bella, ma questa volta Beethoven non c’entra nulla. A suonare, infatti, è l’Atalanta di Gasperini, capace di conquistare, appunto, la nona vittoria consecutiva in campionato e volare al comando del campionato. Certo, il Napoli deve ancora giocare e in caso di successo sulla Lazio tornerà a guardare tutti dall’alto, intanto però Bergamo sogna e gli occhi sono ben aperti, con la consapevolezza che questa squadra può davvero dire la sua per lo scudetto.
Il Milan, dal canto suo, torna a casa con una sconfitta pesantissima per classifica e morale, anche se la prestazione è stata più che dignitosa, specialmente in un primo tempo in cui la partita è stata equilibratissima. Il problema di Fonseca non è un KO di misura a Bergamo, bensì il percorso dei primi tre mesi di stagione: i punti persi con Torino, Parma e Cagliari gridano vendetta, per quanto sia giusto sottolineare che la sua squadra ha vinto un solo scontro diretto (il derby), perdendone tre (Fiorentina, Napoli e Atalanta) e pareggiandone due (Lazio e Juventus). Il match è iniziato in modo scoppiettante, ma a passare in vantaggio per primi sono stati i bergamaschi con l’ex De Ketelaere (12’, episodio che, come vedremo tra poco, ha fatto infuriare Fonseca). Il Milan non si è scomposto e al 22’ ha trovato il pari sull’asse Leao-Morata, con lo spagnolo a rifinire in porta l’assist del portoghese. Da lì in poi la partita s’è calmata e le due squadre hanno abbassato i giri del motore, consapevoli che un gol avrebbe spostato gli equilibri in modo definitivo.
L’Atalanta ha certamente creato di più costringendo Maignan a una gran parata su Lookman, mentre il Diavolo, complice l’infortunio di Pulisic a fine primo tempo, ha finito per perdere la sua pericolosità, eppure il match si stava incanalando verso il pareggio, nonostante i cambi offensivi di Gasperini (dentro Retegui e Samardzic). Ma all’87’ ecco il colpo di testa di Lookman regalare un sogno alla Dea e a far sprofondare il Milan a meno 12 dalla vetta, per quella che somiglia tanto a una sentenza, in un senso e nell’altro.
Fonseca furioso: “Arbitraggio contro di noi, non c’è rispetto per il Milan”
“Non c’è dubbio che il gol di De Ketelaere sia irregolare, è fallo – ha tuonato Fonseca -. È una situazione chiara, un errore che cambia tutta la partita: sono stanco, molto stanco e arrabbiato per queste cose. Questo arbitro (La Penna, ndr) è stato qui come Var contro l’Udinese, ricordiamoci cosa è successo quel giorno (ai friulani fu negato un rigore per un braccio di Hien, ndr). Io avevo paura di questo arbitro, e infatti… Ma è così da tempo, è stato sempre così fino adesso. Non c’è rispetto per il Milan, tanti errori, tutte le settimane, sempre allo stesso modo: ripeto, non c’è rispetto per il Milan. Nel secondo tempo siamo mancati, giocando pochi palloni per i giocatori in avanti e senza mai arrivare a Morata e Leao, ma alla fine abbiamo comunque perso per due gol su due calci piazzati. Il primo tempo è stato bellissimo, il secondo no. La classifica? Non è bella ma meritavamo di più. Io sono sempre stato zitto, sugli arbitri, questa volta no: errori così pesano”.
