L’entrata in vigore della Tobin Tax europea prevista per il primo gennaio 2014 verrà rimandata di sei mesi a causa del mancato raggiungimento dell’accordo su alcuni aspetti chiave della nuova imposta. A renderlo noto è la Commissione europea attraverso il suo sito internet in cui si legge che la tassa sulle transazioni finanziarie “potrebbe entrare in vigore dalla metà del 2014”, nel caso in cui “si trovasse un accordo finale entro la fine del 2013 e che vi sia una veloce trasposizione della direttiva nella legislazione nazionale dei Paesi membri partecipanti”.
Il rinvio rappresenta una vittoria per il settore dei servizi finanziari che ha combattuto a lungo contro questa imposta. La Gran Bretagna, inoltre, ha lanciato una sfida legale nei confronti della proposta temendo che questa risulti troppo costosa e rischi di allontanare il centro finanziario da Londra. A preoccupare gli Stati Ue è l’impatto di tale tassa sulle fragili economie europee. In particolare, l’Italia si oppone a tassare i titoli di Stato temendo costi di rifinanziamento, mentre Belgio e Austria vorrebbero tener fuori i fondi pensione e la Germania i derivati.
Un altro punto di disaccordo riguarda la destinazione della tassa: per alcuni il gettito dovrebbe finire nel bilancio Ue, per altri restare ali Stati. “Un ritardo delle tassa sulle transazioni finanziarie è diventato inevitabile se si considera la mancanza di un accordo da parte del gruppo di lavoro dei rappresentanti europei, e il tempo necessario per l’implementazione dell’imposta”, afferma Richard Asquith, head of tax di Tmf Group.