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Un missile della Nord Corea manda in orbita l’oro

Un missile della Corea del Nord ha volato per 2.700 chilometri a un’altezza di 500 metri sui cieli di Hokkaido, la seconda isola del Giappone, per poi spezzarsi nelle acque territoriali nipponiche. Un atto di guerra che fornisce la prova che Kim, il dittatore di Pyongyang, dispone ormai di vettori a lunghissima gittata.

La notizia ha avuto l’effetto di mandare in orbita le quotazioni dell’oro, già in tensione dopo il summit dei banchieri a Jackson Hole, fino a 1324 dollari l’oncia, ai massimi dal 9 novembre, data delle elezioni Usa.

In forte crescita anche gli altri beni rifugio tradizionali: lo yen sale a 108,33 sul dollaro, lo stesso fa il franco svizzero, trattato a 0,9498 sulla valuta Usa e in ascesa anche sull’euro (1,1396). Ma i missili di Kim non hanno invertito la rotta della moneta unica nei confronti del dollaro: 1,1986, ovvero la quotazione più alta da due anni e mezzo ad un passo dalla soglia di 1,2 che, previsione degli analisti di Natixis, verrà probabilmente superata prima del direttivo Bce del 7 settembre.

SEOUL -1,6%, IN TENSIONE I FUTURES SUL BUND

Il future sul Bund nel primi scambi di stamane sale di 7 punti a 165,03. I mercati si avviano così verso settembre in una condizione sempre più complicata per il Toro: dollaro debole, a danno dell’export europeo; tensioni internazionali in ascesa, industria del petrolio sotto forte stress mentre le strade di Houston, la capitale dello shale oil, si sono trasformate in fiumi in piena.

Le Borse asiatiche hanno immediatamente accusato il colpo dopo il lancio del missile (5,57del mattino, ora di Tokyo). L’indice giapponese Nikkei perde poco meno di un punto percentuale, ai minimi da 4 mesi. Sotto tiro ovviamente anche la Borsa di Seoul: -1,6%. Fa peggio Samsung (-2%): da venerdì, giorno della condanna per corruzione dell’erede del gruppo, il titolo ha perduto il 4,6%. Arretra anche Sidney, che ha azzerato i guadagni del 2017.

HARVEY METTE KO IL PETROLIO USA

Poco mosse le Borse americane: l’uragano Harvey ha messo ko il settore energia, ma tech e pharma hanno sostenuto i prezzi. L’indice Dow Jones chiude piatto a -0,02%, S&P500 +0,05%, Nasdaq +0,28%. L’impatto di Harvey ha provocato una caduta dei prezzi del greggio: -2,5% a 46,68 dollari, per il timore che le raffinerie, gravemente colpite, non possano riprendere l’attività per settimane. Sale invece la benzina (+7%). Arretrano i titoli del settore: Exxon-0,5%, Chevron -0,7%. Su l’industria della raffinazione: Valero Energy +1,3%. A Piazza Affari poco mosse Eni (+0,4%) e Saipem (-0,20%). In rosso Tenaris (-0,97%). Il titolo viaggia a livelli che non vedeva da maggio e nel corso di questi mesi ha visto un calo di oltre il 20% del suo valore.

Non per tutti Harvey è una disgrazia: Home Depot (+1,2%) prevede un forte incremento delle vendite legate alla ristrutturazione delle case. Perdono colpi gli assicuratori: Insurers Travelers (-2,6%).

AVANZA APPLE, FUORI D’ARTIFICIO SUL BIOTECH

Expedia ha perso il 4,5% dopo le dimissioni del Ceo Dara Khosrowshahi, chiamato al capezzale di Uber. Apple +1,01% a quota 161,47 dollari, è la miglior blue chip del Dow Jones. Sale l’attesa per il nuovo iPhone con indiscrezioni di stampa secondo cui il produttore Apple ha organizzato un evento per il 12 settembre prossimo. Lo anticipa il Wall Street Journal.

Giornata di fuochi d’artificio per il settore pharma. Gilead Science sale del 2,6% dopo la conferma che rileverà Kite Permakite per 11,9 miliardi di dollari, come anticipato dal Wall Street Journal. Il titolo Kite Pharma ha guadagnato il 29%. Aveo Pharmaceuticals balza del 27,6% dopo l’annuncio dell’approvazione al suo farmaco per il trattamento del tipo più comune di cancro ai reni in Unione europea, Norvegia e Islanda.

Un consorzio guidato da Western Digital (+1%) è vicino al perfezionamento di un accordo per acquistare le attività chip di Toshiba e il Ceo del gruppo americano è a Tokyo per chiudere le lunghe e difficili trattative.

EUROPA, APERTURA IN ROSSO. TIENE PIAZZA AFFARI

L’allarme provocato dal missile coreano è destinato a pesare anche sull’apertura europea. A Londra, ieri chiusa, i futures registrano un calo dello 0,7%.

Cresce intanto la tensione sul fronte della Brexit. Il negoziatore per la Ue, Michel Barnier, ha chiesto agli inglesi “di fare sul serio”, affrontando il tema dei costi del divorzio. Stizzita la replica britannica. Intanto Theresa May, a Tokyo per siglare un trattato commerciale, è stata gelata da Shinzo Abe: prima dovete chiudere l’accordo con Bruxelles, poi capiremo come regolarci per le auto e le sedi bancarie.

Seduta leggera ieri in termini di volumi per le Borse europee. Il mercato migliore è stata Piazza Affari: l’indice Ftse Mib contiene il ribasso allo 0,02% a 21.740 punti. In rosso gli altri mercati: Parigi +0,40%, Francoforte -0,37%, Madrid -0,32%. Fuori dall’area euro Zurigo -0,47%. Limita i danni Londra (-0,09%).

