Rivoluzione d’agosto per la Banca d’Inghilterra. Assorbito lo choc per il voto favorevole alla Brexit dello scorso 23 giugno, l’istituto centrale di Londra adotta finalmente le contromisure per tutelare economia reale e mercati finanziari.
IL TAGLIO DEI TASSI
Innanzitutto, la Bank of England ha annunciato un taglio del tasso di sconto al minimo storico dello 0,25%, dal precedende 0,50%. Per la BoE si tratta della prima riduzione del costo del denaro dal 2009. La decisione – attesa dai mercati – è stata presa all’unanimità dal board (nove consiglieri su nove).
POTENZIAMENTO DEL QUANTITATIVE EASING
La Banca centrale ha deliberato anche di espandere il programma d’acquisto di titoli di Stato, ampliandolo di 60 miliardi di sterline, a quota 435 miliardi. Non solo: la BoE ha lanciato anche due nuovi piani, uno per l’acquisto di 10 miliardi di sterline di corporate bond e un altro, dal valore potenziale di 100 miliardi di sterline, per assicurare che le banche non riducano i prestiti dopo il taglio dei tassi al minimo storico.
CROLLANO LE STIME SUL PIL
Queste misure espansive da parte dell’istituto centrale arrivano dopo che i dati macro che hanno testimoniato un rallentamento dell’economia provocato dall’esito del referendum su Brexit. Nei giorni scorsi gli indici Pmi hanno mostrato una contrazione dell’attività manifatturiera, scesa a luglio ai livelli minimi dal 2009.
Non a caso, la BoE ha anche pesantemente tagliato le previsioni sul Pil britannico dei prossimi anni: le stima di crescita per il 2017 scendono dal 2,3% allo 0,8% e quelle per il 2018 dal 2,3% all’1,8%. La Banca d’Inghilterra ha però mantenuto la stima per il 2016 al 2%, in virtù di un’espansione più ampia del previsto nella prima metà dell’anno.
La Banca d’Inghilterra prevede anche un declino degli investimenti business: -3,75% nel 2016 e -2% nel 2017, contro le previsioni di crescita rispettivamente del 2,5% e del 7,25% formulate soltanto lo scorso maggio.
Peggiorano anche le stime sugli investimenti nell’immobiliare: per il 2016 è previsto un aumento dell’1,25%, contro la precedente stima del +4%, mentre nel 2017 il calo dovrebbe arrivare al 4,75% (la previsione di maggio era di una crescita del 5,25%).
Secondo la Bank of England, infine, l’inflazione sarà tenuta alta dall’indebolimento della sterlina: la previsione è +2,1% nel 2017 e +2,4% nel 2018. Le misure approntate, peraltro, servono anche a garantire che l’inflazione non scenda sotto il target di medio termine.