Nella città di Xi’an, provincia di Shaanxi, è in corso un’altra expo, la Silk Road International Expo. L’intenzione è quella di far rivivere la Via della Seta, almeno lungo una parte del percorso, e farne una cintura di traffici e di produzioni per riaffermare una connettività asiatica che esalti gli scambi inter-regionali e promuova i contatti culturali. E, dato che una via ha due sensi di marcia, ecco un’altra opportunità per gli sbocchi dei prodotti italiani.
Mao Minhui, direttore del Shaanxi Jingyang Fuzhuan Tea Development Center, non è sorpreso dall’interesse del pubblico – dal nord-est cinese alle repubbliche dell’Asia centrale – per il suo stand, dato che la Via della Seta veniva anche usata per istradare il tè dall’Est all’Ovest. L’originale Via della Seta connetteva la Cina al Mediterraneo e partiva appunto da Xi’an per poi arrivare in Italia attraversando prima l’Asia centrale e occidentale.
Una versione moderna, la ‘Silk Road Economic Belt’ è stata proposta dal presidente cinese Xi Jinping quando, nel settembre scorso, ha visitato il Kazakhistan. Il nord-est cinese e l’Asia centrale (ex russa) sono complementari, nel senso che la provincia di Shaanxi è altamente industrializzata e bisognosa di materie prime, mentre l’Asia centrale è ricca di gas, petrolio e minerali.