Gasperini: “Fonseca vuole sviare l’attenzione… Lo scudetto? Giusto che i tifosi cantino”
“C’è il tentativo di parlare di altro e non della partita – ha ribattuto Gasperini -. Io non ho avuto la sensazione del fallo, il gol di De Ketelaere è stato splendido, è saltato altissimo: non ricordo altri episodi contestati, se non qualche rimessa laterale. Io sono straconvinto che abbiamo meritato la vittoria e siamo molto felici di questo, è una grande vittoria arrivata contro una squadra che ha giocatori molto forti. Siamo partiti con un’occasione per il Milan, poi ne abbiamo avuta una noi. Dopo il vantaggio abbiamo presto una brutta infilata, la loro velocità ci impensieriva ma siamo sempre riusciti a chiudere. Abbiamo costruito con lucidità ed evitato il loro pressing, costruendo ottime situazioni. Nel secondo tempo loro hanno fatto meno, mentre noi non ci siamo mai accontentati. Non abbiamo mai perso tempo, non ci siamo mai buttati a terra, abbiamo sempre provato a fare gol. I cori del pubblico sullo scudetto? Non ci siamo mai trovati primi in classifica dopo tante partite, lasciamoglielo cantare. Poi la gente qui a Bergamo ha molto i piedi per terra: siamo lì, c’è festa, se tra venti partite saremo ancora lì tutto avrà un senso, ma così è solo una manifestazione di gioia e anche giustificata…”.
Inter – Parma 3-1: i nerazzurri restano in scia con Dimarco, Barella e Thuram
Resta in scia anche l’Inter, vittoriosa nell’altro anticipo contro il Parma. Un match senza storia quello di San Siro, con i nerazzurri a spingere sin dai primi minuti e i ducali a cercare di resistere, senza però riuscire a creare particolari problemi a Sommer. Va detto che la squadra di Pecchia stava riuscendo nell’impresa di chiudere il primo tempo sullo 0-0, complice la solita imprecisione dei campioni in carica e un briciolo di fortuna (vedi la traversa di Dumfries). Ci fosse riuscita, forse, le cose avrebbero potuto prendere un’altra piega, ma al 40’ è salito in cattedra Dimarco e il muro è caduto. Splendido il gol del terzino, peraltro ex della partita, non tanto per il tiro in sé, bensì per un controllo con il tacco davvero da applausi. Nella ripresa l’Inter è dilagata, trovando il secondo gol con Barella (56’, assist sublime di Mkhitaryan) e il terzo con Thuram (67’), rapace nel deviare una sponda di Bisseck su corner di Calhanoglu. La missione nerazzurra, una volta archiviata la pratica, è diventata far segnare Lautaro, ma l’argentino attraversa un periodo-no, di quelli in cui non entra nemmeno per sbaglio. E così a sorridere (si fa per dire, visto il risultato) è stato il Parma, che ha quantomeno timbrato il cartellino grazie all’autorete di Darmian (81’), subentrato poco prima a Bastoni. L’Inter sale così a 31 punti, 3 in meno dell’Atalanta e 1 del Napoli: la classifica, alla luce dei tanti asterischi, è certamente provvisoria, ma il trio ha tutta l’aria di potersi contendere lo scudetto fino alla fine.
Inzaghi: “Sono molto soddisfatto! Lautaro? Deve continuare così”
“I ragazzi sono stati molto bravi, il Parma è un’ottima squadra che in trasferta aveva perso solo a Napoli – il commento di Inzaghi -. Sono molto soddisfatto per i primi due gol, dispiace non abbia segnato Lautaro ma deve continuare così, sono contento della sua prestazione. L’unico rammarico è aver subito una rete, la squadra non la meritava: Darmian era arrabbiato ma l’errore era partito a monte, è il meno colpevole di tutti. Barella? È un giocatore straordinario, la stagione scorsa, quella dove aveva fatto meno gol, la ritengo la migliore della mia gestione. Il Napoli? Preparare le partite con più tempo è sempre un aiuto. Poi ognuno farà il suo percorso, io mi concentro su quello dell’Inter, avremo un tour de force, anche con la Supercoppa. Ho 25 giocatori dei quali sono innamorato, mi stanno dando tutto. Pensando al percorso di questi tre anni e mezzo sono molto orgoglioso, essere arrivati al Mondiale per Club è il premio per il lavoro di questi anni”.
