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Un Cluster per l’energia con Enel, Eni, Enea, Cnr

FIRSTonline

La logica dei cluster avanza anche in Italia. Quello promosso in questi giorni dall’Enea e da altri importanti partner industriali e accademici nel campo dell’energia si svilupperà almeno per i prossimi tre anni, in un momento di svolta del mercato e della ricerca. Ma resta un’idea molto buona, che ha messo insieme i top manager di otto aziende nel “Cluster tecnologico nazionale energia”, con lo scopo di ridurre i costi nei processi produttivi diffusi. Ne faranno parte marchi leader come Eni, Enel distribuzione, Terna, Nuovo Pignone, Cnr, Consorzio Ensiel.

All’Enea la responsabilità di presiedere e coordinare le attività. Il modello organizzativo va alla sfida delle innovazioni, prendendo in prestito anche quanto si fa da tempo negli Usa e in altri paesi. Ma come funziona il cluster? Per i prossimi tre anni ricercatori e manager lavoreranno insieme per far diventare l’innovazione energetica fattore di riduzione dei costi, di aumento della sicurezza e di competitività. Ci sono le grandi aziende, ma il primo sforzo sarà di aiutare le piccole e medie. Quel segmento che soffre di oneri di approvvigionamenti, carenza di infrastrutture e divario con i concorrenti stranieri.

Federico Testa, presidente di Enea, ha detto che l’altro grande obiettivo è coordinare ricerca pubblica e privata. Una prospettiva che può far compiere quel salto di qualità all’industria nazionale dopo anni di errori e contese tra gruppi, che hanno avuto l’effetto di ritardare un approccio di sistema. Le prime mosse sono due progetti pilota: le smart grid e le tecnologie per fonti rinnovabili e accumulo energetico.

I benefici potranno espandersi in ogni settore, di pari passo con l’ adeguamento degli ambienti nei quali collocare i prodotti usciti dai laboratori. Il gruppo si accoda, comunque, ad esperienze simili realizzate negli ultimi quattro anni in aerospazio, agrifood, chimica verde, mobilità sostenibile e salute. Il governo le sostiene tutte.

Perché il Cluster dell’energia abbia successo, servono le risorse economiche. Incoraggiante che con l’annuncio della costituzione del Cluster ai promotori stiano arrivando manifestazioni di interesse ad aderire. La platea potrebbe ampliarsi anche alle 15 Regioni che hanno dichiarato di volerne far parte.

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