Il centrodestra va oltre le previsioni e per la prima volta in 50 anni conquista l’Umbria. Nelle elezioni regionali, che hanno fatto segnare un’altissima affluenza (64,42%) rispetto al solito, la candidata del centrodestra Donatella Tesei, avvocatessa cassazionista e senatrice della Lega, sostenuta anche da Fratelli d’Italia e da Forza Italia, ha raccolto il 57,5% dei consensi contro Vincenzo Bianconi, il candidato dell’alleanza Cinque Stelle-Pd-Leu, che si è fermato al 37,5%. Il 2,7% è andato a Claudio Ricci con una lista civica locale.
In Umbria il centrodestra vince così con più di 20 venti di vantaggio sul centrosinistra e i voti raccolti dalla Lega e da Fratelli d’Italia, cioè dalla destra destra, sfiorano il 50%.
Per Luigi Di Maio, Nicola Zingaretti e Giuseppe Conte, immortalati nella famosa foto di gruppo di Narni, è una sconfitta bruciante che non mette in discussione il Governo ma solleva dubbi molto forti – soprattutto tra i Cinque Stelle – sull’opportunità di replicare l’alleanza Pd-M5S in altre regioni e di rafforzarla sul piano nazionale.
“La sconfitta alla Regione Umbria dell’alleanza intorno a Vincenzo Bianconi – ammette il segretario del Pd, Nicola Zingaretti – è netta e conferma una tendenza negativa del centrosinistra consolidata in questi anni in molti grandi Comuni umbri, che non si è riusciti a ribaltare. Rifletteremo molto su questo voto e sulle scelte da fare, voto certo non aiutato dal caos di polemiche che ha accompagnato la manovra economica del Governo”.
Zingaretti ha cercato di cavarsela dicendo ai suoi che il voto è l’eredità di Renzi ma dimenticando lo scandalo delle nomine clienterali nella sanità umbra che ha travolto l’ex governatice Catiuscia Marini, che renziana certo non era, costretta a dimettersi.
“Il patto civico per l’Umbria lo abbiamo sempre considerato un laboratorio, ma l’esperimento non ha funzionato” ha a sua volta dichiarato il vertice dei Cinque Stelle.
Sembra pensarla diversamente il premier Giuseppe Conte, secondo cui una sconfitta non può fermare le alleanze Pd-Cinque Stelle. Ma ora Conte deve temere un ritorno di fiamma dei Cinque Stelle e soprattutto di Di Maio per la Lega e il suo Governo non se ne gioverà.
Esulta invece Matteo Salvini (“La Lega ha doppiato i voti del Pd”), così come Giorgia Meloni ed entrambi chiedono le dimissioni del Governo Conte 2 pur essendo quello umbro un voto solamente locale in una regione che ha gli abitanti di Lecce o, se si vuole, di un quartiere di Roma, ma era il primo test elettorale dell’alleanza Cinque Stelle-Pd.
Ma certamente il voto umbro, per le clamorose dimensioni del risultato, innervosisce e indebolisce il Governo e ringalluzzisce il centrodestra. E fra poco si vota nella regione-chiave dell’Emilia Romagna.