Juventus – Bologna (ore 18, Dazn)
Vincere. La Juventus deve riuscirci a tutti i costi, altrimenti la pareggite diventerebbe davvero cronica. Le conseguenze, oltre alle inevitabili critiche, avrebbero risvolti soprattutto sulla classifica, ancor più dopo i successi di Atalanta e Inter. A dare una mano a Thiago Motta dovrebbe pensarci Vlahovic, di rientro dopo le assenze con Milan, Aston Villa e Lecce: gare finite in pareggio, con la miseria di un solo gol segnato (quello di Cambiaso a Via del Mare, peraltro con deviazione decisiva). Urge una svolta, altrimenti gli obiettivi dichiarati a inizio stagione rischierebbero di complicarsi parecchio, compreso il raggiungimento della zona Champions, il che non farebbe certo bene al progetto varato da Giuntoli e Thiago Motta. Il dt, a margine del Gran Galà del calcio, ha ostentato fiducia e sicurezza, ma anche lui è consapevole di come la Juve stia andando più piano del previsto. I pareggi sono decisamente troppi (8 in 14 giornate, che diventano 10 in 19 considerando anche la Champions), così come gli infortuni muscolari, su cui il club ha aperto un fronte d’indagine. Il mercato di gennaio potrà dare una mano (nel mirino ci sono i difensori Hancko del Feyenoord e Antonio Silva del Benfica, ma occhio anche al possibile intreccio con il Napoli che coinvolge Danilo, Fagioli e Raspadori), ma prima ci sono Bologna, Manchester City, Venezia, Cagliari (Coppa Italia), Monza e Fiorentina: un ciclo di tutto rispetto, decisamente importante per capire dove potrà arrivare questa Juventus.
Thiago Motta: “A Bologna due anni bellissimi. Le critiche? Penso solo alla partita”
“Il Bologna sta bene, è una grande squadra, gioca molto in verticale e pressa tantissimo l’avversario – ha spiegato Thiago Motta -. Dobbiamo concentrarci tantissimo su cosa dobbiamo fare e cosa dobbiamo evitare, in questo momento loro stanno benissimo e ci metteranno tanta intensità. Veniamo da alcune partite che non abbiamo vinto, in alcune abbiamo fatto buone prestazioni, ma comunque dobbiamo migliorare. Oggi la nostra fase offensiva è una responsabilità di tutti partendo dal nostro portiere, allo stesso tempo dobbiamo difendere bene e impedire di creare qualcosa al nostro avversario. Gli infortunati? Rientrano Vlahovic, Adzic e Savona, mentre non ci saranno McKennie, Nico Gonzalez, Milik, Bremer, Cabal e Douglas Luiz. Le critiche? Noi siamo concentrati solo sul fare la nostra partita, per il resto non ho il controllo delle opinioni: siete voi che date giudizi. Cosa mi aspetto dai tifosi del Bologna? Lì ho vissuto due anni bellissimi sia a livello umano che sportivo, non ho nient’altro da aggiungere”.
