“Gli spazi di manovra sono più stretti rispetto al passato e sarà quindi necessario un attento monitoraggio per valutare l’evoluzione del quadro macroeconomico e di finanza pubblica in corso d’opera”. Lo ha detto oggi Lilia Cavallari, presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), nel corso di un’audizione sulla Nadef davanti alle commissioni speciali di Camera e Senato. Cavallari ha aggiunto che è comunque da valutare “positivamente il doppio impegno” assunto dal governo “a riportare il deficit al 3 per cento del Pil nel 2025 (grazie anche al ritorno ad avanzi primari, pari allo 0,2 per cento del prodotto nel 2024 e all’1,1 nell’anno successivo) e a ridurre il rapporto del debito pubblico sul Pil”. L’UPB ha validato il quadro macroeconomico tendenziale e programmatico contenuto nella nuova Nadef, che aggiorna e integra la Nota varata a fine settembre dal governo Draghi.
Pnrr, Upb: “Attuazione cruciale, no a nuove riprogrammazioni”
“La dinamica del Pil stimata nel biennio 2024-25 è più sostenuta di quella registrata dall’economia italiana nel periodo precrisi – ha detto ancora Cavallari – e ciò dipende in misura cruciale dall’impulso di spesa e dell’azione di riforma riconducibili al Pnrr. La tempistica e l’efficacia di questi interventi rappresentano quindi un fattore chiave nel supportare il quadro macroeconomico nel medio termine. Occorre evitare che il profilo di spesa del Pnrr venga ulteriormente riprogrammato, con conseguenze negative sul percorso di crescita dell’economia indicato nella Nadef. In tal senso, la realizzazione, in particolare, della crescita attesa per gli investimenti nel 2023 (34,7 per cento) necessiterà di uno sforzo straordinario da parte di tutti i soggetti attuatori”.
La presidente dell’UPB ha poi ribadito che “le previsioni di crescita dell’intero periodo poggiano su un rilevante contributo espansivo da parte della politica di bilancio attraverso il pieno rispetto della tempistica di attuazione degli interventi infrastrutturali previsti dal Pnrr. Tuttavia, ciò richiede un ulteriore rafforzamento della capacità amministrativa e una più decisa semplificazione dei processi autorizzativi. Inoltre, ai fini del rispetto dei nuovi cronoprogrammi di spesa, dovrà essere garantita l’attuazione degli interventi a fronte dei maggiori costi dell’energia e dei rincari dei materiali per le costruzioni. Ritardi nell’attuazione del Piano possono quindi rappresentare un rilevante elemento di rischio”.
Upb: “Scenario macroeconomico soggetto a rischi al ribasso”
Lo scenario macroeconomico dell’economia italiana “appare soggetto a rischi di varia natura – ha proseguito Cavallari – soprattutto di matrice internazionale. Non si possono escludere scenari favorevoli, ma nei giudizi del panel Upb prevalgono decisamente quelli avversi, per cui i rischi sono complessivamente orientati al ribasso”. Tra questi, l’Upb elenca “la guerra in Ucraina e la crisi del mercato del gas”, che “rappresenta certamente il rischio maggiore, su tutti gli orizzonti di previsione”; l’evoluzione della pandemia; le “catene del valore e il Pnrr”, dato che “i fortissimi aumenti dei costi energetici e la carenza di alcuni materiali potrebbero incidere sull’ipotesi dell’integrale, tempestiva ed efficiente attuazione dei progetti di investimento del Pnrr”. E poi l’inflazione: “I rischi sui prezzi, concentrati nel biennio 2022-23, dipendono principalmente dalle ipotesi sulle variabili esogene, che per le quotazioni delle materie prime sono basate sui mercati a termine, caratterizzati da una forte volatilità in questa fase. Il rientro delle dinamiche nominali dal prossimo anno appare quindi gravato da un’incertezza molto ampia e non si può ignorare la possibilità di scenari di prezzi ancora in veloce crescita”, ha concluso Cavallari.
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