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Una startup danese conserva l’elettricità nella soda caustica

Foto di bertrand71 da Pixabay

Hyme, una startup danese che sviluppa una tecnologia per immagazzinare energia con la soda caustica – e non i costosissim ioni di litio -, ha raccolto circa 12 milioni di dollari da una serie di finanziatori. Lo scrive Bloomberg, precisando che tra gli investitori figura il miliardario danese Anders Holch Povlsen, intervenuto attraverso il suo braccio finanziario Heartland A/S.

Ask Lovschall-Jensen, amministratore delegato della società, ha dichiarato in un’intervista che parte del denaro sarà investito in un impianto pilota per trovare nuovi modi per immagazzinare l’elettricità inutilizzata prodotta da sole e vento. Inoltre, l’azienda sta già valutando un altro round di finanziamento espandersi a livello globale.  Il settore delle batterie – o meglio sarebbe dire il settore degli accumuli – è in grande espansione in quanto strategico per supportare lo sviluppo delle fonti rinnovabili nella produzione di energia elettrica.

La Danimarca ricava circa il 40% della sua elettricità dall’eolico, ma spesso non è in grado di utilizzare tutta l’energia generata di notte, quando la domanda è inferiore. Non solo: quest’anno il problema si è aggravato, perché la velocità del vento è stata inferiore al normale e i prezzi dell’energia sono aumentati vertiginosamente in Europa.

Hyme, uno spin-off della startup nucleare Seaborg Technologies Aps, prevede che il suo impianto di stoccaggio possa conservare l’energia per un periodo massimo di 14 giorni a un costo di circa 20 dollari kWh. L’azienda ha sviluppato il suo metodo utilizzando l’idrossido di sodio, un materiale corrosivo noto commercialmente come soda caustica. Quando viene riscaldato e sciolto in forma liquida, produce molto calore. Il sale idrossido può essere utilizzato per immagazzinare e trasmettere energia a un decimo del costo dei sali solari. La Seaborg ne ha sperimentato le qualità nella ricerca in corso per la produzione dei nuovi piccoli reattori nucleari che sostituiscono appunto l’uso dell’acqua con quello di sali, meno pericolosi nel processo di produzione di energia.

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