La buona performance del mercato italiano si collega anche ai dati macro positivi. La fiducia delle imprese manifatturiere è salita nel mese di agosto a 108,1 da 107,8 al massimo da dicembre 2007. L’indice complessivo sul clima delle imprese è salito invece a 107 da 105,6, toccando il massimo da giugno 2007.

BENE I CTZ, OGGI TOCCA ALL’ASTA BOT

Solidi i Btp nel giorno d’avvio delle aste di fine mese. È risalito a 380,463 miliardi il portafoglio di titoli di Stato italiani detenuto da istituti nazionali in luglio, dopo aver toccato il minimo da febbraio 2013 il mese precedente a 376,5 miliardi. Lo spread tra la carta italiana e il Bund si ferma a 171 pb, il Btp decennale viaggia al di sotto di 2,10% (contro il 2,17% precedente). Partite ieri con l’assegnazione di 2 miliardi di Ctz a -0, 139%, le aste di fine mese proseguono oggi con il Bot a sei mesi offerto per 6 miliardi contro i 6,15 miliardi in scadenza. Il titolo 28 febbraio 2018 è stato trattato ieri sul mercato grigio di Mts al rendimento di -0,349%, da confrontare con il -0,362% di fine luglio dopo il minimo della serie toccato a fine giugno.

Domani si chiuderà con il medio-lungo. Il ministero dell’Economia metterà a disposizione degli investitori un importo tra 5,75 miliardi e 7,25 miliardi di euro su due Btp e un Ccteu.

FCA, SPUNTA ANCHE UN RUMOR SULLA COREANA KIA

Si placa ma non troppo a febbre su Fiat Chrysler: +0,24% a 12,43 euro, ad un passo dal record di giovedì (12,49 euro) dopo aver recuperato oltre un punto di perdita iniziale. Il mercato crede ancora nelle ipotesi di M&A, dopo il progresso del 18% circa della scorsa settimana.

A muovere il mercato ci ha pensato ieri anche un nuovo rumor. Nel futuro di Fca ci sarebbero i coreani di Kia-Hyundai. È quanto si legge sul sito Asia Times. Il quotidiano online di Hong Kong ha riferito che il presidente e Ceo dell’azienda, Sergio Marchionne, avrebbe messo gli occhi su una fusione con la casa sud coreana. L’indiscrezione arriva dopo che da parte del gruppo cinese Great Wall è stato smentito l’interesse per il marchio Jeep. Il costruttore cinese non avrebbe abbastanza denaro in cassa per puntare su Fiat Chrysler. Secondo Asia Times, le voci su Great Wall sarebbero state messe in circolo per ammorbidire l’opinione pubblica e l’amministrazione di Donald Trump, che, contraria a una vendita al nemico cinese, potrebbe vedere con maggiore favore una fusione con il gruppo HMG.

Debole Ferrari (-0,8%). Modesto l’impatto della notizia che è stato prolungato fino al 2020 compreso il contratto con Sebastian Vettel. In calo anche Exor (-0,56%).

BANCO BPM, PRESTO IL PARTNER ASSICURATIVO

La debolezza del dollaro ha condizionato alcune azioni più legate al mercato Usa: Brembo -0,1%, Buzzi -0,8%, Leonardo -1%, Stm -0,5%.

Bene le banche: l’indice del settore bancario italiano è salito dello 0,3% a fronte di un comparto europeo in calo dello 0,3%. Banco Bpm sale di circa un punto e mezzo percentuale in attesa della scelta del nuovo partner assicurativo dopo l’uscita di Aviva e Unipol. Intesa +0,9 Mediobanca +1% e Bper +0,8%. Carige (-1,4%) ha convocato per il 28 settembre l’assemblea dei soci sull’aumento di capitale per massimi 560 milioni di euro.

GENERALI FA CASSA IN PORTOGALLO

Generali -0,3%. Secondo il quotidiano portoghese Jornal Economico, Generali Portugal entrerà nel programma di cessioni del Leone. La vendita è prevista a ottobre e Liberty, Caravela e Zurich Insurance hanno già espresso il loro interesse. Anche Allianz tra i corteggiatori.

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Sale Telecom Italia: +0,43% a 0,81 euro dopo che Equita Sim ha confermato la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 1,26 euro sul titolo. A proposito dell’eventuale utilizzo del golden power, il broker rileva che “se venisse riconosciuta l’omessa notifica di Vivendi, il governo potrebbe intervenire con una sanzione amministrativa fino all’1% dei ricavi del gruppo e con prescrizioni e/o condizioni che possono arrivare fino all’obbligo di cedere la stessa Sparkle o di valutare lo scorporo della rete”.

VOLA DADA, RIBALTONE IN BORSA PER GEOX

Dada +2%, ha aggiornato in avvio i massimi da maggio. Safilo -1%, scivola su nuovi minimi quinquennali. Geox -3,4%, in mattinata è caduta in ribasso del 9%, con relativa sospensione dalle contrattazioni. Non risultano news. Le sale operative segnalano “fat fingers”.

Elica ha guadagnato l’ 1,15%%, azzerando la perdita da inizio anno. L’azienda marchigiana leader di mercato nella progettazione e produzione di cappe da cucina ha chiuso il primo semestre con un utile netto di 1,2 milioni di euro in calo dai 2,8 milioni di un anno prima e ricavi in crescita del 12,6% a 242,8 milioni. La società ha ceduto il 100% della tedesca Exklusiv-Hauben Gutmann al suo direttore generale Manuel Fernandez Salgado per 2,5 milioni.

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