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Ultimatum dell’Europa a Roma. La risata di Sarkozy sull’affidabilità dell’Italia

Doveva essere il vertice salva Euro e salva Europa, ma dal Consiglio europeo di Bruxelles non è uscito ancora nulla di concreto. In compenso l’Italia subisce l’ultimatum dell’Ue: attui subito le misure per la crescita.

La richiesta è stata praticamente unanime: è arrivata dalla cancelliera tedesca Angela Merkel (da parte delle le autorità italiane “devono essere prese tutte le misure necessarie” e va ridotto il debito “in maniera credibile”), dal presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy (a Berlusconi “abbiamo chiesto rassicurazioni perchè l’Italia attui le misure che ha promesso”) e dal presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso (“tutti i paesi membri sono impegnati nel consolidamento e tale spirito è stato confermato da tutti, anche dal primo ministro italiano”). A tenere banco è stata soprattutto la risata che il presidente francese Nicolas Sarkozy si è fatto quando gli hanno chiesto se l’Italia è un partner affidabile, e non è passato inosservato il fatto che il nostro paese sia stato di fatto messo sullo stesso piano di quello greco. “Abbiamo incontrato Papandreu e Berlusconi e abbiamo ricordato loro le responsabilità che hanno tutti i paesi in questo periodo di crisi”, ha detto il presidente francese Nicolas Sarkozy nel corso della conferenza stampa congiunta con la cancelliera tedesca Angela Merkel, al termine della riunione del consiglio europeo.

Doveva essere il vertice risolutivo e invece tutto è ancora da sciogliere, e alle incognite sulla Grecia si aggiungono ora quelle sull’Italia. “Entro mercoledì” il nostro paese dovrà presentare un piano credibile, ed è proprio per quella data che tornerà a riunirsi il Consiglio europeo, ma già da martedì riprenderanno i lavori con la riunione dell’Eurogruppo. “E’ necessario ulteriore lavoro”, ha scandito Van Rompuy a tarda sera al termine di una giornata convulsa. “Le decisioni finali verranno assunte nel prossimo consiglio”. A Bruxelles è dunque ‘work in progress’, e proprio di “lavori in corso” ha parlato Barroso prima di lasciare la sede del Consiglio, poco dopo le 22. Di buono “c’è l’accordo per 8 miliardi di assistenza finanziaria” alla Grecia, che dovrebbe attuarsi attraverso “un mix di pubblico e privato”. Sul tavolo ci sono poi ancora la ricapitalizzazione delle banche, l’aumento delle risorse del fondo di stabilità e la governante. “Spero che le decisioni definitive possano arrivare entro 72 ore”, ha auspicato Barroso prima di andarsene. Parole non proprio appropriate da dire a ridosso della riapertura delle borse, ma che ben sintetizzano la situazione di totale incertezza.

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