“Berlusconi non è in grado di restare alla guida del governo a lungo, perchè si è rotto il suo rapporto con il Paese. E questa rottura è stata certificata dal voto per le elezioni amministrative, soprattutto al Nord. Ciò mette in forte difficoltà soprattutto la Lega, vale a dire il suo principale alleato”. Bruno Tabacci dell’Api (Alleanza per l’Italia) è uno dei più autorevoli esponenti del terzo polo ed è particolarmente soddisfatto dei risultati, prima politici che elettorali, del voto di domenica e lunedì scorsi. Al tempo stesso è particolarmente attento a quella che potrà essere l’evoluzione politica del dopo. “La manovra che ci chiede l’Europa, le oggettive difficoltà che hanno già investito Paesi come la Spagna, i numerosi segnali di disagio sociale di questi giorni fanno pensare che, più che di una nuova campagna elettorale, ci sia bisogno di un governo di garanzia per riappacificare il Paese” argomenta , aggiungendo: “Si tratterebbe di un governo politico, una sorta di governo del Presidente, che potrebbe essere guidato da una figura di grande presigio internazionale come Mario Monti” e avere il sostegno largo del Parlamento, Lega compresa.
Già, ma, intanto, cosa ne sarebbe del Pdl e dell’eredità dell’attuale premier. La convinzione di Tabacci è che “l’eredità politica di Berlusconi non esista” Quanto agli esponenti del Pdl “loro dovrebbero fare come abbiamo fatto noi nel 1994, vale a dire mettersi al servizio del Paese e sostenere le misure che il governo dovrà prendere nell’interesse dei cittadini”. Sono parole di particolare significato se si pensa che, nel Parlamento che fu definito “degli inquisiti”, fu proprio il democristiano Bruno Tabacci a sostenere da relatore la Finanziaria del governo Ciampi. Naturalmente, prima delle elezioni che ci saranno minimo nel 2012, c’è da mettere mano ad una nuova legge elettorale che, “abolendo il premio di maggioranza, andrà anche incontro all’esigenza della Lega di potersi presentare alle elezioni politiche libera, e non ancorata ad un’alleanza obbligatoria con Berlusconi. Visto che è finito il tempo delle maggioranze obbligatorie”.
In fondo questo è, a suo giudizio, il successo politico dell’operazione terzo polo. Un’operazione avvenuta in più tempi.
Tabacci ricorda come proprio lui mise in campo “la rosa bianca” prendendo le distanze dall’Udc, allora ancora in alleanza con Berlusconi. Una mossa che poi “portò Casini a respingere coraggiosamente il diktat di Berlusconi per il partito unico da presentare alle elezioni politiche”. Infine lo strappo di Fini e “la nascita del terzo polo”. Eppure i risultati dei candidati di questo schieramento non hanno, a giudizio dei più, riscosso un grande successo. Quasi che a un risultato politico positivo abbia fatto riscontro un risultato elettorale insoddisfacente. Premesso che quello che interessava era soprattutto il successo politico, Tabacci aggiunge che “i risultati dei candidati centristi a Napoli e Milano sono stati buoni” e che “le prime mosse di Pisapia e de Magistris dimostrano grande attenzione nei confronti delle personalità del terzo polo”. Tra meno di due settimane si svolgeranno i referendum e c’è chi pensa che potrebbe essere il raggiungimento del quorum e la conseguente approvazione dei quesiti a dare lo sfratto definitivo a Berlusconi. Tabacci è convinto che i referendum avranno enorme rilievo politico. Naturalmente ha qualche riserva su quelli per l’acqua perchè “la sua gestione non deve essere obbligatoriamente pubblica”. Ma poi sottolinea: “Io andrò a votare soprattutto per abrogare il legittimo impedimento. Tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge. E Berlusconi non può ritenersi il marchese del Grillo”. Poi una previsione: “La Lega non dirà ai suoi di disertare le urne. Magari li inviterà a votare proprio su quelli dell’acqua. Ma questa volta il quorum è raggiungibile: E il traino lo farà il quesito sul legittimo impedimento. Soprattutto se Berlusconi si ostina a restare al suo posto a dispetto del voto degli italiani”.