Juventus – Bologna, le probabili formazioni
Juventus (4-2-3-1): Di Gregorio; Danilo, Kalulu, Gatti, Cambiaso; Locatelli, Fagioli; Conceiçao, Koopmeiners, Weah; Vlahovic
In panchina: Perin, Pinsoglio, Rouhi, Savona, Thuram, Mbangula, Adzic, Yildiz
Allenatore: Thiago Motta
Indisponibili: Milik, Bremer, Cabal, Nico Gonzalez, Douglas Luiz, McKennie
Squalificati: nessuno
Bologna (4-2-3-1): Skorupski; Holm, Beukema, Lucumì, Miranda; Pobega, Freuler; Ndoye, Odgaard, Dominguez; Castro
In panchina: Ravaglia, Corazza, Posch, De Silvestri, Casale, Urbanski, Moro, Fabbian, Karlsson, Dallinga, Ferguson, Bagnolini, Iling Jr, De Silvestri
Allenatore: Italiano
Indisponibili: Orsolini, Lykogiannis, Aebischer, El Azzouzi, Cambiaghi
Squalificati: nessuno
Roma – Lecce (ore 20:45, Dazn e Sky)
A chiudere il sabato di Serie A ci penseranno Roma e Lecce, impegnate in quello che, classifica alla mano, è clamorosamente diventato uno scontro salvezza. La classifica, infatti, le vede appaiate a quota 13 punti, solo 2 in più del Como terzultimo, ma se per la squadra di Giampaolo è un risultato perfino positivo (aiutato dai 4 punti raccolti nelle ultime due giornate), lo stesso non si può dire per quella di Ranieri, sprofondata dopo le 4 sconfitte consecutive rimediate con Verona, Bologna, Napoli e Atalanta. Il tecnico di Testaccio ha avuto un inizio durissimo e i risultati sono passati in secondo piano rispetto alle prestazioni, valutate positivamente da gran parte di critica e tifoseria. Ora però servono i punti, a cominciare da questa sera contro il Lecce: un ulteriore passo falso, infatti, sarebbe accolto malissimo e rischierebbe di minare perfino la sua figura, sin qui ai limiti dell’intoccabilità. Sir Claudio (o Sor, come lo chiamano nella Capitale) sa di vantare un credito enorme, non illimitato, dunque è arrivato anche per lui il momento di vincere, possibilmente offrendo una bella prestazione. Di fronte ci sarà un Lecce inferiore (e pure di molto) a livello tecnico, ma rinfrancato dal successo sul Venezia e dal pareggio contro la Juventus, quest’ultimo raggiunto in maniera tutt’altro che casuale. L’idea di fare il colpaccio all’Olimpico stuzzica Giampaolo, ma Ranieri non può consentirglielo per nessun motivo, altrimenti lo spauracchio della retrocessione potrebbe davvero materializzarsi.
Ranieri: “Dicembre ci dirà chi siamo, ma non esistono partite facili”
“Non ci sono partite facili, il Lecce è una squadra abituata a non mollare mai perché sta cercando la terza salvezza consecutiva – il pensiero di Ranieri -. Abbiamo visto che ha vinto a Venezia, ha pareggiato con la Juventus segnando al novantatreesimo, ha giocatori validi e che sanno lottare, ha un nuovo allenatore che vuole far giocare bene, per cui dovremo essere furbi, intelligenti e determinati, ogni palla sarà importante. Voglio una squadra che vada in campo senza conoscere il nome dell’avversario e faccia il suo gioco, che su ogni pallone così come abbiamo fatto a Napoli, a Londra e contro l’Atalanta. Questa è la Roma che io voglio, c’è un pallone e lo dobbiamo conquistare ogni volta e quando ce l’abbiamo dobbiamo giocarlo in velocità. Servirà essere bravi contro una squadra che sa fare il suo gioco, chiudersi, ripartire e tenere palla quando la vuole. Dove vogliamo andare? Siamo noi i primi che ci dobbiamo dare queste risposte, penso che dicembre ci dirà ‘Roma, chi sei? Che vuoi fare?’”.
Roma – Lecce, le probabili formazioni
Roma (4-2-3-1): Svilar; Mancini, Hummels, Ndicka, Angelino; Koné, Paredes; Saelemaekers, Pellegrini, El Shaarawy; Dybala
In panchina: Ryan, Marin, Sangaré, Abdulhamid, Hermoso, Celik, Dahl, Soulé, Pisilli, Le Fée, Zalewski, Baldanzi, Dovbyk, Shomurodov
Allenatore: Ranieri
Indisponibili: Cristante
Squalificati: nessuno
Lecce (4-3-3): Falcone; Guilbert, Gaspar, Baschirotto, Jean; Coulibaly, Rafia, Berisha; Dorgu, Krstovic, Morente
In panchina: Fruchtl, Samooja, Borbei, Pelmard, McJannet, Helgason, Ramadani, Kaba, Hasa, Burnete, Oudin, Rebic, Pierotti
Allenatore: Giampaolo
Indisponibili: Banda, Bonifazi, Marchwinski, Pierret, Gallo, Sansone
Squalificati: nessuno